Come trasgredire a tavola senza fare grossi danni
Trasgredire a un ordine dato, anche quello del dietologo, può essere talvolta inevitabile. Ma non tutto è perduto, anzi…
La trasgressione è inevitabile, a volte benefica anche a tavola… Non è la golosa infrazione di una volta a danneggiarci, ma le aspettative irrealistiche e perfezionistiche su noi stessi.
Se trasgredire è inevitabile…
In alcuni momenti dell’anno la trasgressione è d’obbligo, le Feste di Natale sono un esempio dei più calzanti; in altre occasioni trasgredire al proprio stile alimentare può essere piacevole, divertente, liberatorio o molto angosciante. Dipende non tanto dalle porzioni, ma dalla testa, dalle aspettative che abbiamo sulla dieta e da quanto ci sentiamo in grado di autoregolare la nostra alimentazione.
Leggi anche Diete fallimentari, perché non riusciamo a dimagrire >>
Trasgredire a diete troppo rigide
Per alcune persone la trasgressione è più una regola che un’eccezione; sono coloro che alternano ciclicamente periodi di diete super controllate - magari restrittive o dove tutto è pesato al grammo – a periodi in cui si lasciano andare perdendo quasi del tutto il controllo e il conteggio di calorie, grassi, grammature e via dicendo. In casi come questi, la trasgressione è spesso la conseguenza psichicamente e fisicamente inevitabile di una dieta troppo rigida e restrittiva.
Molte persone infatti riescono a seguire un certo stile alimentare soltanto in modi “artificiali”, seguendo programmi rigidi che impongano loro di reprimere costantemente il proprio impulso a mangiare. Questo genera esaurimento, sia per il corpo che per la mente, e rende queste persone paradossalmente molto più vulnerabili agli stress della vita aumentando la probabilità che perdano improvvisamente il controllo della propria alimentazione quando la pressione si fa troppo forte.
Trasgredire in assenza del nutrizionista…
Anche fra coloro che non seguono una dieta propriamente restrittiva, possono esserci persone che non riescono a fare a meno di alternare periodi di alimentazione equilibrata, sotto la guida di un nutrizionista, a periodi – la famosa fase di “mantenimento” – in cui, lasciati a loro stessi, finiscono gradualmente col riprendere le vecchie abitudini.
Anche in questi casi trasgredire non è qualcosa che rimane episodico e circoscritto nel tempo, ma coincide con una difficoltà a regolare autonomamente la propria alimentazione. Quanto e cosa magiare, quali piaceri concedersi e quali evitare, sembra siano scelte che non si è in condizione di fare una volta venuto meno il controllo di un professionista esterno.
La trasgressione e le aspettative “magiche”
In entrambi i casi citati sopra, spesso si associano aspettative irrealistiche sulla dieta e i suoi effetti; si aspira a un dimagrimento magari eccessivo per il proprio fisico o si confida di ottenerlo in tempi troppo rapidi. Queste aspettative “miracolose” si accompagnano spesso con una certa quota di perfezionismo con cui ci si vorrebbe imporre di seguire la dieta alla lettera, senza sgarri di alcun tipo.
Quando invece, come si è detto, lo sgarro arriva – e se la dieta è sbilanciata il rischio è ancora maggiore – sembra che tutto sia perduto, che si sia spezzato un “incantesimo” e la persona continua a mangiare senza più controllo rovinando o interrompendo la dieta. Questa è la tipica modalità di pensiero “tutto o nulla” che rappresenta uno dei nemici maggiori di un sano rapporto col cibo.
Alcuni studi hanno invece evidenziato come la trasgressione possa essere una preziosa alleata della dieta, se si vogliono ottenere risultati a lungo termine è necessario imparare a concedersi in modo equilibrato anche gli alimenti più gustosi e meno “dietetici” purché questo non venga interpretato dalla mente come un “errore irreparabile”, ma i piaceri della vita alimentare di cui tutti possiamo godere con moderazione evitando di cadere nella trappola dicotomica dei “cibi permessi/cibi proibiti”.
La nostra mente è tanto più attirata dalla trasgressione quanto più e forte il divieto: imporsi di non mangiare mai e per nessun motivo determinate categorie di alimenti – che magari invece piacciono molto – è il miglior modo per alimentare il desiderio di essi e abusarne alla prima occasione. Meglio annoverare, nel proprio panorama alimentare, anche degli occasionali “comfort food”, senza troppi sensi di colpa. Può darsi che in questo modo, trasgredire si riveli piacevole, contenuto e, a conti fatti, innocuo.
Leggi anche Stress da dieta >>
Foto: Dean Drobot / 123rf.com