Complotto lunare, una bufala che dura 50 anni
Complotto lunare: a 50 anni dallo storico allunaggio del 20 luglio 1969 il fascino di una teoria "alternativa" resiste. Come mai?
La Missione Apollo 11 portò l'uomo sulla Luna. Per davvero. A 50 anni dall'avvenimento, molte teorie complottiste hanno cercato e cercano tuttora di smentire l’avvenuto allunaggio di Armostrong e Aldrin, dichiarando una falsità nelle immagini e nelle informazioni date dalla NASA.
I complottisti si aggrappano a informazioni, immagini e dettagli nel tentativo di avvalorare e dare dimostrazione del loro pensiero, spesso tuttavia smentito da nozioni di carattere anche fisico, scientifico e specialistico o semplicemente razionale.
La teoria del complotto lunare
Le tesi a favore del finto allunaggio del 1969 e delle esplorazioni successive fino al 1972 furono alimentate dalla pubblicazione del libro intitolato “We Never Went to the Moon” (non siamo mai andati sulla luna) di Billi Kaysing, nel quale furono presentate una serie di informazioni sul fatto che l’allunaggio fosse stato messo in scena in uno studio cinematografico e diretto dal noto Stanley Kubrick.
Alcuni degli elementi utilizzati dai complottisti per sostenere la propria tesi sono: il movimento della bandiera americana, seppur non via sia vento sulla luna, l’assenza delle stelle nel cielo lunare all’interno delle fotografie, l’assenza di foto che ritraggono Armstrong interamente, la forma e struttura delle ombre degli astronauti che sembrano incrociarsi, una presunta “c” su un sasso e altri piccoli dettagli, spesso smentiti dalla scienza e fonti attendibili.
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Falso allunaggio: una bufala smascherata
Il presunto falso movimento della bandiera americana è stato spiegato dal fatto che fosse cucita e strutturata in un modo tale da far creare delle pieghe che generano l’effetto del movimento; inoltre, da un’accurata visione dei filmati, sembra che essa si muova solo dopo il tocco e sventolamento di uno degli uomini presenti, per poi cessare dopo pochissimi istanti.
L’assenza delle stelle nel cielo lunare, così come la posizione e struttura delle ombre, sembra essere dovuta a una questione di luce presente sulla luna in modo riflesso (la luna riflette la luce del sole). Nello specifico il focus delle macchine fotografica sul suolo luminoso, fonte di interesse dei presenti, non permette di cogliere la luminosità delle stelle, così da non apparire nello scatto.
Le ombre, invece, sono legate a una questione di esposizione degli astronauti e oggetti rispetto al sole e all’angolatura della fotografia. La “c” sul sasso sembra essere un pelucco sull’obiettivo e, infine, l’assenza di foto di Armstrong pare sia dovuta al fatto che la macchina fotografica era tenuta da lui per la maggior parte del tempo.
Molte altre tesi complottiste furono avanzate e smentite da fonti attendibili o spiegazioni di esperti di diversi settori.
Ma perché la bufala lunare ha tanto successo?
La grande diffusione di teorie complottiste o avverse a nozioni e certezze scientifiche note da anni, potrebbe trovare spiegazione in alcune caratteristiche del pensare e agire umano.
In primo luogo, vi è una naturale tendenza a seguire la massa, seppur si ha la certezza che quanto espresso è sbagliato. Molti esperimenti, come quello di Asch (1955) sul conformismo, hanno dimostrato quanto l’idea espressa dal gruppo possa influenzare quella del singolo al punto da modificarla e uniformarla alla massa, al fine di non essere escluso e vivere un senso di appartenenza al gruppo.
Accanto a questa la scarsa informazione, ovvero la poca predisposizione ad approfondire quanto sentito o letto, soffermandosi su una sola fonte, su poche nozioni, senza comprenderne il reale fondamento e le possibili contro-tesi. Da qui, la massiccia diffusione delle Fake news, da sempre esistite, ma oggi maggiormente diffuse e rapide a causa dei grandi mezzi di comunicazione di massa e social che permettono la diffusione di dettagli o elementi senza alcun controllo, molto spesso errati e fasulli.
Quindi è importante vagliare bene sia le fonti di informazione, che le nozioni date, cercando di comprendere quanto ci sia di vero e quanto no, se e cosa può sostenere una certa tesi piuttosto che smentirla e anche quanto le spiegazioni date a favore o meno siano attendibili e derivate da esperti o altri complottisti o avversivi.
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Foto: Credita NASA