Genitori in carcere, conseguenze per i figli
L'essere figli di un detenuto porta con sé molte sensazioni spiacevoli, conseguenze comportamentali e psicologiche anche gravi. Come agire per il benessere del minore.
I bambini e ragazzi che vivono la carcerazione di uno o entrambi i genitori, vedono la propria vita modificarsi in un istante, spesso senza capire e ricevere spiegazioni.
Le conseguenze della detenzione genitoriale sono molteplici e necessitano di attenzione e considerazione da parte della comunità intera.
Detenzione genitoriale: un cambiamento radicale
Assistere all’arresto del proprio genitore, specialmente laddove il reato sia stato agito fuori casa e non vi erano precedentemente sospetti di una tale realtà, è per l’intera famiglia un forte trauma e una rottura della normale routine e quotidianità. Ancora più forte l’impatto è per i minori, specialmente se piccoli, che sono spesso sprovvisti di risorse per comprendere cosa accade, vivendo tutto con molta angoscia, confusione e preoccupazione.
Lo stress vissuto, misto a paura, è molto alto e si associa al fatto che nella confusione è complicato per gli adulti attorno dare spiegazioni e rassicurazione.
Se l’arresto non avviene davanti agi occhi del figlio si apre comunque in lui una forte sensazione di angoscia che si muove tra il senso di abbandono, in cui crede che il genitore se ne sia andato, nutrendo senso di inadeguatezza, colpa e una certa responsabilità nell’accaduto, fino alla disperazione per la convinzione che sia morto e non tornerà più a casa.
Da quel momento tutto cambia e ripristinare una quotidianità diventa difficoltoso anche a causa del peso del pensiero sociale, delle aspettative e giudizi negativi di chi sta attorno, fino a fenomeni di derisione o esclusione nei contesti scolastici, ludici e relazionali, perché “figlio di un carcerato e quindi possibilmente pericoloso”. Inevitabilmente si riceve un’etichetta che è difficile da togliere e dimostrare il contrario.
Leggi anche Il contributo paterno allo sviluppo dei figli >>
Cambiamento nei rapporti
La detenzione rompe il rapporto genitore-figlio con conseguenze gravi per entrambe le parti. Il bambino o ragazzo, perde un punto di riferimento importante, una figura affettiva su cui in qualche modo ha sempre creduto di poter contare. L’impossibilità di vedere con costanza il genitore in carcere non permette di mantenere e ripristinare quel legame che inevitabile è stato bruscamente interrotto, dare la possibilità al figlio di capire le ragioni che hanno condotto al reato e ricevere rassicurazione anche solo nel vedere che il proprio padre o la propria madre è vivo.
Ovviamente differenti sono le condizioni in cui ad essere vittima di reato è il figlio stesso o altro membro del nucleo famigliare, in cui l’incarcerazione può talvolta essere una sorta di “liberazione“ da una condizione dolorosa, seppur comporti l’elaborazione di un’assenza fisica del genitori detenuto.
I rapporti cambiano anche tra gli altri membri della famiglia, il genitore rimasto a casa può vivere forte sgomento e confusione oltre a sofferenza e faticare nel trasmettere ai figli sicurezza, accoglienza, conforto e gli strumenti per far ripartire la propria quotidianità.
Detenzione genitoriale: possibili effetti a lungo termine
Molti studi, uno su tutti quello pubblicato su JAMA Network Open, condotto dal Center for Child and Family Policy presso la Duke University Stanford School, mostrano come l’essere figlio di detenuti incrementi il rischio di criminalità e commissione di reato, oltre quello di subire violenze, abusi e assumere comportamenti devianti.
Specialmente in adolescenza si osservano difficoltà legate all’iperattività, deficit di attenzione, difficoltà comportamentali a scuola e nei differenti contesti, spesso legati a scarsa gestione dell’emotività, forte rabbia e impulsività. Precoce è anche la comparsa di condotte disfunzionali come l’abuso di alcool o droga, autolesionismo, difficoltà alimentari o legate alla sfera dell’umore come ansia, depressione o condotte sessuali non protette e pericolose.
Spesso a risentirne è anche la condotta scolastica, con scarso impegno, difficoltà nello studio, basso rendimento fino ad abbandono precoce degli studi. Artefici spesso di reati, anche da piccoli, possono sperimentare a loro volta condanne e detenzioni.
Ovviamente non vi è una regola uguale per tutti, ogni caso è a se stante e tanto fanno il contesto sociale in cui si è inseriti, il background culturale e famigliare e la tipologia di reato, oltre al ruolo fondamentale delle abilità personali di resilienza, gestione dello stress e delle risorse.
Leggi anche Comunicare con i figli con le nuove tecnologie >>
Foto: Yupa Watchanakit / 123rf.com