Fake news? Non lamentiamoci, ci piacciono di più

Le fake news sembrano un male inarrestabile e la colpa è anche delle persone che inconsapevolmente ne supportano la diffusione.

Fake news? Non lamentiamoci, ci piacciono di più

Abbiamo tutti imparato a conoscere il significato di "fake news", o notizie false: contenuti fintamente giornalistici inventati e privi di una valenza scientifica o un fondamento empirico alla base. La loro diffusone è incontrollabile e nel mare magnum della navigazione in rete e attraverso i social network sembra impossibile orientarsi senza cadere in qualche tranello.

Se da un lato la “colpa” risiede negli scarsi controlli di quanto circola nel web e nella grande quantità di informazioni che ogni giorno vengono rapidamente - e in modo estremamente facile - diffuse, dall’altro c’è una grande responsabilità delle singole persone.

 

Diffusione delle fake news: fatichiamo a selezionare

La vastità di informazioni e notizie che rapidamente scorrono sui social e sulle pagine di internet vanno oltre le abilità attentive e di selezione possedute dalle persone.

Il continuo bombardamento di stimoli e spunti di approfondimento porta a una riduzione della capacità di vagliare i diversi elementi andando a scegliere in modo automatico e spesso non controllato consapevolmente.

L’attenzione eccessivamente sovraccaricata non è più in grado di supportare la valutazione critica e la selezione delle informazioni creando nell’utente una grande confusione che lo induce all’errore.

Uno dei fondamenti che spinge a condividere e credere ad una falsa notizia, senza accorgersi della sua reale natura, è la diffusione e accettazione da parte di altri con cui si è in connessione, quelli che definiamo “amici” o “follower” nei diversi social. Maggiore è la quantità di questi che hanno segnalato una tal notizia, maggiormente essa sarà accettata come valida e vera.

Le informazioni spesso non vengono nemmeno lette, ma automaticamente condivise per una frase accattivante, perché altri lo hanno fatto prima di noi o perché è un argomento su cui si è sentito tanto parlare e ci si è creata un’idea, anche non consapevole, che aderisce a quanto sentito dire.

 

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Il ruolo delle abilità cognitive

Oltre alle carenze attentive e al conseguente sovraccarico cognitivo vi è uno scarso utilizzo del senso critico e della valutazione critica e dettagliata delle informazioni, che permetterebbe, nella maggior parte delle circostanze di svelare le bufale.

Tale atteggiamento deriva da una tendenza del nostro cervello a minimizzare le risorse utilizzate nei diversi compiti al fine di migliorare l’efficienza di processamento ma a discapito spesso della qualità.

L’utilizzo infatti di scorciatoie mentali, definite euristiche, permetto sì di ridurre il tempo di valutazione delle informazioni in ingresso ma porta spesso a produrre errori di valutazione o bias come l’accettazione come vero e reale qualcosa che in realtà non lo è.

Per fare un esempio: si tende spesso ad accettare qualcosa che vada a rinforzare ea avvalorare il concetto in cui già si crede, una propria conoscenza o che in qualche modo sia connesso a quanto già conosciamo e ben controlliamo.

Si fatica a mettere in discussione le proprie convinzioni e a discriminare attentamente i singoli dettagli prima di prendere una decisione che sia anche solo condividere una notizia letta piuttosto che no.

Per arginare la diffusione di queste false notizie si dovrebbe quindi allenare maggiormente il senso critico e la capacità di ragionamento logico e del processo di falsificazione e verifica delle notizie, attraverso il confronto con altre fonti.

 

Fake news: il ruolo della conoscenza personale e cultura

Un ultimo aspetto da considerare è la difficoltà a vagliare la validità delle notizie per scarse conoscenze sull’argomento e una scarsa abilità nell’approfondire o riferirsi a fonti certe.

Questa inabilità può essere legata sia a una tendenza culturale in cui si tende poco a verificare le informazioni e soprattutto le fonti che le emettono, sia a un analfabetismo funzionale, ovvero incapacità a comprendere realmente quello che è espresso nelle notizie.

Spesso un maggiore occhio critico e desiderio reale di conoscenza e comprensione potrebbero far svelare la falsità alla base di quanto letto o ascoltato prima di diffonderlo.

La diffusione di fake news è un problema socio culturale molto ingente che con i social spopola nelle diverse fasce della popolazione rischiando non solo di compromettere la verità ma soprattutto generare vissuti e comportamenti che esulano dalla correttezza e possono perfino essere rischiosi per sé e altri.

Pertanto è bene essere consapevoli dei meccanismi automatici che scattano alla sola visione di un post sui social o all’ascolto casuale di informazioni e imparare a discriminare il vero dal falso e verosimile.

 

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Foto: Goran Bogicevic / 123rf.com