Invecchiare? Non se ne parla prima dei 75 anni
Orami è ufficiale: la soglia della vecchiaia non si raggiungerebbe prima dei 75 anni. Gli over 65 di oggi, infatti, sembrano avere una salute paragonabile a quella dei 45enni di trent’anni fa. Gli Italiani si stanno dunque “ringiovanendo”?
Da tempo se ne parlava, ma adesso arriva la notizia ufficiale: nell’ultimo Congresso nazionale della Società italiana di gerontologia e geriatria è stato definitivamente stabilito che la soglia della terza età va spostata di un decennio.
La vecchiaia non arriva prima dei 75 anni, gli over 65, dunque, arretrerebbero una volta per tutte ad una nuova, imprevista, “giovinezza”.
Età e ciclo di vita
Le condizioni di salute fisica e le capacità cognitive delle persone che oggi raggiungono la soglia dei 65 anni sarebbero mediamente più promettenti di una volta: in un arco di tempo di appena trent’anni sembra che le condizioni di vita siano talmente migliorate da assimilare gli over 65 ai 40-45 enni di prima!
Non è solo l’età adulta che stenta ad arrivare, dunque (con il prolungarsi di un’indefinita tardo-adolescenza che secondo alcuni si protrarrebbe fin dopo i 30 anni), ma anche la vecchiaia.
Sembra proprio che, più passa il tempo, più gli esseri umani spostino in avanti le fasi di passaggio del loro arco di vita. Una seconda giovinezza a tutti gli effetti, dunque, quella riconosciuta ai 65enni di oggi. Ma quale uso farne?
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Invecchiamento ritardato o seconda giovinezza?
Parlare di seconda giovinezza può essere pericoloso e fuorviante in una società come la nostra in cui prevale il culto dell’immagine e non di un’immagine a caso, ma di un ritratto eternamente giovane di sé stessi, imperturbabile ai cambiamenti del tempo.
Basti vedere i modelli di bellezza femminile proposti dalle pubblicità e dai mass media, la capillare diffusione della chirurgia estetica fra le persone di spettacolo o del giornalismo.
Quale che sia il motivo del proprio apparire sul grande o piccolo schermo, sembra che questo debba avvenire rispondendo ad una sorta di imperativo per il quale sia vietato invecchiare, oltrepassare quella soglia della prima età adulta che i mass media si ostentano a proporci come unico modello di bellezza e successo.
Eppure lo dicono i numeri: le persone appartenenti alle fasce di età più elevate sono destinate ad aumentare e a prevaricare giovani e giovanissimi.
La forza dell’età
“Lasciami tutte le rughe – diceva Anna Magnani alla sua truccatrice – non me ne togliere nemmeno una: ci ho messo una vita a farmele”. James Hillman sosteneva, con altre parole, qualcosa di simile quando diceva che invecchiare non significa andare incontro a decadenza, ma mostrare il proprio “carattere”, la versione più autentica e piena di se stessi (La forza del carattere, Milano, Adelphi, 1999).
Tutto questo non si compie certo improvvisamente allo spegnimento della 75esima candelina! È piuttosto un processo reso possibile non solo da cambiamenti fisici, ma soprattutto psichici: avere alle spalle un’esperienza di vita superiore a quella ancora da compiere rafforza il senso di chi si è piuttosto che quello di chi si deve ancora diventare.
O, almeno, dovrebbe, sempre che non ci si lasci imbrigliare dalla vuotezza della frenesia del mondo liquido-moderno cercando di aderire a tutti i costi ad un modello di giovinezza irrealistico e illusorio.
Sarebbe una sorta di “crimine” contro la propria umanità, come affermava lo stesso Hillman, perché equivarrebbe, in sostanza, a fare un torto a se stessi.
I 65eni di oggi sembrano poter ricevere un “dono”: vivere al culmine della propria esperienza di vita con ancora buona parte delle proprie energie fisiche e mentali. Nelle condizioni, quindi, per darsi ancora delle “seconde chance”, anche quando.. è complicato!
Chi ha paura della vecchiaia?
"Ci sono diversi tipi di bellezza in diversi periodi della nostra vita. La bellezza in un bambino di 5 anni, una venticinquenne, una donna di 45 o 75 anni" A dirlo è Kyoko Hamada, fotografa di professione che per due anni ha deciso di passare dall’altra parte dell’obiettivo e di farsi ritrarre sotto le spoglie di un alter ego: Kikuchiyo-san, una vecchietta ottuagenaria a spasso per le strade di New York.
Quello che ha colpito Hamanda è stato il percepire una sostanziale indifferenza da parte degli altri: la vecchiaia sembra qualcosa da evitare, da cui tenersi a distanza, da relegare in una dimensione separata da quella della vita attiva riservata a chi è giovane (o acconsente a dover apparire tale a ogni costo).
In questo scenario dove sembrano non esserci vie di mezzo - o si è “dentro” perché giovani o si è “fuori” perché vecchi – chissà che i “nuovi” over 65 non possano rappresentare un punto di forza per ricucire lo strappo fra queste due generazioni.
Lo stesso Hillman affermava che “la patologia principale della vecchiaia è l’idea che se ne ha su di essa”.
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