Archetipi del femminile, la dea Demetra
La maternità, il nutrire gli altri materialmente o spiritualmente sono tutte caratteristiche dell’archetipo di Demetra che può caratterizzare la personalità di una donna o emergere in una certa fase della sua vita. Non solo la gravidanza e la maternità biologica, ma qualsiasi ambito in cui la donna porti cura e sostegno ad altri.
Demetra, come dea delle messi e della maternità, rappresenta l’archetipo femminile connesso in senso stretto alla gravidanza, alla cura e al nutrimento dei figli.
In senso lato, questo archetipo fa riferimento a quell’energia della psiche della donna che entra in gioco in ogni ambito in cui ella esprime la propria realizzazione personale attraverso la cura degli altri portando loro nutrimento, sia esso fisico, emotivo o spirituale.
Alcune donne possono essere guidate da questo archetipo in quella che risulta essere la propria occupazione principale di vita (siano esse madri di molti figli, cuoche prodighe, maestre di scuola o operatrici del sociale o nelle professioni d’aiuto). Altre possono ignorare l’energia di Demetra fino ad incontrarla solo ad un certo punto della propria vita.
Demetra rimanda, più fortemente di altre dee, all’archetipo della Grande Madre, simbolo primo del femminile. Perché possa risultare benefica e utile per la realizzazione di una donna, ella deve tuttavia realizzare nella propria psiche un incontro “fecondo” fra questo e altri archetipi della personalità: una buona madre – di se stesse e di altri – non può essere tale se è solo una madre.
Demetra nella mitologia greca
Nella mitologia greca rintracciamo le tre linee della maternità di Demetra come madre biologica (della figlia Persefone), dispensatrice di cibo (dea delle messi, colei cioè che faceva crescere le colture indispensabili alla sussistenza degli umani) e sostegno spirituale (e lei erano dedicati i Misteri Eleusini).
Rintracciamo queste tre caratteristiche nel mito del ratto di Persefone, la giovane figlia di Demetra venne rapita dal dio Ade, fratello di Demetra, sotto il benestare di Zeus, padre della stessa Persefone (Dementra era stata sua consorte prima di Era).
Demetra non sapendo rassegnarsi al rapimento della figlia, dopo aver inutilmente vagato alla sua ricerca si ritirò in un tempio e smise di provvedere alla crescita delle messi. La terribile carestia che ne seguì indusse Zeus a intercedere per lei: fu così che Persefone venne parzialmente restituita alla madre (rimanendo solo per un terzo dell’anno sposa di Ade nel mondo degli inferi).
Demetra restituì quindi i raccolti alla terra e istituì i misteri Eleusini molto importanti in tutta la Grecia.
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Caratteristiche dell’archetipo Demetra
Come si accennava, l’archetipo femminile Demetra non si riferisce solo alla maternità biologica in senso stretto, soprattutto oggi che sono cadute molte delle barriere sociali e culturali di un tempo: l’istinto materno, la generatività di una donna possono realizzarsi anche in molti altri ambiti.
La generosità di Demetra può realizzarsi non solo materialmente, dispensando cibo e cure fisiche, ma anche fornendo sostegno emotivo e psicologico (si pensi alle professioni psicologiche e sociali) o spirituale (Madre Teresa di Calcutta è un esempio).
In qualunque ambito si esprima la loro natura “materna”, le donne con un forte archetipo Demetra sanno rendersi punti di riferimento insostituibili per coloro di cui si prendono cura e di cui difendono i bisogni/interessi con ferrea determinazione proprio come la Demetra del mito che rifiutò di darsi per vinta fin quando non ebbe ritrovato la figlia.
Risorse e pregi di Demetra
Generosità e perseveranza sono fra le caratteristiche principali di Demetra, la donna fortemente in contatto con questo archetipo saprà istintivamente mettere da parte se stessa e anteporre le esigenze dei figli alle proprie poiché è nel far questo che trae la propria gioia e realizzazione personale: sente di essere realizzata e profondamente appagata nel momento in cui si rende artefice del benessere della vita di altri.
È in questo senso di autoefficacia che la donna Demetra trae nutrimento per il proprio sé e la propria autostima. Questi sono aspetti preziosi che ogni donna può scoprire in sé nel momento in cui accede alla maternità soprattutto nelle prime fasi di vita del bambino quando vive una simbiosi con esso.
Ella nei primissimi mesi letteralmente si “annulla” per il suo bambino, prosegue con lui una sorta di simbiosi “fisiologica” in queste fasi precoci di vita del piccolo. Solo gradualmente si ripristinerà un senso di separatezza e, successivamente con gli anni, si costituirà nel bambino un senso di esistenza autonomo e separato dal corpo di lei.
Criticità e limiti di Demetra
Demetra non può essere l’unico archetipo a guidare la personalità di una donna poiché, proprio come nel mito, se i suoi desideri di maternità vengono interrotti ella può rinchiudersi in una sofferenza depressiva mortifera e annichilente non rintracciando altre possibilità di realizzazione in se stessa.
Nel caso in cui ella perda un figlio, debba rinunciare del tutto ad averne o viva nella mezza età la “sindrome del nido vuoto” perché i figli ormai grandi trovano il loro posto nel mondo fuori da casa, ella può trasformarsi in una madre depressa e rancorosa se non riesce ad accedere ad altri archetipi della personalità.
In realtà è sano e utile che fin dal principio una donna possa stabilire questa integrazione e riesca a portare avanti anche altre fonti di realizzazione e di gratificazione oltre alla maternità altrimenti sarà la sua stessa funzione Demetra a risentirne e, nel tentativo di non rinunciare all’unica cosa in cui trova gratificazione e senso di esistere, rischierà di risultare possessiva e ostacolante l’autonomia dei figli che avrebbe invece il compito di crescere.
Demetra e le altre dee
Matrimonio, sessualità, lavoro, amicizie con altre donne… Sono tutte dimensioni che la donna può sviluppare e coltivare se, accanto all’archetipo di Demetra, è in grado di dar voce ad altre dee della sua personalità: Era, Afrodite, Atena e Artemide.
Al tempo stesso alcune donne la cui personalità può essere fortemente dominata da una dea “vergine”, come Atena o Artemide ad esempio, potrebbero rifiutare tutto ciò che attiene alle qualità più materne, accuditive, emotive e accoglienti del femminile.
Un conflitto con la propria madre biologica può indurre queste donne, del tutto inconsciamente, a rifiutare in se stesse quelle stesse caratteristiche attinenti ad essa. In questi casi è importante che una donna possa darsi l’opportunità di riconciliarsi col materno e di scoprire Demetra nella propria personalità poiché essa è un’energia fondamentale, prima ancora che per accudire dei figli, per accudire e nutrire emotivamente se stesse.
“Io sono la Regina che governa, colei che accumula tesori, | piena di saggezza, la prima di coloro che sono degni di adorazione. | In diversi luoghi le energie divine mi hanno posta. | Io entro in molte case e assumo numerose forme. || L'uomo che vede, che respira, che sente parole pronunciate, | ottiene il proprio nutrimento solo attraverso me. | Pur non riconoscendomi, egli dimora in me. | Ascolta, tu che conosci! Ciò che io dico è degno di fede”. (Ṛgveda Saṃhitā)
Bibliografia:
Bolen J.S., Le dee dentro la donna. Una nuova psicologia del femminile, Astrolabio, 1991.
Woolger J.B. & Woolger R.J., La dea sulla terra Le divinità che animano le donne, I Timoni, 2014.
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