Pseudo insonnia: riconoscere sintomi e cause
Stanotte non hai dormito? Si tratta davvero di insonnia o è una pseudo insonnia, un disturbo causato da micro risvegli di pochi secondi che impediscono un vero sonno ristoratore sebbene nessuno se ne accorga
L'insonnia è una pessima compagna notturna. La sola idea di non riuscire a dormire è l'ostacolo principale ad un buon risposo ristoratore.
Le tipologie di disturbi del sonno sono molto diverse tra di loro e anche le cause possono essere svariate: si va dai disturbi fisici a quelli psicologici.
Esiste anche un caso molto particolare di insonnia chiamata pseudo insonnia caratterizzata non tanto dall'assenza di sonno bensì dall'impressione di non aver dormito abbastanza.
La pseudo-insonnia
La pseudo insonnia è anche chiamata insonnia da errata percezione del sonno. Questo "secondo nome" ci dà un'idea chiara delle caratteristiche principali del disturbo.
I soggetti cercano una cura spinti dalla convinzione di dormire poco o male e risentono dei "soliti" fastidi o disturbi causati dall'insonnia durante le ore di veglia.
Il tutto però non combacia con quanto emerge dai racconti di chi dorme con il paziente messi a confronto con le osservazioni in ospedale. Quindi, non si dorme o il nostro cervello ci mente?
Cosa c'entra il bias attenteivo coi i disturbi dell'insonnia?
I racconti e i dati del poligrafo
Chi soffre di pseudo insonnia quindi riporta una serie ben precisa di sintomi:
- scarso numero di ore di sonno, causato perlopiù da un ritardo nell'addormentamento
- sensazione di un pessimo riposo fisico
- alterazioni a livello psicofisico nelle attività diurne.
Quando avviene il ricovero, il sonno di queste persone viene monitorato da un poligrafo. Inizialmente i dati registrati davano l'idea che i pazienti mentissero in quanto non si registra un ritardo nell'addormentarsi o comunque non l'entità che viene riportata (sebbene una dilatazione del tempo necessario per addormentarsi è tipico di chi soffre di insonnia), non c'è una variazione nel susseguirsi delle fasi di sonno, inoltre anche il numero di ore di sonno totali non diminuisce.
Solo ultimamente nelle registrazioni sono stati individuati episodi frequenti di microrisvegli. Il tutto si verifica per pochi secondi, ma in molte occasioni per notte impedendo così un sano riposo.
Altre ricerche neurologiche hanno anche evidenziato che questi episodi si associano a stati intensi di ansia e fobia.
La terapia
Ogni forma di insonnia dovrebbe avere la sua terapia che colpisca alla radice il problema che affligge chi ne è affetto. Eppure ancora oggi il ricorso al farmaco ipnotico e quindi ai sonniferi sembra essere la risposta più veloce e più utilizzata anche in caso di pseudo insonnia.
Nonostante i controlli cui sono sottoposti i farmaci, un uso eccessivo di questi sostituti non è sempre un bene, soprattutto perché la qualità del sonno garantito non è sufficiente.
Il sonno farmacologico, infatti, impedise di entrare nelle fasi del sonno riposanti; sarebbe preferibile quindi assumere gli ipnotici per episodi di insonnia piuttosto che in casi cronici. Lo stesso discorso vale per gli ansiolitici: se è l'ansia ad impedirmi di dormire, non è il farmaco ad eliminare il problema, ma controlla il sintomo.
La psicologia offre diversi percorsi: in casi di ansie e fobie, la terapia cognitivo comportamentale si è dimostrata più volte un percorso efficace.
Tecniche di meditazione associate ad un percorso terapeutico possono offrire un sostegno importante nel rilassamento che porta al sonno. In ultimo c'è chi suggerisce il ricorso all'ipnosi, sebbene sia importante ricordare che i risultati scientifici sull'efficacia di questo trattamento sono ancora largamente discordanti.
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