I capricci dei bambini: che senso hanno e come gestirli
A che età possono manifestarsi i capricci dei bambini e che senso hanno? Intorno a 1-2 anni un piccolo può colpire, strillare e anche mordere, ma generalmente questi comportamenti non vengono considerati un problema. Invece le stesse azioni vengono percepite come inappropriate in un bambino di 3-4 anni, poiché si ritiene che a questa età un piccolo dovrebbe avere un maggiore controllo quando in realtà il suo cervello dal punto di vista emotivo è tutt’altro che maturo. Anche a 10-11 anni d’età la capacità di moderare le proprie reazioni e quindi i capricci è molto scarsa, ecco perché spetta ai genitori scoprire come gestirli. Approfondiamo l’argomento
L’aggressività di un adulto ha generalmente radici che affondano nell’infanzia, quando bisogna soddisfare alcune necessità fondamentali come un buon legame con la figura di attaccamento, essere autonomi, avere un ruolo: la negazione di questi bisogni può dare luogo a forme di aggressività e violenza che servono a comunicare il mancato appagamento dei bisogni primari.
In questo senso, anche nel bambino aggressività e violenza, attraverso un mosaico di comportamenti tra cui il fare i capricci, sono forme di comunicazione con cui i più piccoli ci informano di un loro disagio.
I capricci infatti possono essere correlati all’aggressività e generalmente il piccolo presenta delle problematicità: può starsene isolato, fare clamorose urla, sottrarre oggetti, praticare atti vandalici e, quando è più grande, dimostrarsi sessualmente disinibito o esibire forme di aggressività sessuale.
I capricci dei bambini sono condizionati principalmente dai centri emotivi, in primo luogo dall’amigdala, che può scatenare emozioni violente; questo perché la corteccia cerebrale di un bambino, specialmente quella frontale, è ancora lontana dal raggiungere la completezza.
Tuttavia stare calmi e controllarsi, anche a scuola, non dipende solo da una forma di autodisciplina che fa capo alla supervisione esercitata dalla corteccia cerebrale, ma anche dalla comprensione delle regole sociali e morali.
La maggior parte dei bambini di età inferiore ai 5-6 anni ha una scarsa comprensione di che cosa sia socialmente accettabile al di fuori del compiacere i genitori: nonostante ciò, anche a questa età è facile distinguere tra chi si abbandona ad una violenta esternazione delle proprie emozioni e passa al cosiddetto acting out – capricci dei bambini o aggressività manifesta e incontrollata – e tra chi cerca solo di essere assertivo e di rivendicare le proprie ragioni e la propria individualità.
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Riconoscere i capricci dei bambini e capire come gestirli
Molte situazioni possono scatenare comportamenti aggressivi e capricci dei bambini ed essere quindi prevenute: in genere la stanchezza, il rumore, la fame, la mancanza di sonno, le tensioni familiari sono cause scatenanti. Quando i bambini sono molto eccitati dimenticano le norme che vengono rispettate in situazioni normali. I genitori che hanno a che fare spesso con i capricci dei bambini e si chiedono come gestirli dovrebbero considerare che le attività motorie favoriscono l’affiatamento e l’empatia, e incoraggiano i bambini a giocare insieme; al contrario un bambino che non ha modo di giocare e di esplorare liberamente l’ambiente può manifestare varie forme di aggressività o adottare comportamenti prepotenti per ottenere attenzione, per essere riconosciuto.
Inoltre di fronte ai capricci e al pensiero di come gestirli i genitori dovrebbero considerare che punire il proprio bambino per una condotta aggressiva, spesso nei confronti dei fratelli, in mancanza di attenzione ed empatia da parte dei genitori, sembra apparentemente una soluzione giusta ed adottata da molti, ma in realtà se il bambino è trascurato la punizione può avere un effetto paradossale perché può essere percepita come una forma di attenzione, anche se in senso negativo.
Un adulto dunque nel riconoscere i capricci e nel capire come gestirli deve sapere quali sono i detonatori dell’aggressività e tenere presente che rispondere ai comportamenti violenti di un bambino con comportamenti violenti non fa che innescare il circolo vizioso: bisognerebbe invece rispondere ai capricci con calma, indicando ai piccoli che vi sono altri modi per esprimersi, e favorendo i giochi all’aria aperta. Inoltre, è bene ricordare che anche a 10-11 anni un bambino è sempre un bambino, dotato di un cervello ancora in formazione in grado di assorbire valori positivi o negativi, legati a quelli proposti dagli adulti che lo circondano.
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Immagine | RachelH_