Depressione, curiamola con il rock
La depressione è una condizione patologia che genera molta sofferenza, tutto appare buio e nulla si riesce ad esprimere. La musica rock può diventare un amico fedele e dare un soffio di leggerezza.
Vi siete mai fermati a pensare al potere della musica? La melodia, il ritmo, le parole entrano nel profondo e generano sensazioni che spesso non riusciamo a spiegare.
Ascoltiamo musica quando siamo tristi per crogiolarci ancora un po’ in un alone di malinconia, quando siamo innamorati per far correre i nostri pensieri e aumentare le farfalle nello stomaco, quando siamo felici per dare alla nostra gioia una colonna sonora, quando siamo arrabbiati per sfogare nella musica il nostro rancore, l’ira e l’amarezza che piano piano ci logorano, quando proviamo ansia o siamo stressati per cercare un po’ di tranquillità e spensieratezza, infine ascoltiamo musica quando l’unica cosa che desideriamo è fuggire dal mondo e isolarci nella solitudine o semplicemente vogliamo compagnia e rompere quel silenzio che racchiude tante cose.
C’è poi un ascolto di musica più semplice e finalizzato “solo” al passare il tempo e a staccare la testa.
Insomma ascoltiamo musica in ogni occasione, ci accompagna nelle nostre giornate come un compagno fedele con cui condividere ogni nostra sensazione ed esperienza.
Musica e benessere
La musica è un’esperienza multisensoriale che genera emozioni e sensazioni che possono influenzare lo stato psichico e patologico di chi l’ascolta.
Può migliorare l’umore e lo stato di piacere andando ad agire anche a livello fisiologico e cerebrale stimolando l’attivazione di sistemi e il rilascio di sostanze importanti che regolano lo stato dell’umore (dopamina e serotonina).
Può migliorare la condizione di stress, abbassando i livelli di cortisolo, ormone tanto amico dello stress.
Aiuta a migliorare l’attenzione e la concentrazione infatti molti studenti dicono di riuscire a studiare meglio se nel frattempo ascoltano musica, gli atleti si focalizzano sulla gara isolandosi dal mondo con le cuffiette nelle orecchie.
Riduce la sensazione di fatica durante uno sforzo fisico (Thomas Hans Fritz) basta pensare ai canti di lavoro usati un tempo per accompagnare il l’attività nei campi, o più semplicemente alla musica che accompagna le lezioni di fitness o l’attività sportiva individuale.
Alcune volte genera spensieratezza, stimola la socializzazione permettendo di entrare in contatto con altri e fare gruppo.
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Musica e disturbi psichici: la depressione
La depressione è una condizione psicologica estremamente diffusa e che si caratterizza per un tono dell’umore basso e negativo, calo dell’interesse, anedonia o incapacità di provare piacere, difficoltà nel sonno, nella concentrazione e nell’alimentazione, nonché per la presenza di pensieri negativi. Il paziente depresso fatica ad entrare in relazione e ad attivarsi per uscire dalla condizione di estrema sofferenza e pertanto spessi si isola.
Una ricerca condotta da Gold e colleghi (2013) ha dimostrato gli effetti positivi della musicoterapia, forma terapeutica che si serve dalla musica come mezzo per esprimere stati d’animo, sensazioni e vissuti e creare una relazione tra paziente e terapeuta, su condizioni patologiche come la depressione.
Nello specifico la terapia con la musica ha migliorato la motivazione ad altre terapie (farmacologiche e psicoterapeutiche) nei soggetti restii al trattamento e ha modificato la sintomatologia, rilevandosi utile nell’affiancare altre forme di intervento.
Altri studi dimostrano come la musica possa influenzare il funzionamento cerebrale nei soggetti depressi e ridurre il livello di isolamento sociale attraverso la creazione di occasioni di gruppo dove la musica “la fa da padrone“.
Che ne dite della musica rock?
La musica rock ha segnato la storia con canzoni in grado di esprimere temi estremamente vari e sensazioni che vanno da un grido di felicità ad un urlo di dolore e richiesta di aiuto.
A tal proposito la musica può essere un mezzo per esprimere il senso di vuoto e di disperazione che è presente in caso di depressione. Pensiamo ad esempio ad “Help” di John Lennon, una richiesta di aiuto estrema in una società che non capisce il suo dolore o a “Un giorno di dolore” di Ligabue in cui si esprime la sofferenza di un momento difficile.
Ma il rock con il suo ritmo spesso incalzante, le melodie coinvolgenti e l’armonia creata dagli strumenti è un ottimo compagno del nostro stato d’animo: la scelta di canzoni stimolanti, allegre e piene di vitalità in momenti difficili si è visto migliorare il tono dell’umore, donare un respiro di tranquillità e serenità in mezzo alla tristezza tipica della depressione.
Inoltre sembra aumentare la concentrazione, la motivazione, la carica di energia e il piacere, agendo anche a livello corporeo e cerebrale, migliorando la sintomatologia depressiva.
Crea relazione: ascoltare una musica ritmata, coinvolgente e che attiva il nostro sistema fisiologico, aiuta a scalfire le barriere della solitudine tipica della depressione e aprire uno spiraglio per una relazione sia essa terapeutica o conviviale.
Un’esperienza interessante è quella di Romeo Lippi, lo psicologo del rock, il quale nella sua songtherapy utilizza la musica per entrare in contatto con pazienti e con le nuove generazioni offrendo un modo alternativo di esprimersi, più libero e espressivo della parola.
Tutti questi effetti della musica sul nostro funzionamento e stato d’animo spiegano la diffusione di terapie alternative, come quella presentata sopra o la musicoterapia, convalidata dalla scienza, che possono affiancare la consueta psicoterapia e terapia farmacologica offrendo un mezzo di espressione di sé e del proprio vissuto, una modalità di contatto e un mondo a cui aggrapparsi per non sprofondare nel baratro della sofferenza.
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