Chi è il misantropo
L'odio e la diffidenza verso il genere umano e la tendenza alla solitudine sono alcune delle caratteristiche del misantropo.
Quante volte ci sarà capitato di desiderare restare soli e tranquilli e non voler vedere e sentire nessuno. Sono desideri e sensazioni che talvolta possono animare la propria esistenza, vuoi per un momento particolare della vita o più semplicemente perché si è avuto una pessima giornata.
Diverso è se questo sentimento e desiderio permane e caratterizza ogni giorno della propria esistenza, divenendo una vera e propria caratteristica di sé. In questo caso si parla di misantropia.
Chi è il misantropo?
Il termine misantropia deriva dal greco: “mios” significa odio e “ànthrōpos” essere umano o semplicemente uomo. Quindi letteralmente significa “odio verso il genere umano”.
Il misantropo infatti è colui che vive un forte scetticismo, insofferenza e disillusione verso il genere umano, provando fastidio nel contatto con altre persone, forte sfiducia e svalutazione. Detesta qualsiasi forma di contatto e confronto, rifiutando di intraprendere conversazione per sé vuote e prive di senso, diffidando delle abilità e intelligenza altrui.
I sentimenti di disprezzo sono rivolti all’intera umanità senza distinzioni di alcun genere e si allargano anche a irritazione verso sistemi socio politici dominanti, culture, valori e forme di aggregazione… quindi a tutto ci che caratterizza il vivere sociale, da cui si dissocia.
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Il misantropo nelle relazioni
Se l’odio verso l’umanità è la costante caratteristica della persona con misantropia, l’individualismo è la tendenza comportamentale direttamente associata. Sono persone che faticano a partecipare a contesti di aggregazione e sociali, fino alla frequentazione di luoghi pubblici tipici per soddisfare le necessità di base, come supermercati, preferendo gli acquisti online per evitare qualsiasi forma di contatto con molte persone.
Non ricercano la relazione, disprezzando gran parte delle persone con cui entra in contatto, a eccezione di pochissime elette cui instaura rapporti particolari, anche profondi ma caratterizzati da attenzione e selezione costante e lunga diffidenza. Appaiono freddi e privi di sentimenti, con la tendenza a mostrarsi superiori di altri e non voler abbassarsi a livelli, ritenuti bassi e disprezzabili.
La condotta asociale e talvolta antisociale può incidere fortemente sulla condotta lavorativa e professionale oltre che relazionale e famigliare.
Misantropia, alcuni fattori
La diffidenza verso il genere umano, ad eccezione di pochissimi eletti, può derivare da una serie di eventi ed esperienze nel corso della vita, oltre che essere una caratteristica di base del sé.
Nello specifico eventi relazionali fortemente traumatici, come tradimenti, azioni dolorose, delusioni e situazioni famigliari complicate e fonte di sofferenza possono in qualche modo incrementare i sentimenti negativi verso gli altri e sfociare in una tendenza misantropica e asociale.
L’altro non viene più visto come fonte di supporto, possibile aiuto e fonte di confronto e crescita personale ma come nemico e soggetto inaffidabile da cui stare lontano. La solitudine diviene costante della propria quotidianità e dona in un qualche modo sicurezza e tranquillità, non dovendo pensare alle conseguenza del vivere con altri e del condividere esperienze e vissuti.
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