Psicologia del condizionamento sociale
La famiglia, i colleghi, ma anche vecchi e nuovi media hanno un'azione sulla nostra autonomia nel prendere le decisioni: come agisce il condizionamento sociale.
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Fin dai primi istanti di vita il condizionamento dell’esterno comincia ad essere esercitato sull’individuo influenzando il modo di vivere ed agire nel mondo.
Se ci fermassimo a riflettere per un istante, sicuramente ci accorgeremmo come, qualsiasi modo di pensare, agire, sentire e percepire è in qualche modo condizionato, ovvero non libero da preconcetti, dettami, regole, ecc. ma al contrario influenzato e, in casi estremi, determinato e precostituito.
Il condizionamento sociale è sicuramente qualcosa che permette e garantisce il funzionamento di una società, intesa come gruppo di individui che in qualche modo condividono degli stili di vita, una cultura, un modo di vivere e relazionarsi, una religione, ecc.
Tuttavia, alcuni studi hanno osservato come il condizionamento sociale a casi estremi possa determinare effetti anche negativi e portare al conformismo puro e privo di criticità, ma mosso da paura del giudizio, dal senso di colpa e dalla necessità di essere accettato.
Condizionamento sociale: come agisce
Il condizionamento viene definito come una forte influenza esercitata da fattori esterni sulle scelte e i comportamenti dei singoli e del gruppo.
Secondo la sociologia il condizionamento sociale è quindi un processo attraverso il quale in una società si formano gli individui a rispondere in modo generalmente approvato dalla società stessa.
Più evidente è l’influenza esercitata dalla maggioranza ovvero dal gruppo che esprime ed è portavoce delle idee, dei principi, dei comportamenti più diffusi e accolti nella società.
Quello che accade in questi casi è l’adesione alla maggioranza e quello che viene definito conformismo. In alcuni casi invece è un potere superiore, un’autorità che determina l’agire delle persone subordinate, come avviene ad esempio nelle aziende o nei luoghi di lavoro in cui vi è scarsa possibilità di esprimere il proprio talento e capacità ma è richiesta la sola acquisizione di un metodo prefissato e uguale per tutti.
Meno evidente e più rara è invece l’influenza esercitata dalla minoranza ovvero da un gruppo minore che contrasta le idee della maggioranza e cerca di affermarne di nuove. In questo caso il condizionamento è meno forte ed evidente ma è solitamente fonte di cambiamento e modifica dell’assetto precedente.
Il condizionamento agisce a più livelli.
La prima forma avviene sicuramente in ambito famigliare attraverso l’educazione che esprimere regole, principi morali e valori, ma anche modalità di comportamento, visione e considerazione delle differenti realtà e ambiti, ecc.
La famiglia in quanto prima agenzia educativa ha un ruolo pregnante nel determinare l’identità dei propri membri e quini influenzarne il modo di pensare, vedere le cose e agire sia nel contesto famigliare, che fuori.
A livello generale i figli hanno spesso idee e principi simili a quelli espressi dai genitori e dai nonni, eccetto in situazioni gravi o particolari in cui le nuovo generazioni attuano un distacco, e spesso rinnegano quanto espresso dalla famiglia, magari perché condizionati da altri contesti.
La scuola è il secondo ambito di condizionamento che passa specialmente attraverso l’insegnamento e la cultura. L’acquisizione di un linguaggio, di regole di italiano, matematica ma anche la storia, la geografia, ecc. sono tutti elementi che agiscono sulla formazione dell’individuo e quindi ne condizionano lo sviluppo. Non è ovviamente, un condizionamento negativo ma qualcosa che, comunque, determina un adeguarsi al contesto e alla cultura di riferimento.
Altre fonti di condizionamento sono il gruppo dei pari, il contesto lavorativo, le frequentazioni, i gruppi culturali e religiosi di appartenenza.
Un ruolo fondamentale è espresso da tutti i mezzi di comunicazione di massa tra cui social network, internet, televisione, i giornali cartacei e online, i telegiornali, ecc. Basta pensare al solo condizionamento esercitato da una semplice pubblicità sui propri acquisiti, per capire come e quanto forte siano queste fonti di influenza.
Condizionamento e conformismo
Alcuni studiosi hanno cercato di individuare i principi alla base dell’influenza sociale e in particolare del conformismo, allestendo esperimenti che dimostrano la forza dell’influenza della maggioranza o dell’autorità sull’azione e sulle scelte dell’individuo.
Solomon Asch nel 1951 sottopone ad un gruppo di studenti del college un compito percettivo: ogni partecipante davanti agli altri doveva comparare una linea detta standard a tre altre linee dette confronto, individuando quale tra quest’ultime avesse la stessa lunghezza di quella standard. Tutti i partecipanti, tranne uno, il vero soggetto dell’esperimento, erano complici del ricercatore e avevano il compito di dare una risposta spagliata, tutti la stessa, ma sbagliata. Quello che è emerso è che, seppur consapevole che la risposta data dagli altri partecipanti era evidentemente errata, anche il soggetto della ricerca emetteva la stessa risposta degli altri, scegliendo quindi la stessa linea, seppur errata. Era avvenuto un fenomeno di conformismo e adeguamento alla maggioranza.
Questo cambio di idea avveniva per la maggior parte delle prove eseguite ed era spesso associato ad un disagio provato dall’individuo rispetto alla disparità tra il proprio giudizio e quello della maggioranza e quindi ad un adeguamento a essa.
Ancora più sorprendente è quanto studiato da Milgram, sull’influenza dell’autorità e sull’obbedienza ad essa anche in compiti crudeli (1974). Ai soggetti veniva detto che avrebbero preso parte a una ricerca per valutare gli effetti delle punizioni sull’apprendimento.
Nello specifico il compito prevedeva il dare una scossa di intensità sempre più elevata a un individuo a cui erano sottoposti dei test di apprendimento, ogni volta che dava una risposta errata. La scossa e la sua intensità erano decidi da un medico che rappresentava l’autorità. Il medico o sperimentatore e l’allievo, ovvero colui che riceveva le domande e doveva rispondere erano complici, l’insegnante ovvero colui che faceva le domande e attivava la scossa era il vero soggetto.
L’allievo era sentito dall’insegnante ma non visto e legato a una sedia con elettrodi. L’insegnante vedeva davanti a sé una macchina con leve per scosse ad intensità sempre più elevata. In realtà la macchina non emetteva nulla, ma il soggetto non lo sapeva. L’allievo come da copione sbagliava le risposte e il medico ordinava all’insegnate di impartire scosse sempre più elevate. I risultati dimostrano che, nonostante l’atrocità e pericolosità dell’impartire scosse molti arrivarono a somministrare scariche anche molto alte, obbedendo all’autorità, il medico.
Pertanto questi due esperimenti dimostrano come l’influenza della maggioranza da un lato e quella dell’autorità dall’altro portano a modificare anche profondamente il proprio modo di pensare ed agire, anche in condizioni evidenti o molto estreme. Il condizionamento sociale è spesso qualcosa di scarsamente consapevole e controllabile e animato da vissuti quali disagio, senso di colpa e inadeguatezza, necessitò di accettazione e riconoscimento, il principio dell’obbedienza che impartiscono fin da bambini ma anche di alcuni preconcetti e stereotipi come quello rappresentato da autorità o medici.