Compiti delle vacanze, ecco a cosa servirebbero davvero
Tra chi li condanna e chi li ritiene importanti, anche quest'estate in valigia non scordatevi di mettere i compiti delle vacanze! Ma servono veramente? Sì, sono utili a sviluppare autonomia, creatività, risanare lacune e generare responsabilità.
Finisce la scuola, iniziano le tanto attese vacanze estive con lunghe giornate di sole, libertà, dolce far niente e divertimento assicurato…ma a rompere il sogno ci sono i tanto odiati compiti delle vacanze.
Le vacanze, per definizione, sono fatte per staccare la spina e riposare e nessun alunno ha la voglia e la motivazione per mettersi a studiare, visto lo sforzo e le corse fatte durante i mesi di scuola.
Ecco che allora iniziano gli scontri con mamma e papà e i compiti diventano un reale impegno per entrambe le parti e una vera causa di stress, fino ad un rifiuto da parte degli studenti.
Date le premesse, è utile riempire di compiti gli alunni? Il dibattito è sempre molto accesso ma nelle giuste dosi possono essere un elemento di crescita.
Compiti delle vacanze: piccole gocce di autonomia
Durante l’anno scolastico ad organizzare il tempo dei bambini ci pensano i tanti impegni gestiti per lo più dai genitori e i compiti vengono fatti in momenti precisi tra la fine della scuola e l’allenamento, la visita medica, il cartone preferito, ecc.
Ma nel periodo estivo tutto cambia: si hanno tre lunghi mesi senza scuola o altro e gli studenti trascorrono il tempo senza scopo e organizzazione cadendo spesso in attività monotone, noiose e poco utili.
I compiti delle vacanze possono essere usati come mezzi per responsabilizzare il figlio nella gestione del proprio tempo e dell’autonomia. Dopo qualche giorno di assoluto riposo dopo l’ultima campanella, è bene suddividere i compiti nel periodo di vacanza, stabilendo gli obiettivi di ogni settimana.
Definito l’obiettivo lasciare la responsabilità al figlio di decidere come e quando raggiungerlo (fare i compiti la mattina? Tutti un solo giorno della settimana?) e solo in caso di estrema difficoltà, aiutare a pianificare il lavoro e ricordare il patto stipulato.
L’obiettivo è far capire che la buona gestione delle proprie responsabilità permette di avere anche del tempo per il divertimento e il piacere. Dare rimandi positivi al lavoro svolto e all’impegno è importante per garantire un consolidamento del comportamento.
Leggi anche Vacanze studio in Inghilterra >>
Compiti delle vacanze: riparare le lacune
Per chi durante l’anno non ha svolto a pieno il proprio dovere, o per coloro che hanno avuto delle difficoltà, i compiti delle vacanze sono un’occasione per riparare le lacune.
Lo stress durante l’anno scolastico può portare ad abbandono e rifiuto con una riduzione dell’impegno e quindi dei risultati ottenuti.
Provare a rimettere la testa su concetti difficili o materie poco “simpatiche” in un ambiente e periodo più tranquillo e con ritmi meno serrati, può aiutare a consolidare degli apprendimenti e colmare dei vuoti.
Importante è non opprimere il figlio con l’idea del recupero delle materie insufficienti o degli argomenti poco chiari, ma presentare le attività in un clima sereno e propositivo lasciando da parte il terrorismo degli “esami a settembre”.
Ricordarsi che non è quanti esercizi fa e quante ore passa sui libri ma come lo fa e se qualcosa poi gli resta.
Compiti delle vacanze: consolidare quanto appreso
Una ricerca svolta dal National Summer Learnig Association (Johns Hopkins University, Baltimora,Usa) ha dimostrato che gli studenti durante la pausa estiva vanno incontro al “summer brain drain” ovvero la perdita di parte delle competenze apprese durante l’anno scolastico, soprattutto in matematica e italiano.
Lo svolgere qualche compito quindi è utile per mantenere quanto appreso che è fondamentale per riprendere le normali attività all’inizio dell’anno scolastico.
Così come l’atleta se smette di allenarsi perde un po’ la tonicità e capacità muscolare, al pari il cervello non allenato perde la flessibilità, la competenza e l’efficienza.
I compiti devono essere un allenamento, un campo di gioco in cui mettersi alla prova e consolidare abilità, conoscenze e competenze e quindi anche la fiducia in se stessi.
Compiti delle vacanze… alternativi>
Se è pur vero che qualche esercizio di italiano, alcune espressioni di matematica, qualche capitolo da ripassare e dialoghi in lingua inglese da studiare non guastano mai, è bene associare altre attività di apprendimento maggiormente stimolanti e altrettanto efficaci, se non di più.
È possibile dare ai ragazzi la possibilità di leggere alcuni libri, dando linee guida per la scelta ma senza imporre, far progettare un evento o una vacanza calcolando costi, spese e tutto quello che è necessario per “sopravvivere” e tanto altro ancora.
I genitori possono proporre attività di apprendimento informale come il vedere una mostra, un film, un documentario, aiutare a fare i conti della spesa, un dolce o attività di gioco o comunque motivanti e di interesse per il figlio.
Non bisogna dimenticarsi che il gioco per il bambino è la prima fonte di apprendimento ed esso può essere ricco di matematica, italiano, storia e altre materie accanto alla stimolazione di creatività, attenzione, concentrazione, memoria, linguaggio e altro ancora.
Per l’adolescente la questione si complica, ma è altrettanto funzionale cercare di proporre attività di interesse o seguire il desiderio del figlio trasformando un’attività di per sé banale in qualcosa di costruttivo e utile.
Ciò che è svolto con interesse, motivazione e passione ha maggiore potere di insegnamento di un esercizio o libro appreso a memoria, consolida l’apprendimento e stimola alla conoscenza. Non bisogna dimenticare che le vacanze estive sono un momento di svago e quindi compiti sì ma con moderazione e innovazione.
Legi anche L'apprendimento latente >>