Giornata della Famiglia: siamo tutte famiglie arcobaleno
Il 15 Maggio si celebra come ogni anno la giornata internazionale della famiglia o, forse, è più corretto dire delle famiglie visti i profondi mutamenti sociali che stanno ridefinendo i sistemi familiari.
La celebrazione della Giornata Internazionale della Famiglia non poteva cadere in un momento migliore oggi che siamo a pochi giorni dal via libera alla Legge sulle Unioni Civili che finalmente legittima nel nostro Paese le unioni omosessuali riconoscendo loro diritti e doveri analoghi, anche se non del tutto, a quelli delle unioni eterosessuali.
Giornata Internazionale della Famiglia
La Giornata Internazionale della Famiglia di celebra il 15 maggio ed è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1994.
Da allora ogni anno si celebra questa giornata come un’occasione per riflettere e sensibilizzare a tutti i livelli della società civile sul ruolo fondante che la famiglia svolge come istituzione antropologica e sociale nelle società umane.
Quest’anno la Giornata Internazionale della Famiglia cade in un momento molto particolare a pochi giorni dall’approvazione della Legge sulle Unioni Civili che riconosce diritti e doveri delle unioni omosessuali nel nostro Paese.
Qual è famiglia “tradizionale”?
La Giornata Internazionale della Famiglia, sì, ma quale? Mai come oggi questo sembra essere un tema controverso e dibattuto in nome di una presunta famiglia “tradizionale” e di altre forme familiari che non è chiaro come dovremmo chiamare “eversive”? “trasgressive”? “progressiste”?
Come spesso accade, la questione così semplificata in realtà è mal posta dato che, a ben pensarci, quella che spesso si associa alla così detta famiglia tradizionale sembra ricalcare molto uno stereotipo piuttosto che una realtà.
Sì perché la famiglia mononucleare – costituita cioè da un uomo e una donna eterosessuali entrambi genitori biologici di uno o più figli – non è che non esiste, ma non rappresenta affatto una configurazione scontata, réclame pubblicitarie a parte (anche se c’è da riconoscere che da qualche tempo anche gli spot si stanno adeguando). Non ci credete? Proviamo un momento a riflettere.
Cosa si intende per famiglia di fatto?
La famiglia nella storia
Nella storia antica, medievale e moderna, la famiglia mononucleare, così come noi la intendiamo, semplicemente non esisteva, perché, come tutti sappiamo, il più delle volte si trattava di micro-comunità domestiche che tenevano insieme esponenti di più generazioni, nelle quali erano integrate spesso anche persone della servitù, e nelle quali lo scompenso dell’assetto “prevedibile” per perdite di figli, genitori e fratelli – a causa di malattie, carestie o guerre - era la norma.
È con l’industrializzazione dell’epoca moderna e la migrazione dai centri rurali a quelli urbani, che nasce la famiglia mononucleare, quella che può contare sugli esponenti di una sola generazione e che cresce e si inserisce da sé nella società civile.
Ma, come tutti sappiamo, questa configurazione di famiglia si è rivelata tutt’altro che rigida poiché i mutamenti sociali e la conquista di maggiori diritti civili a uomini e donne ha reso possibili scelte prima di allora impensate.
Pensiamo alla legge sull’aborto, a quella sul divorzio, alla regolamentazione di affidi e adozioni... insomma: la famiglia cessa definitivamente di essere un aggregazione sociale istituita sulla base di legami di sangue o di necessità economiche e diventa più fluida e modificabile in virtù delle scelte e della capacità di autorealizzazione e autodeterminazione delle persone. Il tutto proprio nell’interesse del benessere dei membri che la compongono.
Riconoscere le diversità e adattarsi al cambiamento
Non ci sembrano ormai più strane o “diverse” famiglie monogenitoriali, famiglie ricomposte o che accolgono anche i figli del precedente matrimonio di uno dei due partner.. anzi, queste, pur con tutte le criticità del caso (ma pensare che le precedenti forme familiari non ne avessero sarebbe un grossolano errore), appaiono comunque frutto di scelte spesso più responsabili e consapevoli rispetto a quanto avveniva in passato.
Anche le unioni civili delle coppie omosessuali in fondo dovrebbero essere ispirate allo stesso principio e, da questo punto di vista, non destare tutto questo scalpore mediatico, me essere semmai sentite come un naturale adeguamento della legislazione alle forme sociali attuali.
Nelle teorie psicologiche di stampo sistemico-relazionale si dà risalto, per definire il livello di benessere di un sistema familiare, alla capacità di tale sistema di tollerare le differenze, di mantenersi unito pur adattandosi agli inevitabili cambiamenti della vita.
Là dove invece le relazioni e i modi nei quali i veri membri guardano gli uni agli altri si irrigidiscono negando l’autonomia e le differenze il sistema si chiude in un assetto immutabile e per questo patologico.
Bene, vien da pensare che, per promuovere lo sviluppo di sistemi familiari - non “tradizionali” ma “sani” - sarebbe bene che questo rispetto e riconoscimento delle diversità, questa capacità di adattarsi al cambiamento partisse anzitutto dalla società civile che tali famiglie, volente o nolente, va ad ospitare.
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