Religione e spiritualità, differenze e vicinanze
Spiritualità e religione, due concetti molti simili e spesso confusi ma in realtà molto diversi.
Religione e spiritualità sono termini spesso utilizzati in modo analogo e interscambiabile, seppur rilevino aspetti differenti. Spesso possono sfociare in un unico grande costrutto, altre volte invece essere profondamente differenti a tratti contrastanti.
Religione e spiritualità, in cosa sono simili?
Religione e spiritualità condividono l’aspetto della ricerca che tende a qualcosa di profondo, trascendente, oltre il fisico e l’umana natura e che rappresenta lo spirito profondo dell’essenza del mondo.
Questo si raffigura in Dio come spirito creatore o nelle divinità da venerare e rispettare, altre volte invece è l’anima come essenza dell’uomo, lo spirito della natura e degli oggetti del mondo. Insomma, qualcosa che è oltre la natura e i limiti fisici, che va ricercato ogni giorno, con gesta e stati interiori al fine di comprendere e rispondere ai grandi interrogativi sul senso della vita e dell’esistenza terrena.
Questi interrogativi da sempre hanno animato il pensiero umano e si sono espressi in forme spirituali, filosofiche, religiose e in gruppi di pensiero differenti che hanno costruito la storia e trovato seguaci. Sono differenti forme e strutture per ricercare la serenità, la pace interiore e la risposta a quesiti che la scienza e il sapere umano faticano a soddisfare pienamente.
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Perché così diverse?
Seppur simili all’apparenza, spiritualità e religione sono molto diverse. Per religione si intende un sistema organizzata di pensieri, regole, principi, valori e azioni attorno ad un vissuto verso qualcosa che trascende la fisicità, solitamente una o più divinità da adorare. Qualsiasi essa sia, dà una visione della divinità e dei dogmi da seguire, accettati e attivati dai seguaci, i religiosi, che si uniscono e condividono lo stesso credo.
Le regole, rituali, le festività e tutte le azioni da svolgere, come la preghiera, i sacrifici, ecc., sono volti a raggiungere il benessere interiore, la liberazione e garantire una vita migliore dopo la morte.
La religione è solitamente professata e condivisa da un gruppo, spesso guidato da una persona che conosce a pieno i principi e le regole, conducendo i religiosi alla loro piena esplicitazione. La comunità ha talvolta una struttura con ruoli differenti, più o meno definiti.
La spiritualità è invece qualcosa di più intimo e personale, identificabile come una ricerca interiore, attraverso meditazione, tecniche, riflessione o altre modalità personali, della profondità dell’essenza del mondo. È un viaggio interiore, non sempre sancito da regole e principi condivisi da altri, ma personale e unitario.
La ricerca di sé e del trascendente è qualcosa che viene agito al fine di trovare la pace e la serenità in una realtà materiale e fisica, con limiti e vincoli. È qualcosa che anima lo spirito, dona senso di pienezza e permette il contatto con la parte più profonda e nascosta di sé, conoscendola e accettandola pienamente e consapevolmente. Si distingue dalla religiosità perché non vi è la venerazione di una divinità o entità superiore definita, regole precise e rituali, ma è la ricerca pura e interiore dell’essenza e di qualcosa che va oltre l’umana conoscenza e fisicità.
Perché religiosità e spiritualità possono incontrarsi
Nella religiosità è presente una certa forma di spiritualità, laddove il credo, la fede, diventano una ricerca profonda della verità a livello interiore e personale. La religiosità non è più quindi solo una professione di una serie di principi e dogmi, azioni e concetti, ma un vero viaggio interiore.
Si discosta dalla pura spiritualità prima presentata, perché legata comunque a un credo e ad una cultura religiosa, ma più profonda, meno imposta e appresa e maggiormente sentita come via e possibilità di risoluzione di interrogativi, turbamenti e sentimenti umani.
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