Disturbi del comportamento

Condotte inappropriate rispetto al contesto sociale che portano con sé disagi e conseguenze importanti. Quali sono i disturbi del comportamento più comuni per fascia d'età e come riconoscerli.

Disturbi del comportamento

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Parlare di disturbi del comportamento significa andare a definire e identificare le problematiche legate al comportamento di un individuo, solitamente bambino o adolescente. Ma cosa si intende per problematiche di comportamento?

 

Un comportamento è disfunzionale o problematico laddove non rispetti le regole del contesto in cui viene agito, non è funzionale al raggiungimento di uno scopo e di una condotta adeguati e non risponde alle esigenze e condizioni della situazione. Pertanto, si parla di condotte definite esternalizzanti e inappropriate rispetto al contesto scolastico, famigliare, interpersonale e, più generalmente, sociale. 

 

I disturbi del comportamento sono oggi una delle maggiori richieste di intervento in ambito della psicologia dello sviluppo, coinvolgendo molti bambini e ragazzi, le loro famiglie e i contesti di vita.
 

Fattori di rischio dei disturbi comportamentali

Alla base dei problemi comportamentali dei bambini e degli adolescenti possono esserci molteplici fattori. In primo luogo, è stata osservata una disfunzionalità nei sistemi di autocontrollo e regolazione emotiva.

 

Pertanto i bambini e ragazzi faticano nella gestione delle proprie emozioni, nel riconoscimento delle condotte adeguate, nel controllo di impulsività e aggressività. Le abilità di autoregolazione vengono sviluppate nel corso della crescita. 

 

In estrema sintesi possiamo dire che: nei primi anni di vita il piccolo necessita della figura dell’adulto per autoregolarsi, comprendere e regolare le proprie emozioni e vissuti e solo con la crescita e l’acquisizione di sistemi di regolazione e interiorizzazione di regole dell’adulto, il bambino inizia ad autoregolarsi e gestire il proprio vissuto. 

 

Tuttavia, alla base di una problematica di apprendimento gli autori nel tempo hanno individuato dei fattori di rischio (e.g., Brett et al., 2015; Carliner et al., 2017; Fearon&Bleksy, 2011; Hoge et al., 2008; Roskam, 2018; van Nieuwenhuijzen et al., 2017):

  • Fattori biologici legati ad esempio al funzionamento dei neurotrasmettitori, ai livelli di cortisolo.
  • Deficit neurocognitivi specialmente legati a deficit nelle funzioni esecutive, ovvero quelle abilità implicate nella regolazione del comportamento come ad esempio: attenzione, concentrazione, memoria, pianificazione, decision making, problem solving, ecc
  • Difficoltà di processamento delle informazioni sociali siano esse regole, principi, valori, direttive…
  • Vulnerabilità temperamentali (ridotta regolazione emotiva, impulsività)
  • Fattori di rischio legati alla fase prenatale (esposizione a tossine durante la gravidanza) e perinatale (come ad esempio: disfunzionalità delle cure subito dopo il parto)
  • Stile educativo genitoriale coercitivo
  • Stile di attaccamento insicuro o disorganizzato tra bambino e adulto di riferimento
  • Conflitti all’interno del contesto familiare
  • Esposizione ad atti violenti, maltrattamenti o situazioni di abuso

Ovviamente come in ogni disturbo vanno considerate le specificità della persona e del contesto e storia di vita al fine di eseguire un trattamento funzionale ed efficace.

 

Disturbi comportamentali: classificazione

Nel DSM-5 (APA,2013) si parla di Disturbi del comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della condotta”, categoria in cui sono racchiusi 3 disturbi quali: Disturbo Esplosivo Dirompente, Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP), Disturbo della Condotta (DC). 

 

A questo nella definizione di disturbi della condotta e trattamento va aggiunto il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) incluso nel DSM-5 nei disturbi del Neurosviluppo.

 

Disturbo da deficit di attenzione e iperattività ADHD

L’ADHD definito come disturbo del Neurosviluppo ha una prevalenza di circa il 5% nei bambini e adolescenti (DSM5, APA 2013) e permane nell’età adulta seppur si osservi un cambiamento nelle differenti fasi evolutive della manifestazione sintomatologica.

 

È un disturbo caratterizzato da un’alterazione comportamentale legata a disattenzione e/o iperattività e impulsività. L’individuo quindi, fatica nel prestare attenzione, nel rimanere concentrato per lunghi periodi, mostrando iperattività psicomotoria e di pensiero, impulsività nella risposta e comportamento reattivo. 

 

Il pattern sintomatologico deve influenzare significativamente il funzionamento del bambino nei differenti contesti di vita (almeno 2) e insorgere prima dei 12 anni.

 

Al fine di eseguire una diagnosi devono essere identificati almeno 6 tra i sintomi legati alla disattenzione e/o 6 legati a impulsività/iperattività. La specifica e/o è inserita in quanto è possibile osservare pattern di funzionamento differente ovvero: ADHD con prevalenza di disattenzione oppure ADHD con prevalenza di iperattività/impulsività o misto. Senza elencarli nel dettaglio cerchiamo di descrivere le differenti tipologie di sintomi.

 

  • Disattenzione: si osservano frequenti errori di distrazione con presenza di pensieri non inerenti a quanto sta facendo, perdita degli oggetti, fatica nell’organizzazione, nel portare a termine le attività che vengono abbandonate frequentemente, saltando da un’attività all’altra e nel seguire le istruzioni, alta suscettibilità a stimoli esterni, dimenticanze nell’affrontare le cose della quotidianità.

 

  • Iperattività: sono presenti bisogno di muoversi di continuo con fatica eccesiva a stare fermo, a mantenere una posizione anche per brevi periodi, difficoltà a giocare tranquillamente, eccessiva loquacità, tendenza a lasciare il proprio posto per bisogno di muoversi, agitazione e irrequietezza motoria continua. 

 

  • Impulsività: emergono difficoltà ne rispettare il proprio turno tendendo a interrompere gli altri mentre si parla, tendenza ad agire senza considerare le conseguenze, difficoltà nel rispetto di regole e turni nei giochi, utilizzo di oggetti non propri anche senza permesso, agiti impulsivi non controllati.

 

Disturbo oppositivo provocatorio (DOP)

Il DOP è un disturbo che colpisce in media 3,3 % degli individui con una prevalenza maschile in fase adolescenziale. Le manifestazioni principali sono legate a:

  • Comportamento provocatorio e polemico: il bambino o adolescente ha difficoltà nell’interagire efficacemente con gli altri, specialmente con gli adulti di riferimento, con cui è in continuo conflitto e opposizione. Si ha quindi la tendenza a sfidare, provocare, assumere atteggiamenti provocatori e di sfida, al fine di generare irritazione e istigare l’interlocutore, accanto a condotte polemiche, atteggiamenti disfunzionali rispetto all’attribuzione di colpe e responsabilità, con frequenti litigi e controversi con le figure di riferimento.
  • Umore collerico e Irritabile: spesso va in collera e si arrabbia facilmente, è permaloso e contrariato esprimendo dissenso e disaccordo, adirato e risentito. 
  • Vendicatività: è possibile osservare comportamenti dispettosi e vendicativi a lfine di provocare l’altro. 

 

Disturbo della Condotta

Il disturbo della condotta generalmente può essere definito come un disturbo comportamentale caratterizzato dalla violazione continua e persistente delle regole sia della società e del vivere sociale, sia quelle imposte dal contesto di vita e autorità.

 

Tra gli aspetti tipici di questo disturbo si osservano:

  • Aggressioni a persone o animali: questi individui assumono spesso atteggiamenti violenti e aggressivi, arrecano danni fisici anche usando armi o strumenti lesivi, è agente di atti sessuali violenti, è fisicamente lesivo con animali o persone.
  • Disturbo della proprietà: si osservano azioni deliberatamente dirette a distruggere la proprietà altrui, appiccano fuochi
  • Frode o furto: irrompono in edifici e rubano, raggirano gli altri, sono agenti di frodi o furti anche importanti.
  • Grave violazione delle regole: fughe da casa, non ritorno a casa nella notte nonostante le violazioni, assenza dalla scuola. 

 

Il disturbo della condotta ha per le sue peculiarità gravi conseguenze sul piano sociale e anche legale, con conseguenze anche importanti e gravi azioni. Sono bambini e ragazzi con empatia scarsa, difficoltà nel controllo emotivo e dell’impulsività.

 

Disturbo Esplosivo Intermittente

Nel disturbo esplosivo intermittente si osservano ricorrenti comportamenti esplosivi che rappresentano un’incapacità di controllare gli agiti impulsivi aggressivi. In particolare, si osserva quindi: 

  • Aggressività: frequenti discussioni e polemiche, aggressioni 
  • Comportamenti esplosivi: almeno tre a danno o distruzione di proprietà e/o assalto fisico contro animali o persone. Questi devono manifestarsi negli ultimi 12 mesi 

 

I disturbi del comportamento sono molto diffusi tra bambini e adolescenti e fonte di molte richieste da parte dei genitori specialmente per l’influenza che essi hanno nel funzionamento nei diversi contesti di vita. Possono presentarsi in comorbilità con altri disagi e creare anche conseguenze importanti e l’insorgenza di condotte anche molto gravi e disagi psichici maggiori.