Contro la violenza sulle donne: cosa ancora c'è da fare
Il 25 Novembre è la Giornata dedicata alla lotta alla violenza sulle donne. Si parla di femminicidio solo quando fa scalpore, ma non si pensa ancora alle vittime quotidiane, alle donne che soffrono ogni giorno solo perché qualcuno ha bisogno di schiacciarle per sentirsi forte
Da un po' di tempo non ci sono casi di femminicidio che abbiano creato scalpore e la violenza sulle donne è diventato un argomento non più così scottante.
Eppure il numero delle vittime quotidiane non è cambiato da quando siamo inorriditi di fronte e brutti casi di cronaca.
Il 25 Novembre è la Giornata contro la violenza sulle donne e ci ricorda che molto altro c'è da fare, soprattutto per non lasciare che questo argomento si sia portato alla ribalta solo dai media, ma che diventi spunto di riflessione continuo.
Il 25 Novembre, Giornata contro la violenza sulle donne
Il 25 Novembre le Nazioni Unite e il mondo intero celebrano la Giornata contro la violenza alle donne, uno dei tanti giorni commemorativi all'anno che continuamente sollecitano la nostra coscienza a prendere atto dei tanti problemi che affliggono la società. Non è detto che si risolvano tutti entro l'anno, ma l'allontanamento dell'oblio e della noncuranza è giù un risultato.
Il 25 Novembre è stato scelto in ricordo dell'assassinio di tre sorelle avvenuto nel 1960 durante il regime domenicano di Leonidas.
Le Nazioni Unite hanno promosso in questo giorno una serie di campagne informative e scelto un colore portavoce (l'arancione) perché ancora ad oggi il 70% delle donne ha subito almeno una volta una violenza fisica o sessuale da parte di un partner.
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Segnali d'allarme della violenza sulle donne
In questa giornata contro la violenza ricordiamo quali sono i comportamenti più tipici che nel tempo costituiscono il terreno ideale per una relazione violenta:
- continua svalutazione della partner sottolineando che non merita e non suscita amore in nessuno,
- isolamento della partner da ogni altro affetto
- gelosia patologica e continuo monitoraggio della partner
- continui insulti e minacce alla sola idea di allontanamento
- limitazioni economiche
- falsi e continui pentimenti accompagnate da promesse immediatamente infrante.
Prevenire la violenza femminile, curando l'autostima delle donne
Uno degli obiettivi che ci si pone per cessare questo flusso di violenza è quello di educare gli uomini, ma a mio avviso molto si può fare anche per il genere femminile.
In molti casi (non in tutti ovviamente), soprattutto quando una relazione violenta si perpetra negli anni, si può osservare una certa prevalenza di caratteristiche comportamentali o caratteriali nelle vittime. Certe tipologie di persone o meglio certe loro specificità sembrano attirare maggiormente gli aggressori che prima della violenza si prefigurano l'evento e la reazione della loro vittima.
Una di queste specificità è l'autostima, o meglio, i bassi livelli di autostima. Una donna che già pensa di valere poco non cercherà chi la rispetti, chi ne veda il valore, ma penserà di meritare insulti e ogni genere di comportamento volto a sminuirla.
Se l'aggressore vede nella dominanza un modo per sentirsi meglio con se stesso, è chiaro che una compagna con scarsa autostima non farà che facilitare questo compito.
Aiutiamo quindi noi stesse con uno sguardo che ci valorizzi e aiutiamo le bambine fin da piccole a coltivare una sana autostima.
Autodifesa femminile: i nuovi strumenti sono così utili?
Immagine | "Acid attack victim" di Sand Paper