Psicologia del trucco: make up e personalità

Il trucco risalta, svela o nasconde? È conformista e omologante o strumento di trasgressione e protesta? Cosa dice il make up della nostra personalità? E, più in generale, degli usi e costumi della nostra cultura?

Psicologia del trucco

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Utilizzare il trucco per dare risalto ai tratti del viso è una pratica vecchia tanto quanto gli esseri umani, è sempre esistita pur assumendo forza e significati differenti a seconda delle epoche storiche.

 

Oggi, nella società dell’immagine, dei selfie e dei fotoritocchi, dove il bisogno di sentirsi belli è più imperativo che mai, il make up acquisisce significati vecchi e nuovi. Proviamo a delineare alcuni spunti per comprendere meglio il significato psicologico del trucco.

 

 

 

Psicologia del trucco nella cultura degli antichi Egizi

La cosmesi ha assunto nelle culture umane significati importanti non solo estetici, ma anche religiosi, sociali e fin anche curativi. Si pensi agli antichi egizi: troviamo testimonianza della loro dedizione al "make up" da tutte le raffigurazioni di faraoni, regine, divinità giunte fino a noi. Nell’antico Egitto truccarsi era un’usanza piuttosto radicata, non di appannaggio esclusivamente femminile, ma diffusa in uomini, donne e fin anche bambini molto piccoli. 

 

Erano gli occhi, considerati lo specchio dell’anima, a essere oggetto di particolare attenzione e a venir definiti, sottolineati e colorati con preparati ricavati da varie sostanze naturali, oli e unguenti. Per gli Egizi e altri popoli antichi il trucco non aveva solo un significato estetico, ma assumeva precise funzioni religiose, sociali (sottolineando a volte il rango della persona) e fin anche curative (alcune sostanze cosmetiche degli Egizi, ad esempio, avevano importanti proprietà antibatteriche). 

 

Il make up inoltre assumeva importanti funzioni funerarie: sempre presso gli antichi Egizi, un rituale importante era quello della cura del volto del defunto, che veniva abbellito e colorato per donargli nuovamente l’apparenza di un incarnato vitale e sano. In questi casi, il trucco diventava una sorta di maschera funeraria e diveniva parte integrante dei rituali di accompagnamento del morto nell’aldilà. Non solo un valore estetico dunque. Eppure nella società contemporanea, in cui è appannaggio soprattutto del sesso femminile, sembra soprattutto questo il significato del make up.

 

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Cosmesi e psicologia

Il trucco, dicevamo, esalta e copre, mostra e nasconde al tempo stesso. Il risultato può essere un buon bilanciamento fra ciò si desidera mostrare e celare di sé stesse o, al contrario, quello di un'artificiosa finzione che poco lascia trapelare della propria natura più autentica.

 

In fondo, da questo punto di vista, il trucco è un mezzo di comunicazione interpersonale. Come evidenziarono Joseph Luft e Harry Ingham con la loro finestra di Johari (1955), quando ci rapportiamo agli altri tendiamo a mostrare consapevolmente alcuni aspetti di noi e a celarne altri che desideriamo rimangano intimi e privati. Quanto svelare e quanto nascondere dipende naturalmente dal grado di intimità che si ha con il proprio interlocutore. Ci sono persone, come partner, figli o amici molto intimi, alle quali ci si mostra abitualmente anche senza trucco. Altre invece a cui non ci mostrerebbe mai al “naturale” e non solo per ragioni estetiche o velleitarie, ma perché ci si sentirebbe eccessivamente esposte e messe “a nudo”. 

 

Il trucco, insomma, contribuisce anche a distinguere, delle donne, una versione “pubblica” da una “privata” di sé stesse. Non solo, ci possono essere occasioni in cui il make up diventa un arma deliberata per sottolineare il proprio ruolo o raggiungere uno scopo: si pensi a quanta parte possa giocare il trucco nella danza della seduzione, o, al contrario, nel sottolineare in toni discreti ma sapientemente studiati l’immagine di un personaggio pubblico (l’outfit e il make up di donne come Kamala Harris o Kate Middleton sono studiati e chiacchierati praticamente ogni giorno). 

 

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Il trucco tra conformismo ed espressione di sé

Nell’attuale società dell’immagine spesso il trucco viene utilizzato come strumento per adeguarsi a certi stereotipi di bellezza femminile e le donne che non si truccano o non curano il proprio aspetto secondo i dettami del “selfie perfetto” finiscono spesso nel mirino mediatico. 

 

Un esempio celebre fra tanti, quello della giornalista Giovanna Botteri, criticata sui social per il suo aspetto poco “ortodosso” secondo i certi dettami televisivi italiani che ha dovuto ricordare quanto le persone dovrebbero ascoltare le giornaliste per quello che dicono e non per quanto curano l’avvenenza della propria immagine. Problema annoso, non certo nuovo, quello della facile oggettivazione del corpo femminile a cui anche il make up può prestarsi se viene utilizzato con funzioni omologanti e/o sessualizzanti tout court.

 

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Make up e autodeterminazione

Eppure il make up può essere anche un potente mezzo di autodeterminazione. Questo è molto vero in certe fasi dell’adolescenza in cui le manipolazione del corpo – trucco, tatuaggi, piercing ecc. – risultano essere un modo per il ragazzo o la ragazza di ri-appropriarsi della propria immagine e della propria corporeità, sottraendola al controllo dell’adulto, ma anche all’imprevedibilità dei ritmi incalzanti della crescita. 

 

Gli adolescenti, spiazzati da un corpo cangiante in cui stentano a riconoscersi, hanno bisogno di esercitare una qualche forma di potere, controllo e autodeterminazione del corpo.
Ma che relazione può esserci fra trucco e personalità? Se non è solo un fattore omologante, in che modo svela anche caratteristiche di noi stesse/i? 

 

Truccarsi in toni troppo accessi denoterebbe istrionismo o insicurezza? Truccarsi poco o non truccarsi affatto sarebbe indice di timidezza o intraprendenza e indipendenza dai dettami delle mode? Il trucco su un volto maschile ne rivela obbligatoriamente l’orientamento sessuale o può stare anche per altro?
Domande a cui, per fortuna, è difficile rispondere: la variabilità dell’animo umano è certamente più articolata del numero di colori su una palette di ombretti. Solo voi potete provare a costruire qualche risposta: il vostro make up cela o rivela? E, nel caso, cosa sta comunicando di voi?

 

“Se siete tristi, se avete un problema d’amore, truccatevi, mettetevi il rossetto rosso e attaccate.”
(Coco Chanel)