Fatigue da cancro, il supporto psicologico può aiutare
Fatigue da cancro: quando le cure e la condizione generale generano forte stanchezza il supporto psicologico può essere importante.
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Il tumore è una delle condizioni cliniche che, oltre a spaventare molto e smuovere molteplici vissuti e sensazioni, sottopone ad uno stress psicofisico molto elevato, generando molteplici conseguenze accanto a quelle specifiche della malattia.
Sono conseguenze spesso poco considerate e strettamente connesse alle terapie oncologiche e alla condizione di vita generale.
La fatigue da cancro rientra proprio nel novero di queste conseguenze ed è una condizione vissuta da tantissimi pazienti, che richiede attenzione e cura, considerato il forte disagio e difficoltà che crea.
Fatigue da cancro: cos’è?
Con il termine fatigue, in italiano "stanchezza", si intende una condizione di estremo affaticamento, stanchezza e disagio, che si presenta come sintomo molto debilitante del cancro e delle terapie eseguite.
Molte, infatti, sono le persone che manifestano questo vissuto sia a livello fisico che mentale durante il periodo di terapia o subito dopo, come accade nei giorni successi alle sedute di chemioterapia, che, in alcuni casi persiste anche molti mesi dopo l’interruzione delle cure.
Le persone che ne soffrono riferiscono di sentirsi eccessivamente stanche, spossate, svogliate, demotivate, pigre, affaticate, in affanno, a terra, e non in grado di svolgere le normali attività quotidiane anche le più semplici.
La fatigue quindi porta la persona a vivere una grande difficoltà nel fare le cose, nel portare a termine i propri compiti, obiettivi e desideri.
Il tutto con ricadute sul proprio vissuto emotivo e stato d’animo, sulle relazioni, sul lavoro, ecc.
Le ricerche identificano due tipologie di fatigue in base alla persistenza dei sintomi nel tempo:
- Acuta: laddove la possibilità di riposarsi permette il recupero delle energie e delle forze per continuare a svolgere le proprie attività.
- Cronica: si ha quando anche periodi di riposo prolungati non permettono un adeguato recupero delle energie ma si ha una persistenza della stanchezza.
Le conseguenze della fatigue da cancro
Le conseguenze della fatica vissuta per la malattia e le cure, comprensibilmente si muovono su differenti aspetti: fisici, emotivi e psicologici, ma anche relazionali e professionali.
Sul piano fisico si ha una sensazione continua di stanchezza e affaticamento, che talvolta può sfociare in dolore e indolenzimento, assenza di forze ed energie, difficoltà nel riposo, nel sonno ma anche nell’alimentazione e digestione…
Sul piano psicologico si hanno difficoltà nel concentrarsi, nel portare a termine un compito, scarsa motivazione e spesso anche pochi interessi, ansia elevata, cambi repentini di umore e facile commozione, difficoltà nel ricordare, frustrazione, elevata tristezza fino a vera e propria sintomatologia depressiva.
Gli aspetti psicologici sono caratteristici della fatigue e rendono complessa la messa in atto di strategie di reazione efficaci e funzionali, che possano ridurre gli effetti della malattia sul piano della condotta di vita, e generare una differente modalità di affrontare le cure e tutto quanto determina la malattia.
Sul piano relazionale e lavorativo spesso le persone faticano a condividere momenti ed esperienze sia per la grande stanchezza e disagio vissuto, sia per assenza di desiderio e interesse.
Possono avere difficoltà nel portare a termine attività lavorative con esigenze di modificare le mansioni, gli orari, o di lasciare il lavoro.
Il supporto psicologo
Affrontare la fatigue da cancro è sicuramente molto faticoso e difficile e l’insieme delle conseguenze che insorgono possono incrementare la fatica che comunemente si ha nel dover affrontare questa malattia.
Ecco che nell’affrontare la stanchezza importante sono i supporti offerti a livello medico e fisico, con le indicazioni date ed eventuali rimedi a situazioni specifiche (come ad esempio l’anemia, il disturbo del metabolismo, ecc.) ma anche quelli a livello psicologo.
Il supporto psicologico, infatti, può aiutare ad individuare strategie e risorse funzionali per affrontare la fatica della malattia, quelle che vengono dette strategie di coping. In questo modo le modalità di affrontare le terapie e l’intera condizione possono essere modificare e dare alla persona maggiore energia e abilità di resilienza.
Inoltre, il supporto psicologico aiuta la persona a comprendere come riorganizzare la propria quotidianità in relazione alla nuova condizione vissuta, alle esigenze mediche e, soprattutto in base alle energie possedute, alla stanchezza e a quanto ci si sente di fare. Ma accanto a questo sono importanti il ripristino di una quotidianità, il più possibile, degli interessi, degli impegni e degli obiettivi.
L’atteggiamento mentale alla malattia e alle sue conseguenze ha un ruolo importante nel modo di vivere il tutto e quindi anche la fatigue e il senso di abbattimento vissuto.
In alcuni casi è necessaria una vera e propria psicoterapia. Lo psicologo può inoltre aiutare e sostenere i famigliari.
Sicuramente per affrontare la fatigue da cancro, considerati gli innumerevoli effetti, le cause e le tipologie è sempre bene partire dall’individuo, da quello che porta e dal livello di compromissione del benessere individuale, famigliare e relazionale. Una buona integrazione tra terapie e interventi medici e quelli psicologici è una risorsa ottimale.