I farmaci per l’insonnia
Per combattere l’insonnia ci sono in commercio molti farmaci che agiscono sui recettori e sulle strutture che regolano il sonno. Spesso gli effetti collaterali però aumentano il disagio nel tempo. Le alternative possono essere i rimedi naturali basati sugli estratti delle piante, ma la prevenzione con una corretta igiene del sonno sembra la soluzione migliore
L’insonnia è uno dei più gravi e diffusi disturbi del sonno che, impendendo un riposo notturno sufficiente, incide su ogni aspetto della vita diurna.
I farmaci per l’insonnia sono molti e operano a diverso livello sulle strutture cerebrali.
Le novità sui farmaci per l’insonnia
Data la diffusione e la gravità dell’insonnia, molti sono gli studi che cercano di migliorare l’efficacia dei farmaci che la contrastano.
Una ricerca svizzera condotta dal gruppo di Francois Jenck ha scoperto una serie di sostanze che inducono il sonno disattivando i recettori di una molecola responsabile della regolazione della veglia: l’orexina. La scoperta si basa sull’osservazione di pazienti narcolettici che sono privi di questa sostanza. Agendo su di essa farmacologicamente è possibile indurre il sonno evitando la perdita del tono muscolare.
Farmaci per l’insonnia o insonnia da farmaci?
Il rapporto tra farmaci e insonnia è ‘a due vie’, in quanto uno dei più fastidiosi effetti collaterali di alcuni farmaci è un sonno disturbato. Si parla poco di insonnia da farmaci perché ancora si sa poco di come si innesca e per gli effetti vari e variabili degli effetti di queste sostante sulle strutture deputate alla regolazione del sonno. In generale è possibile distinguere tra effetti acuti e cronici e tra farmaci che inibiscono e quelli che stimolano il sistema nervoso centrale.
I farmaci ipnotici (come benzodiazepine e barbiturici) sono sostanze inibenti utilizzate in caso di ipersonnia, ma spesso diventano la causa di nuovi disturbi del sonno. Gli effetti principali sono una progressiva diminuzione della latenza di sonno, della permanenza nella fase Rem, del sonno ad onde lente (cioè quello ristoratore) e dei risvegli notturni.
I soggetti effettuano meno passaggi tra i vari stadi del sonno e tendono a permanere molto tempo nella fase due. Nel tempo i pazienti sviluppano una tolleranza e ciò comporta un aumento progressivo del dosaggio peggiorando la gravità degli effetti collaterali. Un fenomeno tipici di questi farmaci è l’insonnia rebound, cioè da contraccolpo, quando alla riduzione scalare del farmaco il corpo reagisce con un quadro simile a un disturbo del sonno inducendo a ricominciare.
Gli effetti dei farmaci si riscontrano anche nella veglia con degli episodi di microsonno (cadute della vigilanza per pochi secondi) e disturbi alla memoria.
Rimedi naturali o farmaci per l’insonnia?
L’alternativa ai farmaci per l’insonnia sono i rimedi naturali. I più diffusi sono a base di valeriana, una pianta che cresce in Europa e di cui si utilizza l’estratto secco.
Gli effetti sul sistema nervoso centrale sono comprovati: la valeriana officinalis ha un effetto sedativo che induce rilassamento e può favorire il sonno. Non ci sono effetti collaterali, ma resta sconsigliata in gravidanza, durante l’allattamento e nei primi sei anni di vita. Meno conosciute sono l’escolzia e la passiflora. Entrambe hanno un effetto sedativo anche se il meccanismo non è molto chiaro.
L’escolzia, in particolare, sembra essere più efficace nelle donne inducendo il rilassamento a livello centrale. La passiflora invece è originaria degli Stati Uniti e agisce prevalentemente a livello della zona motoria del midollo spinale, senza causare dipendenza.
L’igiene del sonno
Per evitare di cercare rimedi o farmaci per l’insonnia, è opportuno (meno costoso e meno rischioso in termini di effetti collaterali) partire da una buona igiene del sonno.
Si parte dalla preparazione di una stanza adeguata al riposo per illuminazione, comodità e rumori. Molte delle buone regole però coincidono con delle negazioni: non bere alcolici, non mangiare prima di coricarsi, non sottoporsi a programmi o libri troppo stimolanti. Occorre evitare anche l’assunzione di sostanze eccitanti come tè e caffè, ma anche cacao, guaranà e ginseng.
Igiene del sonno: come e perché funziona
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