Diete preventive: solo una questione psicologica?
La dieta preventiva in previsione degli eccessi natalizi è realmente utile? Nonostante promesse miracolose “last minute”, non mancano critiche e perplessità dagli esperti del settore. Ma non solo, da un punto di vista psicologico, una restrizione preventiva, può avere effetti controproducenti
Giocare d’anticipo sugli stravizi di Natale e Capodanno adottando una o due settimane prima delle feste una dieta preventiva: questo l’invito accattivante di molti siti e riviste che promettono soluzioni “last minute” per rimettersi in forma in attesa di rivedere amici e parenti e… delle immancabili scorpacciate.
Una piccola “magia” per abbuffarsi senza sensi di colpa e conseguenze spiacevoli o una trappola che può avere effetti paradossi sulla nostra salute fisica e psicologica?
Le diete preventive prima di Natale
Ha senso fare una dieta preventiva di questi tempi per arrivare “preparati” al fatidico pranzo di Natale? Gli esperti del settore raccomandano, come sempre, di diffidare da diete “fai da te” pubblicizzate come miracolose perché nutrono solo false aspettative senza portare a risultati efficaci e duraturi nel tempo.
Non è infatti un regime ipocalorico di poche settimane che può compensare una cattiva alimentazione, piuttosto seguire costantemente delle linee guida equilibrate: è questo che permette anche di potersi concedere delle trasgressioni senza conseguenze troppo dannose per la salute.
E non mancano certo siti e canali di divulgazione di queste corrette informazioni nutrizionali. Ma allora perché le diete preventive continuano a far presa sul grande pubblico e ad essere sponsorizzate a tutto spiano durante le settimane che precedono il Natale?
Fra diete e abbuffate a tavola
Natale significa soprattutto rivedere amici e parenti, che magari non si incontrano assiduamente, ma che anzi rivediamo a distanza di tempo proprio in questa circostanza.
Inevitabile fare bilanci, fare confronti fra l’anno corrente e gli anni precedenti: come eravamo? Come erano gli altri? Quanto ci sentiamo cambiati o, al contrario, rimasti uguali?
L’ansia di voler apparire al meglio e il desiderio di piacersi e sentirsi bene nel proprio corpo avrà forse qualcosa a che fare anche con questi aspetti? Ognuno ha naturalmente le sue motivazioni, certo è che, da questo punto di vista, il Natale porta con sé tutta una serie di ambivalenze: da un lato la pressione a voler apparire “al meglio”, dall’altro – dato che ci si incontra praticamente sempre a tavola - la pressione opposta a lasciarsi andare ad abbuffate alimentari che lasciano spesso sensi di colpa facendoci sentire ancora peggio con noi stessi.
Si dirà tanto c’è sempre la dieta da fare dopo le feste di Natale, e la storia si ripete.
I pro e i contro della restrizione alimentare
Le diete restrittive possono causare stress
A prescindere da valutazioni nutrizionali e problematiche relative a specifiche patologie o situazioni individuali, quello che qui interessa sono le diete preventive come fenomeno di massa, quasi mediatico dato che ormai la comunicazione viaggia online, per le ripercussioni psicologiche che possono avere.
È ormai risultato evidente da numerosi studi psicologici quanto un regime alimentare restrittivo, teso al continuo autocontrollo, abbia effetti controproducenti proprio perché rende ancor più vulnerabili a “cedere” alle abbuffate e a sgarri non programmati, specie in momenti di stress.
Questo perché il continuo autocontrollo che dobbiamo esercitare nel seguire un regime alimentare ipocalorico, come nelle diete preventive, va ad esaurire le nostre risorse cognitive sottoponendo la nostra mente ad una cronica condizione di stress.
Questo, insieme allo stress a cui è sottoposto anche il nostro fisico, ci rende molto più vulnerabili alle “tentazioni”, il rischio è di eccedere nelle abbuffate natalizie in maniera ancor più dannosa del previsto.
Alternare diete e abbuffate peggiora il nostro rapporto col cibo
Se ripercorriamo i 12 mesi dell’anno quello che accade con le diete preventive in vista del Natale accade anche in altre occasioni: prima di Natale, ma anche dopo Natale, prima dell’estate, ma anche dopo l’estate (in vacanza, si sa, si tende a mangiare di più).
Insomma è come se tutto l’anno si dovesse vivere alternando periodi di restrizioni dietetiche in previsione e/o in conseguenza di altri in cui ci si lascia andare a mangiare liberamente recuperando con gli interessi i chili persi in precedenza.
Questa alternanza di periodi “tutto o nulla” allontana dalla corretta percezione delle sensazioni reali di fame e sazietà; questa confusione è dannosa non solo per il fisico, ma anche per la mente perché rende il cibo una cronica condizione di stress alternando restrizioni controllate e perdite di controllo contrassegnate da malessere e sensi di colpa. Gustiamo veramente ciò che mangiamo?
Stress da dieta: chili in meno, nervosismo in più!