Dove agisce il potere “curativo” del digiuno?
Dalle norme religiose più antiche ai regimi alimentari di recente scoperta. Oggi come ieri, l’idea che il digiuno possa essere un rimedio "perfetto" per garantirsi benessere e longevità continua ad avere molta presa sulle persone. Perché siamo così affascinati dall'idea dell’astinenza alimentare?
L’idea che il digiuno possa essere un atto purificatore che ristabilisce salute e longevità non stenta a morire. Vediamo a cosa deve il suo intramontabile fascino una pratica su cui sarebbe bene fare un approfondimento serio prima di decidersi e iniziare.
Digiuno e bisogni umani
La fame è uno dei bisogni umani fondamentali; il cibo, al pari dell’aria e dell’acqua, fa parte di quei “carburanti” indispensabili alla nostra vita. E per vita non si intende solo la capacità si essere fisiologicamente attivi, ma anche quella di poter pensare, dare e ricevere affetto e impegnarsi in obiettivi importanti per la realizzazione personale, professionale o spirituale.
Tutti bisogni elevati e complessi che – come evidenziava Abraham Maslow - possiamo perseguire solo a patto di aver soddisfatto i bisogni fondamentali di base, fra cui quelli fisiologici come la fame appunto. Digiunare o non mangiare a sufficienza, prima ancora di apportare danni (a volte irreparabili) alla nostra salute fisica e mentale, riduce la nostra capacità di essere partecipi di ciò che ci accade, ci rende emotivamente e cognitivamente meno vivi e reattivi.
Digiuno e respirianesimo
Alcuni avranno forse sentito parlare del “respirianesimo”: una credenza, senza alcun fondamento scientifico, in base alla quale sarebbe possibile, anzi auspicabile, vivere senza assumere né cibo né acqua nutrendosi esclusivamente del “prana”, ossia dell’energia che anima l’universo. Naturalmente non sorprende che non sia mai stato possibile dimostrare la veridicità delle pratiche “alimentari” professate dai più fervidi sostenitori di questo regime “dietetico”.
Tuttavia, coloro che dichiarano di praticarlo fanno rapidamente notizia e le loro storie tornano periodicamente a rimbalzare sui vari siti web di informazione… Fra coloro che guardano a questa dieta a base di aria con dovuto scetticismo, c’è sempre il rischio che altri ne vengano affascinati e prendano i loro sostenitori come modelli da imitare.
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Digiuno e diete di successo
Il digiuno trova sostenitori nell'ambiente scientifico. Ne è un esempio la nota dieta mima digiuno salita agli onori della cronache grazie al libro di Valter Longo secondo il quale seguire periodicamente regimi alimentari ipocalorici studiati in modo da riprodurre per il corpo gli effetti di un digiuno sarebbe un modo per mantenere il corpo in salute e farlo vivere più a lungo.
Quali fattori psicologici sostengono l’intramontabile, e spesso pericoloso, fascino che il digiuno sembra avere sull’essere umano?
Digiuno e aspettative magiche
Fare una dieta, perdere peso, rimodellare salute e forma fisica sono buoni propositi che regolarmente le persone tornano a mettere in pratica nonostante i frequenti fallimenti precedenti.
Ogni volta vi è alla base la convinzione che questa sarà la “volta buona”, che finalmente si sia trovata una dieta più efficace e risolutiva della precedente o che si sia finalmente capito quali siano i cibi “colpevoli” da dover eliminare o, ancora, quali disfunzioni fisiologiche potrebbero contribuire al mantenimento del sovrappeso.
In tutti questi casi, la logica è sempre quella di ricercare una soluzione "perfetta" che garantisca i risultati sperati in tempi rapidi garantendo la trasformazione auspicata (non di rado gli obiettivi che ci si pone di raggiungere sono fin troppo irrealistici). Anche il digiuno viene considerato spesso allo stesso modo; sia che lo si intenda come norma dietetica in senso stretto, sia che lo si veda come un mezzo di purificazione di corpo e mente.
Piuttosto che rimettere in discussione il proprio stile alimentare e di vita è più “facile” e “appetibile” per la mente pensare a una soluzione “drastica” che non solo sembra promettere più rapidi risultati, ma che sembra in grado di far sentire fin da subito “diversi”, rinnovati.
Digiuno e pensiero: “tutto o nulla”
Nessun cambiamento duraturo, tuttavia, avviene improvvisamente, soprattutto nessun cambiamento che riguardi i comportamenti umani. Siamo fatti così: non funzioniamo secondo un principio “tutto o nulla” (che è quello che invece inseguiamo quando pensiamo di metterci a dieta), ogni processo di cambiamento procede per prove ed errori, è graduale e, soprattutto, non può iniziare se non si prende consapevolezza che ciò che deve cambiare siamo noi stessi.
Nessun cambiamento – che sia attraverso la dieta del digiuno o altro - potrà avvenire a prescindere da noi. E, soprattutto, il cambiamento alimentare non passa attraverso una repressione dei nostri bisogni corporei – come avviene nel digiuno – ma, al contrario, attraverso una maggior presa di consapevolezza dei nostri segnali interni – quelli di fame e sazietà – che troppo spesso perdiamo di vista quando seguiamo abitudini alimentari errate o cediamo alla fame emotiva.
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