Cyberbullismo: caratteristiche e come combatterlo
Cyberbullismo vecchio fenomeno arricchito dalle possibilità di un nuovo ambiente digitale. Come riconoscerlo e come agire tempestivamente!
Proprio l'altro giorno, conoscendo la mia opinione in proposito, qualcuno mi ha chiesto: ma non sarà che le cause del bullismo sono tutte queste tecnologie di comunicazione e messaggini invece del vuoto di cui parli tu?
Ancora oggi abbiamo bisogno di chiarirci sul cyberbullismo che non è un fenomeno che nasce da Internet o dallo smartphone, ma che si nutre del loro cattivo uso.
Il suffisso "cyber" ci parla di un contesto in cui il bullismo viene messo in atto piuttosto che di una causa universale di questo problema.
Bullismo tra il vecchio e il nuovo
Il bullismo, certo un fenomeno non nuovo, ma che oggi sta esplodendo almeno in notorietà. Le storie sui branchi che attaccano anche troppo violentemente sono spesso alla ribalta. L'impressione è quella di una gioventù allo sbando, ma credo che questa sia la visione di ogni generazione di mezza età che comincia a guardarsi indietro.
Ad ogni modo, è un buon segnale che se ne parli, perché vittime e bulli hanno bisogno di aiuti per evitare conseguenze nefaste nel breve periodo e la possibilità di uscire da un tunnel di violenza nel lungo termine.
Vittime e bulli infatti hanno qualcosa in comune: sono giovani senza guida, soli (o che almeno di sentono tali) incapaci di chiedere aiuto, senza regole e senza insegnamenti e che si devono giostrare tra di loro nel difficile percorso adolescenziale. La mancanza di figure di riferimento è una delle cause assieme ad altri fattori sociali e individuali.
Il cyberbullismo
Alla base del bullismo c'è il maltrattamento di una vittima che viene derisa, umiliata e anche fisicamente colpita da uno o più bulli. Il cyberbullismo, secondo la American Psychological Association (APA), è un fenomeno in drastico aumento negli ultimi anni ed è caratterizzato dalla messa in atto di comportamenti violenti e aggressivi utilizzando i nuovi canali digitali: spedire email/sms/video minacciosi o insultanti, pubblicare o condividere post sprezzanti o imbarazzanti che includano anche delle foto.
Ovviamente il fenomeno risente delle caratteristiche del mezzo, cioè la velocità di diffusione delle informazioni e la possibilità di raggiungere chiunque. A questo si aggiunge anche una scarsa capacità nei più giovani di comprendere la portata e l'estensione con cui i messaggi si diffondono in Rete.
Sempre secondo l'APA il cyberbullo spesso è stato vittima di un adulto e poi ha rivoltato la sua rabbia contro un pari. La buona notizia è che circa il 68% parla di queste difficoltà a genitori e/o insegnanti e questo ci dà l'opportunità di intervenire, ma come?
Che fare contro il cyberbullismo?
Che fare e come reagire alla notizia del cyberbullismo? La prima cosa da fare è quella di sostenere la vittima! Un adulto potrebbe essere sopraffatto dal desiderio di scoprire le accuse oppure farsi prendere dall'ansia e cercare nella vittima le cause della persecuzione. Quindi, ricordiamoci che la vittima è vittima, va rassicurata sul fatto che qualcuno la aiuterà e la proteggerà e rimandate a più tardi i dettagli.
Il secondo step è quello di ricordarsi che il cyberbullismo è un crimine e bisogna rivolgersi alle forze dell'ordine, nello specifico alla Polizia Postale. Come per altre forme di violenza psicologica è fondamentale salvare le prove e iniziare a cambiare username e numero di telefono.
Non sono da sottovalutare gli effetti che possono continuare a "lavorare" anche dopo che il bullo si è fermato e che richiedono un sostegno psicologico.
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