Riconoscere (e allontanare) gli invidiosi
Gli invidiosi minano il benessere e l'autostima con accuse e commenti spiacevoli. Riconoscere i motivi alla base dell'invidia e imparare a gestire queste persone è importante per salvaguardare il proprio benessere.
Ognuno di noi, almeno una volta nella vita ha provato invidia o è stato vittima commenti e giudizi di persone invidiose. È un meccanismo che genera malcontento in chi lo attiva e in chi ne è vittima ripercuotendosi spesso sulle relazioni e sulla serenità dei rapporti, siano essi amichali, lavorativi e di parentela. La comprensione dell’invidia è il primo passo per allontanare gli invidiosi e preservare la propria autostima, spesso minata dalle critiche.
Capire l’invidia
L’invidia è un meccanismo psicologico che viene spesso messo in atto per nascondere il proprio senso di insicurezza, inadeguatezza e inferiorità. Nello specifico l’invidioso percepisce nell’altro possibilità, qualità, opportunità e traguardi desiderati per sé, ma apparentemente o realmente irraggiungibili.
La sensazione di non essere all’altezza genera un meccanismo di svalutazione dell’altro, del proprio modello, al fine di ridurre la sua grandiosità e quindi il gap che lo separa dal sé. A tal fine l’invidioso ricerca e sottolinea, anche apertamente, i difetti dell’altro, critica, giudica in modo importante e negativo, sottolinea le mancanze e gli errori, attraverso comportamenti e affermazioni che possono mettere in cattiva luce, agli occhi del contesto, la vittima che subisce duri colpi all’immagine di sé e convinzioni.
L’invidioso agisce in modo meschino e subdolo aspettando ogni occasione per attaccare l’altro e la sua reputazione, solo per il piacere di vederlo ridicolizzato e meno irraggiungibile di quanto appare. Lo scopo è ridurre il proprio senso di inferiorità, assumendo atteggiamento pessimistico e di vittimismo.
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Allontanare gli invidiosi
Se la richiesta incessante di smettere non funziona, ma anzi va ad alimentare i comportamenti invidiosi, poiché mostra ciò che l’invidioso desidera, ovvero una fragilità, è importante cercare di modificare la strategia.
La base è comprendere che la vera vittima è l’invidioso stesso che non accetta se stesso e la propria condizione, riversando all’esterno il dolore e la tristezza, cercando di sminuire gli altri e portarli al proprio livello. Da qui si può provare a parlare in modo chiaro e tranquillo a chi giudica, mostrando empatia e comprensione e affermando il proprio stato d’animo, senza muovere accuse e rimproveri.
Ad esempio si potrebbe comunicare dicendo “mi dispiace e mi crea tristezza quando parli male di me con i colleghi, amici”, ecc, sottolineando il proprio vissuto. Allo stesso mostrarsi comprensibili verso la sua condizione, disposti ad aiutare ed essere di supporto e riducendo le occasioni di confronto sulla tematica che crea invidia (ad esempio non rimarcare di aver comprato un nuovo paio di scarpe firmato, all’amica che non può permetterselo e prova invidia…).
Se nonostante lo sforzo l’invidioso persiste è importante ricordare a se stessi il proprio modo di essere e valore, riducendo la possibilità all’altro di minare la propria autostima e consapevolezza. Si può allontanare l’altro, limitando le conversazioni e i confronti, nonché riducendo il peso dato ai suoi commenti, razionalizzando e comprendendo che il problema reale non è proprio ma di chi prova invidia, che non vuole lavorare e migliorare la considerazione di sé.
Se i commenti non cessano e l’altro non si arrende è bene investire le risorse per dimostrare ciò che si è a se stessi e al resto del contesto, con determinazione e umiltà, senza dare adito all’invidioso di ulteriore critiche.
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