Grooming: riconoscere e contrastare l'adescamento di minori in rete

Il grooming è un fenomeno sempre più diffuso che può riguardare adolescenti e preadolescenti di età sempre più precoce. Prima di giungere all'ottenimento di materiale pedopornografico, l'estorsore stabilisce una relazione di intimità emotiva con il minore.

La fasi del Grooming, come riconoscerle

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Spesso l’adolescente non sa neanche che dall’altra parte dello schermo c’è una persona adulta. In altri casi considera il suo adescatore un punto di riferimento di cui pensa di potersi fidare tranquillamente. 

 

Il fenomeno del grooming è particolarmente insidioso perché poggia su un rapporto di fiducia costruito gradualmente fra l’adescatore e l’adolescente; la vittima finisce così per vivere un rapporto segreto ed esclusivo con quello che reputa il suo “migliore amico” del web, incurante dei rischi a cui i giovani possono genralmente andare incontro.

 

Il cyber grooming

Il grooming è un fenomeno che prende nome da un termine inglese che in etologia fa riferimento al comportamento di cura e accudimento mediante il quale gli scimpanzé, e altri primati, puliscono la pellicca dei propri simili dai parassiti. 

 

Chi adesca minorenni in rete, infatti, cerca di guadagnarsi la fiducia dell’adolescente per indurlo ad instaurare un relazione intima a cui seguono man mano esplicite richieste, e spesso ricatti, di natura sessuale.
Quello dell’adescamento dei minori in rete è un fenomeno insidioso di cui sia i genitori che gli adolescenti dovrebbero essere consapevoli fin dai primi utilizzi che il ragazzo o la ragazza fanno del web. 

 

Non è infatti sufficiente preoccuparsi della sicurezza dell’hardware e dei software di pc, smartphone e tablet; a questo devono accompagnarsi atteggiamenti e comportamenti informati e consapevoli sui rischi a cui si potrebbe andare incontro: essere dall’altra parte dello schermo non rende affatto immuni come si potrebbe pensare.  

 

Strumenti di controllo e limitazione dell’utilizzo di internet da parte dei minori sono in grado di tutelare solo i più piccoli ma non certo coloro che hanno ormai accesso al web in modo indipendente mediante dispositivi propri (o di amici). È bene dunque che i ragazzi e le ragazze vengano informati dei potenziali rischi oltre che dei vantaggi, connessi all’utilizzo di internet – soprattutto di chat e social network -, e che siano educati ad un dialogo aperto su questi temi poiché il controllo non basta: sono la consapevolezza e la responsabilizzazione a rivelarsi le armi migliori.
 

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Le fasi del grooming

Il grooming è un fenomeno che riguarda soprattutto il mondo dei social network dove i ragazzi e le ragazze possono facilmente essere visibili mediante la condivisone di profili social o immagini (sia proprie che ad opera di altri, si pensi ai rischi dello sharenting) e venire in contatto con persone estranee potenzialmente “mascherate” dietro profili falsi o creati ad hoc. 

 

Proprio perché si tratta di un fenomeno insidioso e progressivo, il grooming è descritto identificando diverse fasi mediante le quali l’autore stringe sempre di più la relazione con la sua giovane vittima.

 

  1.  Richiesta di “amicizia” L’adescatore instaura un primo contatto con l’adolescente mediate un social network come Facebook o, ancor di più, TikTok che è il social dei giovanissimi per eccellenza. Ma il contatto può avvenire anche mediante una chat o un sito di giochi online e solo in un secondo momento magari passare ad una richiesta di amicizia su un social. TikTok fra tutti rappresenta forse le insidie maggiori perché è specificatamente rivolto e frequentato da minorenni, ma non consente di mantenere i profili privati, come fanno altri social, per cui ciò che ognuno pubblica e condivide non è riservato solo ad una propria cerchia di conoscenze, ma è visibile da chiunque in quel canale. È dunque un social che, sebbene frequentato soprattutto da giovanissimi, richiederebbe un’attenzione e una consapevolezza ancora maggiore nel suo utilizzo poiché rispetto ad altri risulta avere meno tutele riguardo casi di grooming, cyberbullismo, pedopornografia
  2. Formazione della relazione Una volta entrato nella cerchia dei contatti dell’adolescente, l’adescatore cerca di instaurare con lui/lei un rapporto di fiducia e amicizia mostrandosi interessato ai suoi gusti e interessi, parlando degli argomenti che lo appassionano, mostrandosi sollecito e interessato ai suoi problemi scolastici, amorosi o familiari (quale adolescente non ne ha?). In questo modo, il predatore cerca di diventare una sorta di “migliore amico virtuale” conquistando la fiducia della vittima e diventando per essa un importante punto di riferimento.
  3. Valutazione dei rischi L’adescatore, forte della conoscenza già avviata, potrà a questo punto facilmente verificare, mediante domande e discorsi apparentemente casuali, il tipo di controllo a cui l’adolescente è sottoposto dai genitori durante la sua attività online (quale adolescente non si lamenta volentieri del controllo genitoriale?). Se ad esempio usa un device condiviso con altri, se è solo nella sua stanza o in aree comuni della casa, se la famiglia esercita una qualche forma di controllo, informatico o non, sulle sue attività online. Se l’adescatore si sentirà in pericolo di essere scoperto probabilmente interromperà la relazione, altrimenti passerà alle fais successive. 
  4. Esclusività L’adescatore cercherà di convincere l’adolescente a mantenere segreta la loro relazione, questo potrà facilmente essere percepito dalla vittima come un elemento di ulteriore intimità (gli adolescenti, si sa, amano avere “segreti”) e come uno spazio relazionale esclusivo e fuori dall’ingerenza degli adullti.
  5. Sessualizzazione della relazione Forte della fiducia e dell’intimità createsi, non che della segretezza della relazione, l’adescatore passerà a sessualizzare il rapporto con l’adolescente. Prima interessandosi ad aspetti della sua vita affettiva e sessuale, poi comunicando attrazione e desiderio per lui/lei e infine chiedendo l’invio di foto o video espliciti che, oltre a poter essere condivisi all’insaputa della vittima, potranno essere utilizzati come arma di ricatto nel caso in cui il ragazzo o la ragazza decidessero di interrompere la relazione.

 

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Il grooming in psicologia

Il grooming fa leva su un meccanismo di manipolazione emotiva e mentale che sfrutta le caratteristiche e le vulnerabilità tipiche della vittima e della sua fase di vita per proporre una forma di relazione che facilmente può essere percepita come “alternativa”, “privata”, eccitante e fonte di gratificazione

 

L’adescatore, infatti, si mostra inizialmente accondiscendente e interessato all’adolescente, non lo critica, non pone limiti o rimproveri come fanno gli adulti offline, non impone standard e modelli come avviene nel gruppo dei pari: fa da specchio all’adolescente e lo/la convalida in ogni suo aspetto o caratteristica. L’adolescenza è una fase della vita in cui i ragazzi e le ragazze vivono un’estrema instabilità identitaria, non sanno ancora bene chi sono e chi vorranno diventare, un giorno si vedono brutti e deformi e il giorno dopo piacenti; oggi abbracciano un certi tipo di look e il giorno dopo cambiano completamente gusti e riferimenti. Inoltre iniziano a voler avere i propri spazi di autonomia, i propri segreti, la propria privacy separata da quella dei genitori. 

 

Capiamo bene quanto un adescatore online possa subdolamente offrire proprio ciò che più l’adolescente ricerca: conferme, approvazione, ammirazione e segretezza

 

Per contrastare il fenomeno sono fondamentali due elementi: consapevolezza e prevenzione. Il web non può essere un’area dove i genitori possono illudersi di poter esercitare un totale controllo: esattamente come quando il proprio figlio esce di casa, quando “esce” sul web è in un altrove dove i genitori non possono seguire i suoi movimenti in tempo reale. Il rischio è che altrimenti il mondo del web venga vissuto automaticamente come luogo della trasgressione esponendo ancor più i ragazzi a eventuali pericoli. 

 

Ma attenzione, il web, i social network, le chat online non possono e non devono diventare neanche un mondo a parte, “roba da ragazzi” estranea al mondo degli adulti. L’online è parte ormai integrante delle nostre vita sempre e comunque, comprese quelle degli adolescenti. 

 

È bene dunque che anche quanto accade e può accadere online sia naturalmente oggetto di sincero interesse e dialogo, fin dall’inizio, e che i ragazzi possano essere correttamente informati sia dei vantaggi che dei rischi connessi alla rete al fine di poter riconoscere eventuali tentativi di adescamento o poter chiedere aiuto (rompendo quello che diventa un “segreto” troppo grande) nel caso in cui cadano vittime di tali reati.