La psicologia della casa: se stessi nel proprio ambiente

La casa rappresenta uno spazio fisico intriso di significati simbolici ed emozionali, è per molti aspetti il riflesso della nostra psiche, del nostro mondo interno e del nostro modo di rapportarci agli altri.

La psicologia della casa: se stessi nel proprio ambiente

La casa rappresenta, per noi moderni occidentali, uno spazio privato, intimo e intriso di molteplici significati simbolici che la rendono specchio e riflesso della nostra identità psichica.

L’architettura concreta degli spazi dell’abitare parla, molto più spesso di quanto potremmo immaginare, della nostra “architettura interna”, dei nostri personali modi di stabilire confini, ripari e punti di contatto con l’esterno e con gli altri.

 

La psicologia della casa

L’etimologia della parola "casa" indica, nel suo senso più letterale ed elementare, ciò che fornisce riparo, un luogo coperto che va a proteggere/difendere dall’esterno ma che, soprattutto, pone un confine fra un “dentro” e un “fuori”.

In questo consiste uno dei più importanti significati psicologici della casa e dell’abitare: le mura, le porte, le finestre, le divisioni delle stanze sono tutti elementi che, andando a costruire e a definire architettonicamente l’abitazione, sanciscono, in uno spazio che prima era indifferenziato, una differenza, una delimitazione fra un ambiente che diviene “interno” – quello domestico appunto” - e l’ambiente “esterno” rispetto al quale il primo si definisce.

In tal senso è stato osservato che, tanto la psicoanalisi quanto l’architettura, vanno ad occuparsi entrambe del rapporto fra un “dentro” e un “fuori” – intangibile per la prima, concreto per la seconda – analogia questa che porrebbe fra le due discipline molti punti di congiunzione (Pesare, M., Le radici psicodinamiche dell’abitare).

 

Leggi anche Identità di luogo, la casa sono io >>

 

La casa sognata…

Diverse teorie psicoanalitiche trovano utile, specie nell’analisi dei sogni – dove il simbolismo legato a determinati oggetti “concreti” e quotidiani si fa più accentuato – guardare alla casa come a una rappresentazione della personalità stessa del sognatore con i suoi confini (rigidi e netti o permeabili), i suoi ambienti e livelli (di consapevolezza ad esempio), l’atmosfera emotivo-affettiva che ne connota le ambientazioni.

Tutti noi, in un certo senso, anche da svegli e fuori dallo studio dello psicoanalista “sogniamo” la nostra casa o, per meglio dire, abitiamo case che esprimono aspetti non soltanto materiali ma anche simbolici legati ai significati emotivo-affettivi che, più o meno consapevolmente, attribuiamo ad esse.

 

Cosa comunichiamo a chi entra in casa?

Pensiamo ad esempio al diverso messaggio comunicativo che una casa disordinata o una organizzata e curata nei minimi dettagli possono dare a chi vi entra; al senso di accoglienza che comunicano alcuni ambienti o, al contrario, di freddezza o di confusione respingenti che ne esprimono altri.

Ognuno ha il suo personale modo di abitare gli spazi della propria casa, di lasciare traccia di sé e del proprio passaggio o, al contrario, di mantenere un ordine e un riserbo che tengano a freno e sotto controllo aspetti più spontanei e imprevedibili del proprio modo di essere.

 

Significati simbolici della casa

Ad un livello più simbolico e profondo, quale è quello dei sogni, la casa va a rappresentare la nostra stessa psiche raffigurando ad esempio i nostri diversi livelli di coscienza: dai piani superiori, simbolicamente associati al pensiero razionale e cosciente, ai livelli più inferiori e sotterranei (si pensi ad esempio ad una cantina) connessi agli aspetti inconsci e istintuali della personalità.

Inoltre, il disegno della casa è un test molto utilizzato nei bambini dove, attraverso la qualità formale e contenutistica della raffigurazione grafica, si esprimono aspetti simbolici relativi alla personalità infantile e vissuto relativo all’ambiente familiare.

 

Cambiamenti e eventi di vita

E quando cambiamo casa o ne rivoluzioniamo l’architettura facendo importanti lavori di ristrutturazione? Gli architetti dovrebbero tenerne conto: cambiare – fisicamente o architettonicamente – la propria casa non è mai una questione neutra o soltanto relativa ad aspetti pratici e materiali…

Non di rado, ad esempio, ci decidiamo a iniziare importanti lavori di muratura, magari procrastinati da tempo, in coincidenza con cambiamenti significativi intercorsi nelle nostre vite e nel nostro ambiente familiare: a seguito di un lutto, un divorzio, la nascita di un figlio, un nuovo lavoro…

I cambiamenti esistenziali che vanno a modificare aspetti della nostra identità non di rado si riflettono o si accompagnano anche a profonde modificazioni dell’ambiente in cui viviamo.

Insomma la casa può rappresentare simbolicamente un’estensione “architettonica” della nostra stessa pelle, un confine psichico, e non soltanto materiale, mediante il quale non solo ci separiamo dall’esterno, ma preserviamo e ridefiniamo la nostra identità.

 

Gli effetti dei colori della casa sul sonno