Le forme di autolesionismo
Esistono tante forme di autolesionismo, ma tutte hanno in comune un attacco al corpo che esprime un disagio psicologico profondo. La ricerca del dolore è spesso un modo per diventare invulnerabili o insensibili alle altre forme di sofferenza creando un circolo vizioso in cui il paradosso è evidente e inquietante.
La parola autolesionismo deriva dal termine greco che indica "se stesso" e dal verbo latino che equivale a ferire. L'autolesionista è colui che intenzionalmente si ferisce e si provoca del dolore e si tratta di una patologia più diffusa di quanto si pensi. Le ferite fisiche sono forse più visibili (sebbene gli autolesionisti siano molto bravi a nasconderle), ma sono drammatiche anche le conseguenze di tutte le forme di autolesionismo che portano il soggetto ad infiggersi una sofferenza morale o psicologica.
Una patologia dalle tante forme: l'autolesionismo
Tecnicamente le varie forme di autolesionismo rientrano nella Sindrome da autoferimento intenzionale. Se ne elencano tre forme sulla base dei danni provocati:
- automutilazione maggiore: che causa un danno permanente come la perdita di un arto,
- automutilazione superficiale: la più frequente, che consiste nel causarsi delle ferite anche usando degli utensili, o nel fratturarsi delle ossa,
- automutilazione latente: che si nasconde dietro altri comportamenti patologici come l'attività fisica eccessiva, le dipendenze o la bulimia.
Chi si nasconde dietro le forme di autolesionismo?
Sebbene alcune forme di autolesionismo, come quella maggiore, siano decisamente poco frequenti, l'atto di ferirsi sta diventando molto frequente soprattutto tra le giovani adolescenti. I dati ci danno un quadro preciso: giovani donne dalla personalità introversa, soggetti solitari che cercano di immunizzarsi da tutto e da tutti. Spesso si tratta di adolescenti che crescono in un contesto iperprotettivo da cui cercano di uscire rifiutando proprio l'imperativo della massima protezione fisica (che probabilmente causa eccessive restrizioni). In altri casi è l'indigenza che causa il rifiuto della società e del corpo.
L'autolesionismo e le mode
Tra le forme di autolesionismo c'è n'è anche una che espressione di una moda. Alessio Testani, psicologo, in un'intervista cerca di individuare i legami tra l'autolesionismo e la cultura degli Emo, moda giovanile caratterizzata dalla ricerca e dall'espressione della sofferenza. Testani vede nelle ferite fisiche una doppia natura. Da un lato c'è un tratto culturale, espressione dell'appartenenza di un gruppo che, per quanto strana e dolorosa, è importante per i ragazzi in piena adolescenza. Dall'altro lato però chi si unisce a questi gruppi è probabilmente già propenso ad esprimere in tal senso la propria ansia. "Ciò che però si nasconde di solito dietro i loro atti autolesivi è la difficoltà a relazionarsi col mondo, l'incapacità di affrontare le proprie angosce interiori, fino a fantasticare l'esperienza della morte giustificandola come soluzione estrema per raggiungere l'agognata pace. Una ragazza che si autolesiona non sta cercando un'altra se stessa, ma sta chiedendo aiuto per trovare la vera se stessa."
Immagine | opencage.info