Le 4 fasi del piacere sessuale femminile
Il piacere sessuale femminile è ancora troppo spesso soggetto a preconcetti e tabù. In che modo una maggiore autoefficacia sessuale può contribuire a rendere più appagante la sessualità delle donne? Risponde Stefano Eleuteri, psicologo e sessuologo.
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La sessualità, per come viene vissuta da uomini e donne, risente inevitabilmente di pregiudizi e stereotipi di genere che stentano a riconoscere soggettività e autonomia al piacere femminile che rischia di rimanere ancora oggi un tabù importante.
Ne abbiamo parlato col dott. Stefano Eleuteri, psicologo della salute, sessuologo clinico, docente a contratto presso Sapienza Università di Roma e Membro del Comitato Esecutivo della World Association for Sexual Health.
Perché è importante parlare del piacere sessuale femminile? In che modo gli stereotipi di genere e una cultura maschilista hanno ostacolato e ostacolano un’attenzione consapevole?
Il piacere sessuale femminile tutt’oggi rimane un tabù importante. Le sfaccettature socialmente costruite del genere, come l'approvazione di un doppio standard sessuale, diverso per uomini e per donne, e gli atteggiamenti su come uomini e donne dovrebbero comportarsi, sono componenti importanti che influenzano la sessualità.
Le ricerche ci dicono che gli uomini riportano un maggior numero di partner, un uso più coerente del preservativo, pensieri più frequenti sul sesso, atteggiamenti sessuali più permissivi e una maggiore autoefficacia del preservativo rispetto alle donne.
Le donne riferiscono di aspettative più positive di godere del sesso con il preservativo, di una più frequente compliance e vittimizzazione sessuale, e di più problemi e disfunzioni sessuali (Lefkowitx et al., 2014).
Ovviamente, questi sono i risultati di una cultura che vede la sessualità come appartenente alla sfera maschile, dove la donna non viene tanto “socializzata” come soggetto sessuale, ma più come oggetto.
È interessante che questa cultura maschilista abbia un impatto forte anche nelle minoranze sessuali. Gli studi ci dicono, infatti, come le donne omosessuali risentano in modo più forte della cultura eteronormativa anche nella stessa formazione della coppia. Le coppie di donne sembrano riprodurre maggiormente che le coppie di uomini il modello eterosessuale, dove uno dei partner “incarna” più facilmente il modello maschile e l’altro il modello femminile.
La letteratura ha connesso questo aspetto a una maggiore influenza degli stereotipi sulle minoranze meno “forti”. In questo caso, l’essere “donna” e “omosessuale” rappresenterebbe l’appartenenza a una duplice minoranza, richiedendo un maggiore sforzo di adeguamento alle categorie “normativizzanti” (Eleuteri et al., 2009).
Riguardo a quelle che sono le 4 fasi della risposta riconosciute in ambito sessuologico (desiderio, eccitazione, orgasmo, risoluzione), si distingue anzitutto fra desiderio ed eccitazione. Come sono vissuti questi aspetti nella sessualità femminile?
Il nuovo modello della risposta sessuale, chiamato incentivo-motivazionale, descrive una stretta connessione tra desiderio ed eccitazione, sottolineando quanto questi due aspetti, separati nei precedenti modelli, non possano essere considerati come separati (Simonelli et al., 2019).
Proprio per questo il DSM 5, l’ultimo manuale diagnostico e statistico dei disturbi sessuali, ha creato un’unica categoria diagnostica per definire problematiche in questa fase. Nella risposta sessuale normativa, le donne in questa fase hanno pensieri, desideri e/o interessi per la sessualità che precedono o sono contemporanei a segni di eccitazione genitali o non genitali (la lubrificazione vaginale è di certo il segnale più evidente).
Nelle 4 fasi del piacere sessuale femminile è compreso l'orgasmo: in che modo si differenzia da quello maschile? Come può essere raggiunto e vissuto in modi differenti da donna a donna?
L'orgasmo è la fase connessa al più ampio piacere sessuale. Sappiamo che il piacere è unico e può variare parecchio di intensità in relazione allo stimolo iniziale e che in alcune donne l’orgasmo può anche essere una sensazione mai esperita.
Si è molto discusso sul tipo di orgasmo femminile: se è determinato dalla stimolazione clitoridea o da quella vaginale. Sicuramente la stimolazione del clitoride in modo diretto (carezze, baci...) prima del coito e quella che avviene durante il rapporto attraverso i movimenti penieni, lo sfregamento e la pressione delle pareti vaginali produce intense sensazioni che portano all'orgasmo e gli studiosi, nonostante un eterno dibattito ancora non taciuto, sono perlopiù concordi sul fatto che esista un unico tipo di orgasmo.
Le differenze principali di questa fase rispetto all’uomo sono che queste sensazioni possono ripetersi più volte nel corso dello stesso rapporto sessuale in particolari condizioni di coinvolgimento emotivo e di grande eccitazione, dando vita a quello che viene definito come orgasmo multiplo (non riconosciuto nell’uomo).
Inoltre, sempre a differenza dell’uomo, le sensazioni di eccitazionie diminuiscono in modo lento e variabile (risoluzione), e se adeguatamente stimolata e priva di inibizioni può raggiungere subito un altro orgasmo.
Maggio è il mese dell’autoerotismo, argomento quanto mai controverso: sembra che le donne lo pratichino meno rispetto agli uomini e soprattutto ne parlino ancora molto poco. Come e in che modi invece può contribuire ad una sessualità più consapevole e ad aumentare il piacere sessuale femminile?
La masturbazione permette alle donne di imparare a conoscere il proprio corpo, in particolare consente di individuare le zone più sensibili o che provocano maggiore piacere, oltre al modo corretto di stimolarle.
Non siamo tutti uguali e quello che può risultare gradito a una persona non ha nessun effetto su un’altra. Questo permette alle donne, vista soprattutto l’educazione sessuale spesso inesistente e i tabù di cui parlavamo anche sopra, di imparare a conoscere una parte molto importante del proprio corpo e di sapere anche che esiste il clitoride.
Soprattutto porta a una maggiore consapevolezza del fatto che tutte possono raggiungere l’orgasmo e se questo non accade non è per colpa loro ma magari perché non c’è la corretta stimolazione da parte del partner. Se non si conosce come darsi piacere, non si sa neanche spiegare agli altri come aiutarci a raggiungerlo.
Ovviamente, in questo, i sex toys possono aiutare. Anche in questo la creatività e la sperimentazione aiutano: ne esistono di tutti tipi e ognuna, sicuramente, avrà quello che preferisce.
Il piacere sessuale spesso viene vissuto in conflitto con le precauzioni a gravidanze indesiderate o malattie sessualmente trasmissibili. In che modo un retroterra culturale “passivo” rischia di rendere le donne meno assertive nel gestire i metodi contraccettivi?
Abbiamo già detto come gli uomini sembrano avere una maggiore autoefficacia nell’uso del preservativo. Alcune ricerche recenti sottolineano come l’autoefficacia sessuale sia connessa con l’utilizzo dei contraccettivi e come, quindi, gli interventi che hanno migliorato l’autoefficacia sessuale abbiano incrementato l’utilizzo del preservativo da parte delle donne (Widman et al., 2018).
Anche su questo ci sono molti miti da sfatare. Alcune donne pensano, ad esempio, che presentarsi a un appuntamento con un preservativo le faccia vedere come “ragazze facili”. Ovviamente dipende dalla cultura ma anche dal modo individuale di vedere la sessualità come qualcosa che si può ricercare in prima persona, senza essere appunto solo un “oggetto” sessuale.
In questo senso, una donna che ricerca il piacere sessuale probabilmente ha una maggiore autoefficacia e sa gestire in modo più autodeterminato anche il contraccettivo.
Della sessualità e del piacere sessuale si parla tanto ovunque, forse troppo tant’è che è spesso difficile individuare fonti attendibili. Come informarsi per comprendere qualcosa in più del piacere sessuale femminile?
Diversi sono gli spunti che si occupano a livello divulgativo del piacere sessuale femminile, ma quello che consiglio di più è il libro Vengo prima io, scritto da Roberta Rossi, esperta psicoterapeuta e sessuologa.
Nel libro sono contenute le parole di sedicimila donne che hanno deciso di condividere esperienze e dubbi sull’orgasmo. L’autrice raccoglie i vari dubbi e risponde aiutando a capire, anche grazie a indicazioni concrete, com’è fatto davvero il corpo femminile, come funziona e cosa fare per scoprire, conoscere, ritrovare il piacere.
Bibliografia:
Eleuteri S., Fabrizi A., Simonelli C., 2009, Eteronormatività e omosessualità femminile: riformulazione di un antico legame, Rivista di Sessuologia Clinica, 16: 5-20.
Lefkowitz E.S., Shearer C.L., Gillen M.M., Espinosa-Hernandez G., 2015, How GenderedAttitudes Relate to Women’s and Men’s Sexual Behaviors and Beliefs, Sexuality and Culture, 18(4): 833–846.
Rossi R., 2019, Vengo prima io. Guida al piacere e all’orgasmofemminile.FabbriEditore.
Simonelli C., Fabrizi A., Rossi R., Tripodi F., a cura di, 2019, Sessuologia clinica. Diagnosi, trattamento e lineeguidainternazionali, FrancoAngeli.
WidmanL., Golin C.E., Kamke M.S., Burnette J.L., Prinstein M.J. 2018, Sexual Assertiveness Skills and Sexual Decision-Making in Adolescent Girls: Randomized Controlled Trial of an Online Program, American Journal of Public Health, 108(1): 96–102.