Visita psicologica

Visita psicologica: conoscerla per richiederla. Quando è opportuno ricorrere allo specialista psicologo e per quale tipo di supporto.

Visita psicologica

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©Katarzyna Białasiewicz / 123rf.com

Seppur siano stati fatti molti passi in avanti e cambiamenti di mentalità, lo psicologo è ancora oggi visto come una figura poco utile da molti o comunque fonte di vergogna e disagio. 

 

Molto alta è ancora la convinzione che recarsi da uno psicologo voglia dire avere un problema mentale necessariamente grave e quindi sia qualcosa da tenere nascosto e di cui vergognarsi. Motivo per cui, spesso, molte persone pur avvertendone l’esigenza, decidono di non andare da questo specialista e non perseguire un percorso psicologico. 

 

In altri casi, invece, la scarsa conoscenza e consapevolezza di cosa realmente significhi andare da uno psicologo e, quindi in cosa consista la visita psicologica, porta a non considerare questa realtà come importante e possibile per sé. Altre volte ancora ci sono pregiudizi, aspettative e convinzioni erronee. Il primo passo per approcciare una nuova realtà è sicuramente imparare a conoscerla. 

 

La prima cosa da sapere è che la visita psicologica non implica una seduta psicoterapeutica: lo psicologo, infatti, non sempre è anche psicoterapeuta, quindi la visita psicologica deve essere distinta, a livello generale, da quella che, comunemente e erroneamente, viene concepito nell’immaginario collettivo come “l’andare dallo psicologo”.
 

A cosa serve la visita psicologica

La visita psicologica può avere differenti finalità. Quella che possiamo definire prima visita ha, solitamente, la finalità conoscitiva. Lo psicologo, infatti, incontra e accoglie il paziente chiedendo di esporre la richiesta della visita, la motivazione e quindi la problematica o difficoltà portata.

 

Durante questo colloquio in cui si ha uno scambio di informazioni, legate all’esigenza da parte del paziente e, all’eventuale tipologia di intervento, da parte del clinico, si intraprende quella che viene definita raccolta anamnestica. Quest’ultima implica una raccolta, da parte dello psicologo, di dati relativi alla vita del paziente nei differenti ambiti, famigliare, personale, lavorativo ecc. nonché di informazioni relative alla difficoltà riportata. Questo, in alcuni casi, può durare per più colloqui. 

 

Altra finalità è quella diagnostica. Lo psicologo avvalendosi di strumenti specifici, può eseguire una raccolta di informazioni utili a eseguire una diagnosi specifica, sia legata all’età evolutiva che a quella adulta. La diagnosi ha come scopo quella di identificare e comprendere al meglio la difficoltà del paziente, della coppia o famiglia e dare quindi una risposta efficace con un intervento adeguato.

 

Lo psicologo inoltre svolge consulenza e colloqui di supporto. Questi non sono quelli che si definiscono sedute di psicoterapia, ma colloqui psicologici volti a dare sostegno e supporto al paziente nella risoluzione della propria problematica. 

 

Solitamente vengono presi in carico pazienti con problematiche lievi, che non richiedono l’intervento psicoterapico, e che possono essere gestiti con gli strumenti e le tecniche proprie dello psicologo, anche non psicoterapeuta. La prima fra tutte il colloquio clinico, strumento principe dell’intervento.

 

Lo psicologo inoltre, nei differenti ambiti, può svolgere attività di consulenza specifiche e volte a individuare elementi specifici. Si pensi alle consulenze in ambito giudiziale o ai colloqui eseguiti per la selezione del personale.  

 

Quando è consigliata

La visita psicologica è consigliata ogni qualvolta l’individuo percepisce un disagio a livello personale, emotivo e in generale psicologico per cui sente di non disporre delle risorse e capacità di risolverlo in autonomia e senza un aiuto specialistico. 

 

Nel caso di un minore, è spesso il genitore che, individuando una problematica che interessa il figlio, decide di richiedere la consulenza ad uno specialista, per sé, per comprendere come agire e gestire la difficoltà, o per il minore stesso. Ad esempio, può essere richiesta una consulenza per problematiche comportamentali, emotive, per difficoltà di apprendimento, sospetti di disagi gravi, dipendenze, ecc. 

 

Alcune delle motivazioni che possono spingere a richiedere una visita psicologica, possono essere ad esempio:

  • La necessità di ritrovare serenità e tranquillità in un momento faticoso e di crisi
  • La necessità di ridurre lo stress e l’ansia
  • Il bisogno di crescita personale e interiore
  • Per migliorare la consapevolezza di sé, definire le proprie abilità e potenzialità e incrementare la propria autostima
  • Per comprendere alcuni aspetti di sé e risolvere conflitti
  • Per affrontare lutti e perdite
  • Per la presenza di sintomi come ansia, umore labile, stress…
  • Per comprendere difficoltà in età evolutiva
  • Per superare momenti di stallo, confusione
  • Per comprendere e intervenire in caso di disagi e sintomi 
  • Per migliorarsi, crescere e sviluppare abilità personali

 

Cosa succede durante la visita psicologica

Per comprendere cosa accade durante una visita psicologica è importante comprenderne le finalità. In ogni caso quello che avviene principalmente è l’instaurarsi di una relazione tra psicologo e paziente, elemento cardine dell’intervento dello specialista, e l’avvenirsi di un dialogo tra i due. Quindi un colloquio.

 

Se si tratta di colloquio anamnestico probabilmente il paziente racconterà di sé e il clinico porrà delle domande di approfondimento, al fine di meglio comprendere la difficoltà portata e l’esigenza. Alcune richieste sono quasi sempre presenti, altre sono determinante dall’andamento del colloquio, da quanto riferito e dalla domanda portata dall’utente. Il tutto sempre personalizzato e contestualizzato sul singolo. 

 

Laddove la finalità sia diagnostica, oltre alla raccolta di informazioni con il colloquio, vengono solitamente somministrati alcuni strumenti, siano essi test, questionari, interviste di vario tipo, batterie standardizzate specifiche ecc. in questo modo lo specialista ha la possibilità di raccogliere alcuni dati avvalendosi di strumenti differenti e specifici, che completano e supportano la propria osservazione e indagine clinica. Gli strumenti sono scelti in base alla domanda riportata e alle informazioni emerse dal colloquio anamnestico e conoscitivo.

 

In caso di consulenza e supporto, quello che accade principalmente è il dialogo e il colloquio clinico, specialmente con gli adulti, e la proposta, se necessario, di attività, esercizi o altro. Lo psicologo anche se non è psicoterapeuta lavora solitamente orientato da uno specifico orientamento clinico che ne definisce gli strumenti, le strategie e le modalità di azione. Ha quindi solitamente in mente un modello di riferimento. Questo ovviamente avviene a livello generale, poi va declinato in relazione ai contesti in cui si agisce. 

 

Chi valuta se è il caso di ricorrere alla visita psicologica

La valutazione della necessità di ricorrere a una visita psicologica può avvenire in differente modo o da differenti persone. La prima è sicuramente il soggetto stesso che avverte l’esigenza di approfondire alcuni aspetti di sé e del proprio malessere e quindi decide di chiedere aiuto ad uno psicologo. Questo è il caso solitamente più comune e quello in cui è maggiormente favorita la relazione e l’adesione all’intervento con motivazione e coinvolgimento. 

 

Altri casi invece possono essere quelli in cui è un genitore che avverte un’ esigenza per il figlio, o direttamente o per consiglio di figure che ruotano attorno a lui, come ad esempio le insegnanti, la pediatra, o un famigliare, ecc. 

 

La visita può inoltre essere suggerita da altri specialisti, come il medico di base, che nel racconto e conoscenza della condizione del proprio assistito, possono ritenere un valido aiuto quello di una visita psicologica.

 

Vi sono poi i casi specifici in cui la consulenza psicologica viene richiesta come quelli legati alla realtà lavorativa, alle questioni giuridiche o in presenza di problematiche legate ai minori e coinvolgimento delle istituzioni, necessità legate alla performance sportiva, ecc. 

 

Quanto dura la visita psicologica

La visita psicologica ha una durata differente in relazione alla finalità e alla tipologia di contesto. Solitamente però il tempo varia tra i 45 e i 60 minuti. 

 

Vi sono casi in cui la visita può durare maggiormente e altri in cui invece dura meno. Essa può prevedere il colloquio con con il paziente singolo, sia esso adulto o minore, con una coppia, con un gruppo, con la famiglia e talvolta con il coinvolgimento di altri professionisti se necessario.