Archetipi del femminile: la dea Estia

Prendersi cura della casa o delle faccende domestiche non è solo una gravosa incombenza. Può anche essere un modo per mettere ordine dentro se stesse. Estia è l’archetipo femminile che presiede all'ordine interiore e a alla concentrazione sul mondo interno.

Archetipi del femminile: la dea Estia

Anche a chi non ama fare pulizie o è una disordinata cronica sarà capitato di provare improvvisamente l’impulso a riordinare un armadio, svuotare una soffitta, buttare cumuli di cose ormai vecchie e in disuso…

O magari di concentrarsi su lavori domestici “straordinari” proprio in coincidenza di eventi stressantiEstia è l’archetipo femminile che porta una donna a ripiegarsi sul proprio mondo interno, è la custode del focolare, colei che cura l’ambiente domestico e lo rende caldo e accogliente… Ma se lo fa, è anzitutto per se stessa: mettere ordine fuori è il suo modo per ripristinare ordine e equilibrio dentro di sé.

 

Estia nella mitologia

Estia, figlia di Rea e di Crono, apparteneva alla prima genealogia degli déi dell’Olimpo. Non esistono episodi che la vedono protagonista ed ella appare poco rappresentata nelle immagini della mitologia greca…

Si tratta infatti di una déa apparentemente di secondo ordine, che non emerge come “persona” nel senso junghiano del termine: non ricoprì ruoli sociali di rilievo, si tenne sempre lontana dalle dispute degli altri déi dell’Olimpo, non si sposò mai né ebbe mai un uomo al suo fianco.

Estia tuttavia era tenuta in grande considerazione sia fra i Greci che fra i Romani (conosciuta come Vesta). Il suo simbolo era un focolare rotondo che veniva posto al centro della casa e nei luoghi principali della città a protezione delle mura domestiche.

Il fuoco sacro di Estia era quello che la madre accendeva dal proprio focolare nella nuova dimora degli sposi a simboleggiare la famiglia che si veniva a istituire. Era anche quello che veniva acceso dopo la nascita di un bambino a rappresentare l’ingresso del piccolo entro la cerchia familiare.

Come custode del focolare, Estia era dunque la divinità che presiedeva a ciò che accadeva all’interno delle mura domestiche. La spiritualità e il mondo interno erano i suoi territori di competenza e questo ordine interiore la teneva a distanza sia dal mondo esterno che dalle passioni più turbolente.

Estia è infatti una déa vergine che non ebbe mai bisogno di un uomo al suo fianco né venne mai soggiogata o violentata dal mondo maschile. Estia basta in sé stessa e trova il centro del proprio equilibrio autonomo non già nell’esplorare il mondo esterno o nella carriera (Atena e Artemide), ma nella spiritualità e nell’interiorità del proprio animo.

 

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Caratteristiche dell’archetipo: risorse e pregi

Estia può essere molto presente nella personalità di una donna che potrebbe anche compire scelte di vita fortemente guidate da questo archetipo diventando ad esempio membro di una comunità religiosa (e trovando al propria realizzazione in una vita di contemplazione e di autosufficienza spirituale) o custode del focolare di una famiglia dove si dedica esclusivamente alla cura della casa.

Ma Estia è un archetipo potenzialmente presente in tutte le donne,  capace di riequilibrare la forza delle altre dee e bilanciare le diverse energie che abitano l’animo femminile.

L’introversione di Estia, infatti, porta una donna a ritirarsi nel proprio mondo interno e a trovare in se stessa il centro del proprio equilibrio ponendo la giusta distanza dagli eventi esterni che le accadono e delle emozioni che possono travolgerla.

Che sia praticando la meditazione o tirando a lucido la casa, la donna in contato con la dimensione Estia è assorbita in modo meditativo da ciò che fa, è sospesa in uno stato di estrema consapevolezza che non tiene conto della frenesia del quotidiano né delle lancette dell’orologio.

 

Estia:  criticità e limiti

Estia, come dicevamo, è un archetipo a cui manca una “persona”: affinché possa ricoprire ruoli sociali, sia negli affetti che nel lavoro, deve potersi accompagnare ad altre dee.

La donna che sia animata solo da questo archetipo avrà difficoltà a venire a patti con la necessità di lavorare, comunicare col mondo e trovare una propria gratificazione anche in ruoli meno autarchici come quello di moglie e madre. Aspetti questi più affini ad archetipi come Atena, Ermes, Demetra e Era.

 

Estia ed Ermes

Nella Grecia antica Estia ed Ermes erano due divinità in forte connessione proprio a causa delle evidenti differenze fra loro. Estia era posta al centro della casa mediante il focolare sacro. Ermes all’ingresso di questa mediante le cosiddette “erme”, pilastri di pietra che contrassegnavano l’entrata delle abitazioni, un confine fra un dentro (territorio di Estia) e un fuori (la mondanità, territorio principale di Ermes e delle sue doti di abile comunicatore).

Estia appartiene alla generazione più antica degli déi ed era spesso raffigurata come donna anziana (una sorta di “zia” nubile”); Ermes al contrario è fra gli déi il più giovane, una specie di eterno Peter Pan… Ognuno dei due è l’opposto, l’ombra, il polo di compensazione dell’altro.

Può essere evidente in molte unioni esteriori fra un uomo Ermes, sempre girovago e irrequieto, e una donna Estia, che rappresenta il suo punto fermo e che trova in lui il tramite di comunicazione con un mondo esterno a cui non sente di appartenere.

Può trattarsi di un “matrimonio” interno alla donna stessa che sappia integrare la propria parte Anima, fortemente connotata da Estia, con un Animus dove Ermes la guidi in quei contesti e in quelle situazioni dove alla saggezza interiore deve accompagnarsi l’abilità di comunicare, cogliere le opportunità e destreggiarsi nel mondo.

 

La casa è il vostro corpo più grande. Vive nel sole e si addormenta nella quiete della notte; e non è senza sogni.
(Kahlil Gibran)

Bibliografia:
Bolen J.S., Le dee dentro la donna. Una nuova psicologia del femminile, Astrolabio, 1991.

 

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Foto: citalliance / 123RF Archivio Fotografico