Punizioni ai bambini, come renderle educative
Punizioni si o no? Alcune caratteristiche del "mettere in castigo" possono rendere il momento del redarguire educativo e funzionale al cambiamento.
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L’educazione dei bambini rimane ancora oggi un campo complesso su cui si animano dibattiti e controversie sia tra genitori, ma anche tra educatori, insegnanti e altri professionisti. In passato la disciplina maggiormente attivata era quella basata sulle punizioni e l’autorità, oggi molto meno utilizzate, seppur talvolta eccedendo nell’eccessivo lassismo e assenza di una linea educativa.
Il ruolo delle punizioni apre un mondo che vede genitori, e non solo, divisi tra chi le ritiene estremamente importanti ed efficaci per l’educazione e chi, invece, non le considera all’interno della propria condotta educativa. Non c’è una linea più corretta di altre, ogni famiglia e contesto è unico e ogni bambino risponde ai differenti stili in modo singolare.
Quello che si è potuto osservare è che le punizioni non sono sempre elementi negativi, ma possono essere efficaci e funzionali se hanno delle caratteristiche importanti.
Punizioni efficaci: meglio se immediate
Soprattutto quando sono piccoli i bambini faticano a comprendere e a realizzare lo scorrere del tempo, vivendo nel qui ed ora, pertanto se combinano qualcosa di sbagliato è importante che la conseguenza arrivi subito e non venga rimandata a più tardi.
Il motivo di fondo è che in questo modo il bambino ha la possibilità di comprendere che, il comportamento attivato, porta a delle conseguenze sgradevoli e negative, come la rabbia di mamma e papà e magari una piccola punizione, come ad esempio non poter giocare con un gioco o un amico per breve periodo.
In questo modo la punizione assume valore educativo, imprimendo nella testa del piccolo un insegnamento di un’associazione che in futuro, probabilmente, cercherà di evitare.
Punizioni: meglio se private
“Loda in pubblico e critica in privato” (Vince Lombardi) frase che racchiude un significato profondo a fini educativo. Le punizioni infatti devono essere impartite privatamente al bambino o ragazzo e non davanti ad altre persone, magari gli amici con cui stava giocando o trascorrendo il tempo. Ricevere critiche pubbliche, infatti può essere mortificante e avere effetti negativi sulla considerazione di sé, sulla propria autostima e sulla possibilità di instaurare relazioni e interagire anche per vergogna e senso di inadeguatezza.
Al contrario molto utile e funzionale lodare e rinforzare in pubblico, per il miglioramento della stima in sé, il senso di autoefficacia e il consolidamento di un comportamento desiderato e funzionale.
Punizioni: meglio se associate a una spiegazione
La punizione data senza alcuna spiegazione assume per il piccolo un’imposizione non compresa e che spesso non attiva un cambiamento, elemento che dovrebbe essere il fino ultimo alla base di ogni punizione.
Pertanto, al fine di attivare una modifica o estinzione del comportamento indesiderato, attraverso una punizione, è importante che al bambino venga spiegato cosa ha sbagliato e perché, utilizzando un linguaggio adeguato all’età, calibrando le parole, il tono di voce e anche la punizione alla gravità del gesto compiuto e donare quindi un significato alla punizione stessa.
Punizioni: meglio se brevi
Proprio perché il risultato atteso è il cambiamento di un comportamento e la consapevolezza del perché si è commesso un errore, la punizione deve durare poco per permettere al bambino di rimediare a quanto fatto, di dimostrare che ha compreso.
Inoltre, laddove di rispetti il principio della brevità nel punire, si rende la punizione anche più realizzabile nel tempo ed efficace, poiché il bambino sarà mosso da emozioni leggermente negative per un certo periodo circoscritto, che aiuteranno ad attivare un cambiamento.
Dare punizioni lunghe rischia invece di generare una perdita di efficacia perché dopo molti giorni i bambini possono non porre più attenzione a quanto deciso da mamma e papà e dedicarsi ad altro. Pensiamo ad esempio se si decide che per 10 giorni non utilizza un gioco specifico, dopo un po’ il bambino potrebbe non voler più utilizzare quel gioco e usare altro, perdendo così l’obiettivo della punizione.
Focalizzarsi sul comportamento
Quando si danno delle punizioni o fanno critiche è importante che siano specifiche per un comportamento e non interessino la persona. È la cosa eseguita a essere sbagliata e non che la esegue, quindi è bene usare frasi tipo “questa cosa che hai fatto è sbagliata perché…” “hai fatto una cosa un po’ antipatica o cattiva” e non "sei sbagliato, sei antipatico o cattivo". In questo modo il bambino ha un rimando sull’azione, che deve essere cambiata, ne capisce la disfunzionalità ma non riceve accuse al sé e alla sua autostima.
Punizioni: meglio se attivanti
Un metodo di punizione che si potrebbe utilizzare è quello di coinvolgere i bambini e ragazzi in qualcosa per loro poco piacevole, ad esempio riordinare la casa, aiutare nelle pulizie, apparecchiare, ecc. In questo modo si attivano emozioni spiacevoli e al tempo stesso si aiuta a comprendere come ogni azione ha delle conseguenze.
Analogamente è bene lodare o rinforzare un comportamento adeguato e funzionale, aiutando a capire anche gli effetti positivi dei comportamenti adeguati.
Queste sono solo alcune delle caratteristiche che predispongono ad una punizione maggiormente efficace ed educativa, ricordandosi tuttavia che le punizioni devono essere rare e date solo se strettamente necessario. Utilizzare invece il rinforzo dei comportamenti che si vuole consolidare o far apprendere può, invece, essere una buona alternativa e più efficace.