Come sostenere la motivazione all’apprendimento
L’apprendimento è un processo che non è più legato solo al periodo giovanile, ma può protrarsi durante tutto l’arco di vita. Comprendere come sostenere la motivazione all’apprendimento è quindi importante sebbene difficile in quanto occorre considerare diversi fattori: come agisce, da dove nasce e da chi dipende. Vediamolo insieme
Per molti psicologi il ruolo della motivazione nell’apprendimento è centrale sia nell’età dello sviluppo, sia nel caso di formazione degli adulti.
La motivazione è la molla che spinge il comportamento, ciò che guida la scelta delle sfide da affrontare e il modo in cui raggiungere l’obiettivo prefissato.
Avere una buona motivazione di partenza è quindi fondamentale in un compito difficile come quello di apprendere nozioni, abilità e compiti nuovi. Sostenere la motivazione è tutt’altro che semplice soprattutto se non chiaro a quale livello intervenire.
I tre filoni di ricerca su motivazione a apprendimento
La ricerca sulla motivazione risente necessariamente della scuola e dell’approccio cui si fa riferimento. Semplificando, possiamo distinguere tre filoni di ricerca. Il primo è di matrice cognitivista: l’attenzione è volta al processo con cui si valuta l’apprendimento. Il soggetto sarebbe in grado di porsi obiettivi, di scegliere dei metodi di studio e di valutare i vari modi con cui raggiunge il proprio scopo. La motivazione sarebbe alla base dell’attrazione del soggetto verso il proprio obiettivo.
Il secondo filone si basa sull’assunto che la motivazione nell’apprendimento ha un ruolo energetico ed energizzante. Si tratta della classica visione di motivazione di stampo comportamentista che ha portato poi a sottolineare il coinvolgimento affettivo che si prova durante il processo di apprendimento. L’ultimo filone, quello più recente, è quello che si concentra sui sistemi di autoregolazione che guidano l’apprendimento e che sarebbero frutto di un incontro tra strategie metacognitive e motivazionali.
Motivazione e apprendimento: intrinseca o estrinseca?
Un’altra questione da tenere conto quando si vuole sostenere la motivazione all’apprendimento è la fonte di tale spinta. La motivazione è intrinseca quando l’attività che stiamo svolgendo è di per sé gratificante per una qualche ragione personale.
Viceversa si parla di motivazione estrinseca quando il raggiungimento del nostro obiettivo prevede una forma di ricompensa che è poi la reale fonte di interesse.
Spesso si afferma in modo univoco che l’unica motivazione valida sia quella intrinseca, ma forse vale la pena approfondire un po’ più il discorso. Presumere che tutti i discenti siano mossi dalla sete del sapere è decisamente ottimistico, è inoltre fondamentale ricordare che nel tempo la motivazione cambia.
L’intensità, ma anche la fonte dell’impegno possono cambiare. Soprattutto nei più giovani sarebbe opportuno utilizzare la ‘forza’ della motivazione estrinseca cercando di cogliere quei segnali che testimoniano un più genuino interesse verso l’apprendimento.
La responsabilità della motivazione dell’allievo nell’apprendimento
Parlando di scuola, la tendenza è quella di spiegare la demotivazione con cause che si rifanno all’allievo e alla sua famiglia. Sebbene ci saranno sempre molti casi di questo tipo non costituiscono certo l’unica possibilità.
Spesso è opportuno che l’insegnante si ponga delle domande circa il proprio ruolo e il modo in cui propone gli argomenti. Ciò non vuole essere l’ennesimo aiuto che porta alla deresponsabilizzazione del’allievo (soprattutto in caso di cattivo rendimento), ma del tentativo di comprendere in modo globale come la motivazione agisca sull’apprendimento attraverso tante strade.
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