Carl Gustav Jung: l'Ombra, i sogni e la trasformazione
Carl Gusta Jung ne ha dette tante e tutte interessanti. Qui parliamo dell'Ombra, della parte più inconscia di noi, di colei che si nasconde alla coscienza per nascondere a noi, Persone, la parte più negativa. L'Ombra è l'antitesi della Luce, della Persona, della coscienza. Ma i sogni, dice Jung, ci aiutano a venirne in contatto. Come? Vediamo
Carl Gustav Jung lo conosciamo quasi a menadito, ma è sempre una figura affascinante della storia della psicoanalisi: sempre in conflitto con la sua Anima, sempre in perpetuo contatto con l'universo, perso tra strane alchimie, piani dell'inconscio e passione per la vita. Dopo la separazione con Freud, avvenuta nel 1913, il suo orientamento teorico viene definito psicologia analitica, questo per differenzialo dalla psicoanalisi che è di impostazione Freudiana. In questa sede cercheremo di comprendere meglio cos'è l'Ombra per Jung, come si colloca all'interno della personalità e in cosa si differenzia dalla Persona.
Carl Gustav Jung: la Persona e l'Ombra
Jung definisce Persona tutti gli aspetti esteriori relativi all'essere umano. La Persona è, per Jung, intesa secondo l'antico significato attribuito dai greci, ovvero, la maschera che ognuno di noi porta e che viene determinata dal ruolo che occupa all'interno della società. Ma come esiste l'esteriore esiste l'interiore: alla Persona si contrappone l'Ombra, ovvero, l'inconscio, che instaura con questa un relazione compensatoria, come lo Yin e lo Yang, il bene e il male. Più grande è la Persone, più forte sarà l'Ombra. Carl Gustav Jung ritiene che sia la Persona, sia l'Ombra, appartengano alle funzioni della psiche, ma mentre la Persona si trova su un piano di realtà, l'Ombra viene collocata su un piano metafisico: questa la rende difficile da analizzare e risolvere.
Carl Gustav Jung: la natura dell'Ombra
Carl Gustav Jung ritiene che l'essere umano deleghi all'Ombra tutto ciò che ritiene essere negativo: l'Ombra diventa il crogiuolo di tutti i sentimenti umani che generano senso di colpa, vergogna, dolore, perversione e quant'altro il Super-Io possa ritenere degno di essere giudicato ed escluso. Carl Gustav Jung relega l'Ombra alla dimensione inconscia, perché solo se alienata dalla coscienza dà all'uomo la sensazione di una qualche integrità morale e salvaguarda la pulizia dell'Io. Per conoscere realmente chi si è, dice Jung, bisogna partire dal riconoscere che in sé esiste anche l'Ombra e che tutta l'oscurità che noi riconosciamo intorno a noi, in realtà, vive innanzitutto dentro di noi. Ma tutto questo, come ricorda Aldo Carotenuto, produce un gran quantitativo di resistenza che è difficile smantellare.
Carl Gustav Jung: il paradosso dell'Ombra
Secondo Carl Gustav Jung, più tendiamo a mantenere l'Ombra in una dimensione inconscia, più questa cresce, si amplia, diventa vorace e acquista potere. L'ombra, se rimane isolata dalla totalità, porta progressivamente ad una destrutturazione della Persona e alimenta nell'essere umano una distruttività tale da boicottare e rovinare se stesso, le sue relazioni: il mondo comincia sempre di più ad essere guardato e interpretato attraverso lenti alterate e malate che ne distorcono la forma e lo portano, sempre di più, alla destrutturazione e all'annientamento.
Carl Gustav Jung: l'Ombra e i sogni
Carl Gustav Jung ritiene che i sogni siano un portale con l'Ombra: i personaggi, gli Antagonisti, le figure che costruiamo e incontriamo nelle nostre immagini oniriche sono immagini di noi stessi con le quali, a livello cosciente, non siamo in contatto. Se ben interpretate e analizzate, dice Jung, possono aiutaci a conoscere la nostra Ombra e ad integrarla nella nostra psiche. Venire in contatto con l'Ombra significa dare il via ad un processo trasformativo che porta l'essere umano ad individuarsi. Ricordiamoci che, come dice Jung, tanto più siamo Angeli, tanto più siamo Diavoli e, con questo, dobbiamo farci i conti.
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