Anedonia, come si valuta il piacere?
L'anedonia è data dall'assenza di fonti di piacere; ciò che prima ci piaceva, oggi non genera più nulla. Si tratta di un sintomo patologico e per questo è importante misurarla.
L'anedonia è una forma di piacere al negativo, ovvero è l'assenza di una qualsiasi fonte in grado di generare gratificazione nell'individuo: niente ci procura più piacere. Si tratta, ovviamente, della manifestazione di qualcosa che non va; nello specifico l'anedonia è uno dei principali sintomi di depressione.
La sua correlazione con una patologia tanto grave ci deve far capire che prima di parlare di anedonia vera e propria prima fare attenzione. Non si tratta di un momento in cui ci si lamenta di tutto o in cui niente sembra interessarci; chi ne soffre avverte la mancanza del piacere e si lamenta (o si spaventa) soprattutto del cambiamento: come è possibile che ciò che prima ci piaceva ora ci lascia indifferenti?
Piacere e anedonia
L'esperienza del piacere e quella dell'anedonia sono ovviamente strettamente collegate tra di loro e di natura molto variegata. Il piacere è un'esperienza dalle mille sfumature e che si "attiva" anche in momenti differenti. Se pensiamo ad un'azione che ci piace questa sensazione, in modi differenti, la avvertiamo:
- nel momento in cui progettiamo di svolgere tale azione o di mettere in atto un piano per raggiungerla
- quando ci metteiamo in moto per realizzare concretamente ciò che ci piace
- vivendo l'azione stessa e godendosela
- gestendo l'assenza dell'azione senza stare male, ma godendo del suo ricordo.
Anche l'anedonia può non colpire tutta la nostra vita; è stata classificata in: anedonia sociale (totale disinteresse verso gli altri), sessuale (l'esperienza sessuale non porta piacere) e fisica (bisogni fisici appagati non causano piacere).
Un'altra differenza riguarda il rapporto che questo sintomo ha con le patologie cui si associa. In caso di schizofrenia si tratta di un quadro stabile di assenza di piacere, mentre insorge nella depressione solo dopo un certo periodo.
Misurare il piacere
L'importanza dell'anedonia ha portato allo sviluppo di strumenti che potessero misurarla; cioè come valutare il piacere o la sua assenza? Nel corso degli anni sono state messe a punto diverse scale di misurazione che differiscono, oltre che per caratteristiche statistiche, anche per una diversa valutazione del costrutto.
Uno dei primi tentativi è la Pleasent Events Schedule di MacPhillamy e Lewinsohn; con questa serie di domande si cercava di comprendere il grado di piacere nello svolgimento di una serie di attività. Il problema maggiore risiede nel fatto che non tutti hanno avuto le stesse esperienze e quindi è difficile dare un valutazione sulle differenze individuali.
Ci sono molte più scale che esplorano l'anedonia come sintomo correlato ad una patologia specifica; in questo caso proprio la patologia diventa un punto di discriminazione. Esistono anche strumenti per bambini, come la Pleasure Scale for Children (Kazdin) che esplora il piacere soprattutto dal punto di vista fisico (attraverso i sensi) e sociale.
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Per approfondire:
> Disturbi dell'umore, quali sono