L’invidia fra donne: “specchio delle mie brame...”
L’invidia, si dice, "è donna"... Si tratta di un semplice stereotipo o c’è del vero? E che ne è della tanto decantata solidarietà fra donne nei tradizionali movimenti femministi e nelle rivendicazioni dei diritti delle donne? Nei luoghi di lavoro e di potere l’invidia e la rivalità più meschina si trovano spesso proprio fra le esponenti del gentil sesso, si può essere donne di successo senza che l’invidia alimenti un paradossale isolamento?
Secondo uno studio dell’Università di Padova (D’Urso, V., et.al., Invidia e genere. Una ricerca empirica sull’intensità dell’invidia e sulle modalità di coping, Psychofenia , XII, 20/2009) l’intensità dell’invidia aumenterebbe verso persone affini e quindi soprattutto verso persone dello stesso genere. Questo sembrerebbe confermare quegli stereotipi secondo cui l’invidia è un sentimento provato in massima parte dalle donne e fra donne soprattutto riguardo a temi e questioni (dalle più serie alle più voluttuarie) che riguardano l’ambito femminile.
Invidia e differenze di genere
L’invidia è un sentimento doloroso e logorante per chi lo prova perché per lo più inconfessato in quanto associato ad azioni aggressive e distruttive verso chi ne è oggetto. Non esiste però solo questa invidia malevola: vi sono modi maggiormente adattivi di fronteggiare l’invidia come la competizione (con cui si tende a raggiungere l’oggetto desiderato), compensazione (con cui si valorizzano altre aree in cui si eccelle rispetto alla persona invidiata) e distrazione (con cui si cerca di allontanare la sofferenza associata all’invidia). Secondo lo studio citato, le donne, a differenza degli uomini maggiormente inclini alla competizione, sarebbero più portate a ricorrere a quest’ultima strategia per evadere mentalmente dalla situazione spiacevole.
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Invidia e sguardo maschile
Come osserva Silvia Vegetti Finzi, l’invidia sarebbe un sentimento più frequentemente femminile, anche se non solo, perché mentre gli uomini lo risolvono nella competizione e nel “fare”, le donne rimangono prevalentemente nell’ “essere”. Anche le fiabe affrontano questo argomento come la favola di Biancaneve dove la matrigna, che incarna l’archetipo negativo del materno, è invidiosa della fiorente giovinezza della figlia (Fedeli Bernardini F. Io ti mangio, io mi mangio: la “circolarità dell'invidia”, 2009).
L’invidia quindi per la bellezza e la giovinezza e per tutte quelle qualità più immediatamente apprezzate dallo sguardo maschile.
Invidia e potere femminile
L’invidia fra donne, secondo Elena Pulcini, autrice del libro Invidia. La passione triste (Il Mulino, 2011) è anche legata ad un desiderio ambivalente che molte donne covano per il potere e il successo, troppo spesso ricercato secondo modalità tipicamente “maschili” e foriero quindi di insoddisfazioni e sensi di colpa che alimentano attacchi e meschinerie fra donne che isolano ancor di più le donne da sé stesse. Come può svilupparsi uno spirito del femminile solidale e autentico senza mimare logiche maschili che non gli appartengono? Integrando appartenenza e distacco, secondo l’Autrice, come si dovrebbe fare od aver fatto rispetto alla prima donna che abbiamo intensamente amato e invidiato che è la propria madre…
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