Affrontare e superare il senso di colpa
Il senso di colpa, quando è irragionevole e disfunzionale, equivale a uno zaino pesante e ingombrante col quale siamo costretti a procedere nel nostro cammino. Può limitarci nelle scelte della vita, generarci ansia e insicurezza, tormentarci al di là di ogni ragionevolezza. Per liberarsene è fondamentale riconoscerlo come strumento di manipolazione piuttosto che di libertà affettiva nelle relazioni.
Il senso di colpa è di per sé un’emozione potenzialmente utile e adattiva, funzionale a segnalarci qualcosa da rivedere e correggere nella nostra condotta e a mantenere il nostro comportamento entro valori etici e morali sui quali si fonda la convivenza umana. Pur tuttavia, il senso di colpa può diventare anche un tormentatore interiore, del tutto o in parte avulso dal reale valore della nostra condotta, che può condizionare fortemente la nostra libertà di agire, scegliere e amare.
Senso do colpa e psicopatologia
Il senso di colpa è disfunzionale quando tormenta la persona nonostante la sua condotta possa essere ritenuta ragionevole/giustificabile sul piano pratico o relazionale. Questo senso di colpa presente in assenza di un torto oggettivo alimenta ansia, rimuginii e ruminazioni mentali.
In questi casi il senso di colpa provato, sganciandosi dal reale e oggettivo valore delle azioni commesse, diventa impossibile da riparare e quindi difficile da estinguere. Perdendo così la sua funzione adattiva che è quella di segnalare la necessità di rivedere e correggere il proprio operato: un senso di colpa irragionevole non consente alcun atto riparatorio.
Ne troviamo esempi nella psicopatologia della depressione dove il senso di colpa – unito a una dolorosa svalutazione di sé – risulta del tutto irragionevole e incongruo raggiungendo, nei casi più gravi, proporzioni deliranti (ad esempio sentirsi responsabili di un delitto o di una catastrofe avvenuti a molti chilometri di distanza).
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Senso di colpa e manipolazione
Anche in assenza di sintomi psicopatologici, il senso di colpa disfunzionale può rappresentare un persecutore interno in certi momenti della vita o in certe persone con determinate caratteristiche di personalità inficiando spontaneità, serenità e fiducia in se stessi e nelle relazioni interpersonali. In altre parole, è come se si procedesse lungo un cammino caricandosi sulle spalle il peso di un enorme zaino pieno di pietre: questo inevitabilmente limiterà e appesantirà il proprio viaggio e la scelta delle proprie mete.
Thalmann, nel suo Quaderno di esercizi per liberarsi dal senso di colpa (2015), lancia una provocazione più che azzeccata: in un certo senso “il senso di colpa non esiste”, non nella sola mente individuale per lo meno, perché per esistere deve esserci un qualche tipo di legame fra sé e l’altro, fra una persona che – assumendo il senso di colpa (lo zaino di cui sopra) - si assuma anche il ruolo di “vittima” e un’altra che stia nel ruolo di carnefice “designato”.
Molte relazioni affettive si fondano sul senso di colpa, anzi il senso di colpa risulta spesso una sorta di “moneta di scambio” per assicurarsi amore, affetto e accettazione (Saita, 2013) venendo utilizzato come potente elemento di manipolazione e controllo dell’altro.
Senso di colpa e relazioni affettive
In questi casi, adeguarsi ai desideri dell’altro è ritenuto (consapevolmente o inconsapevolmente) un modo per garantirsi amore, accettazione e gratificazione.
Ma siamo realmente sicuri che l’amore vero e l’affetto sincero debbano essere “guadagnati” e “barattati” con delle rinunce a noi stessi? Siamo realmente sicuri di non poter/dover essere amati così come siamo? Perché mai, potremmo chiederci, l’amore e l’affetto non possono tollerare differenze di opinioni, aspettative, desideri? Amare ed essere amati implica doversi trovare sempre in completo accordo? Non deludersi e non litigare mai?
È indubbio che questi sensi di colpa fondano spesso il senso di appartenenza entro la cerchia di relazioni affettivamente importanti, come quelle familiari ad esempio, ma fino a che punto i vantaggi derivanti da questo superino gli svantaggi è una valutazione che solo ogni persona può compiere entro la sua soggettività. Quel che è certo è che questi sensi di colpa possono avere costi emotivi molto alti.
Quello che è sempre bene ricordare è che con il nostro comportamento non possiamo assumerci la responsabilità dell’intero esito della relazione né del benessere/malessere dell’altro: in ogni rapporto umano ognuno gioca un 50% non si è mai esclusivamente vittime o totalmente colpevoli.
Per verificare quanto il senso di colpa può condizionare la vostra vita e le vostre scelte, Thalman propone un semplice esercizio: prendete un foglio bianco e scrivete in incipit “se non mi sentissi in colpa…”. Ognuno potrà riflettere a posteriori sulle proprie annotazioni: quando è pesante questo zaino? Siete sicuri di non potervi disfare almeno di una parte del suo carico ingombrante?...
Bibliografia
Saita L. Liberarsi dai sensi di colpa. FrancoAngeli, 2013.
Yves-Alexandre Thalman. Quaderno di esercizi per liberarsi dai sensi di colpa. Vallardi, 2015.
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Foto: rudall30