Maternità mancata, quel tabù ancora da rompere

Non essere madre, per scelta o per impossibilità, si scontra con lo stereotipo per cui ogni donna dev'essere necessariamente desiderosa di diventare mamma.

Maternità mancata

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Molti sono i passi fatti verso il cambiamento dell’immaginario collettivo e retaggio culturale sulla figura della donna

 

Tuttavia, tanti sono ancora i passi da fare e i tabù da rompere. Uno di questi è quello che associa la figura femminile alla maternità come se fosse un assioma, qualcosa di assodato e non modificabile.

 

Tuttavia, non è sempre così. Oggi anzi, molte sono le donne che, per differenti ragioni e non sempre per una scelta non diventano madri e questo spesso è visto come fattore screditante

 

Maternità: un’idea radicata culturalmente

La donna ancora oggi è spesso associata alla cura della casa e soprattutto alla maternità. La collettività, anche nei paesi occidentali più moderni, spesso fatica a considerare la donna nella sua integrità e nella possibilità di non avere figli, ma dedicare la propria vita ad altro, alla carriera ad esempio. 

 

Il non essere madre viene visto come qualcosa di screditante e quasi motivo di vergogna, che porta molte donne ad assumere comportamenti schivi, di ritiro dal contesto sociale dietro cui spesso si cela sofferenza.
Questo accade infatti sia quando non essere madre è una scelta, sia quando non si ha la possibilità.

 

Nel primo caso, quando la donna sceglie di non avere figli, perché non li sente come un desiderio nella sua vita e realizzazione personale, è spesso non compresa, considerata di meno valore di altre donne madri e quasi screditata nel suo essere donna. Questo è sicuramente un retaggio culturale e tabù da rompere, poiché la donna è prima una persona con abilità, qualità, competenze lavorative e personali e poi madre. 

 

La scelta di assumersi il ruolo di genitore è qualcosa che non tutti sentono come bisogno per sé e quindi deve essere considerato un diritto e una decisione dignitosa, al pari di tutte le altre che una persona o coppia decide per sé e il proprio progetto di famiglia.  Diverso ma comunque molto “giudicato” è il caso di quelle donne che, pur desiderando un figlio, non possono averlo per differenti motivazioni.
 

Le differenti ragioni della maternità mancata

I fattori che possono impedire a una donna e coppia di avere un figlio e diventare genitori sono molteplici.  Il caso più complesso e sicuramente anche molto doloroso è quello dell’infertilità della donna o del partner e quindi l’impossibilità di avere una gravidanza per cause diverse di tipo fisico e fisiologico. 

 

Seppur oggi la medicina abbia fatto molti passi avanti e progressi, dando la possibilità a molte coppie di avere un figlio attraverso pratiche e percorsi clinici specifici, molte sono ancora i casi per cui anche questi sussidi non sono funzionale e possibili.

 

Altri casi invece sono rappresentati dalle difficoltà economiche e dall’impossibilità di lasciare o ridurre il proprio lavoro per dedicarsi ad un figlio e mantenerlo. Seppur possa sembrare una causa poco comune e magari meno importante della precedente, molte sono le coppie che vivono la fatica di avere un figlio per le condizioni economiche precarie e la vita difficile sul piano economico. Molto spesso si sente parlare della scarsa natalità associata alla precarietà economica.

 

Altri aspetti che spesso impediscono la natalità e genitorialità sono poi la difficoltà nel conciliare vita lavorativa e famiglia a causa degli scarsi sussidi sociali e aiuti per le famiglie in termini di strutture per l’infanzia, la possibilità sempre meno frequente di poter contare sui nonni, costretti a lavorare più a lungo e non poter essere di aiuto ai figli nel loro passaggio alla genitorialità. 

 

Inoltre, vanno considerati l’incremento degli anni di formazione per la qualifica, sempre più spesso si terminano gli studi con la laurea, in alcuni casi dopo e, in la richiesta di formazione continua in molti ambiti, quindi un ingresso nel mondo del lavoro tardi, con ritardo nell’eventuale convivenza e matrimonio e quindi una stabilità economica sempre più tardiva. 

 

Maggiore è l’età della coppia e maggiore è anche la difficoltà nell’avere un figlio. Altre inoltre possono essere le cause che non vengono considerate nel giudizio della donna che non è madre. 

 

Maternità mancata: un dolore non riconosciuto

Il non essere madre, qualunque sia la motivazione, porta con sé dolore e sofferenza, spesso non riconosciuta.

 

Se la motivazione è una scelta di vita, infatti è possibile che la donna sia vittima di pregiudizi e considerazioni su sé, che possono creare chiusura e dolore. Ovviamente non è sempre così, ma potrebbe capitare che il non veder riconosciuto dal contesto sociale la propria condizione di donna, indipendentemente dall’essere anche madre, può generare fastidio e soprattutto incomprensione, con difficoltà a inserirsi nel tessuto sociale di appartenenza. 

 

Una donna, infatti, con una carriera soddisfacente in termini di soddisfazione personale, non per forza per la carica di prestigio o la ricompensa monetaria, ma perché appagante per sé come persona, può spesso passare in secondo piano nella considerazione del valore della persona se non è anche mamma

 

Laddove invece non sia una scelta, lo screditamento ricevuto e magari l’isolamento sociale delle donne non madri, è qualcosa che si aggiunge alla grande sofferenza già presente dall’impossibilità di diventare genitore. Questo infatti genera dolore, fatica nel riconoscimento di sé come persona di valore e nell’accettare una modifica così importante nel proprio progetto di vita. 

 

La società di oggi dovrebbe muoversi nella comprensione di questo dolore, modificare l’ideologia di donna e di coppia, che ha natura e valore in sé, indipendentemente dalla possibilità di diventare madre o padre. Questo perché se già è complicato e doloroso accettare l’impossibilità di essere genitore e per le donne di avere una gravidanza, è altrettanto faticoso “combattere” con stereotipi e tabù radicati nella mentalità culturale.