Sintomi e cure dell'esaurimento nervoso
Usato e abusato, l'esaurimento nervoso è ormai un termine uso comune per alludere a disagi e stati della psiche molto diversi. Vediamo meglio di cosa si tratta e come intervenire efficacemente.
- L'esaurimento nervoso alle origini della psichiatria
- Esaurimento nervoso come disturbo ansioso-depressivo
- Disturbi psicosomatici nell'esaurimento nervoso
- Burnout e disturbo post-traumatico
- Esaurimento nervoso e salute psicologica
"Avere un esaurimento nervoso" è un’espressione di uso comune piuttosto diffusa, una sorta di cliché linguistico a cui si ricorre, quasi senza pensarci, per alludere a un non meglio specificato disagio psicologico proprio o altrui. Come se fossimo delle batterie che a un certo punto, senza un preciso perché, si “esauriscono”.
L’esaurimento nervoso in realtà, per i canoni scientifici e diagnostici attuali, significa ben poco: termine storicamente nato agli albori della psichiatria è oggi rimasto come espressione di uso comune con la quale si allude sia ai disagi psicologici più disparati, come stanchezza mentale, debolezza fisica, sintomi di ansia e stress e altro ancora. Vediamo allora di fare un po’ di chiarezza su questo termine!
L'esaurimento nervoso alle origini della psichiatria
L’esaurimento nervoso, o nevrastenia, è, al pari dell’isteria, uno di quei termini che hanno scandito gli esordi della psichiatria e della psicologia e con i quali si sono per primi identificati i segni di disagi psicologici che, pur esprimendosi anche nella sfera somatica, non potevano esser ricondotti eziologicamente a essa.
Avere un esaurimento nervoso nel XIX secolo significava soffrire di una sindrome caratterizzata da un insieme di sintomi piuttosto variegati fra loro.
Sintomi della crisi nervosa potevano essere considerati:
- fatica cronica,
- irritabilità,
- apatia,
- agitazione e altri ancora.
Nella letteratura psichiatrica dell’epoca, che ancora non poteva contare sulle classificazioni e discriminazioni diagnostiche odierne, l’esaurimento nervoso andava perciò a indicare una costellazione di segni psicologici e comportamentali di un disagio non riconducibile a una patologia organica definita ma ascrivibile ad una qualche problematica di tipo psicoemotivo che rendeva, di fatto, la persona inabile a partecipare alla vita sociale e lavorativa come ci si sarebbe aspettato.
Da tale connotazione invalidante, il significato di “esaurimento” era riferito al fatto che, a quanto era possibile osservare, la persona mostrava di non avere risorse o capacità per reagire al proprio stato di prostrazione psicofisica ponendosi, in tal modo, ai margini della vita sociale e di relazione.
Esaurimento nervoso come disturbo ansioso-depressivo
Nel senso comune è rimasto l’uso dell’esaurimento nervoso per alludere, potremmo dire, un po’ a tutto e a niente: qualunque segno di disagio non meglio identificato può venir indicato, da chi ne soffre o da chi lo osserva, come esaurimento nervoso.
Nel senso che gli è più proprio, alludendo all’uso che più di frequente ne veniva fatto agli albori della psichiatria, l’esaurimento nervoso si identifica soprattutto con quella sintomatologia che oggi definiremmo astenia, ovvero una condizione di affaticamento fisico, non dovuta a cause somatiche, ma derivante da un disagio psicologico principalmente di tipo ansioso-depressivo.
Le cause psicologiche più comuni dell’astenia sono riconducibili o a un disturbo depressivo, specie nei casi in cui la depressione si manifesta con più evidenza con affaticabilità fisica, o a un disturbo d’ansia, come nel disturbo da attacchi di panico, che può erodere pian piano le energie psicofisiche della persona.
Disturbi psicosomatici nell'esaurimento nervoso
Non di rado, quello che comunemente si definisce esaurimento nervoso può alludere a una condizione più sfumata che è quella della sindrome da stanchezza cronica oppure a forme di somatizzazione.
In quest’ultimo caso il corpo non riflette semplicemente un disagio della mente, è esso stesso mezzo di espressione di tale disagio che non trova altri canali per potersi manifestare. La persona non trova altro mezzo per esprimere e rappresentare la sofferenza mentale se non quello del corpo secondo una modalità di tipo pre-verbale che leva al dolore mentale dignità di parola.
Burnout e disturbo post-traumatico
Altri casi in cui, piuttosto semplicisticamente, si sente alludere all’esaurimento nervoso, sono quelli, ad esempio, di esaurimento psicoemotivo dovuto a gravi traumi o stress e inserito nella sindrome del burnout o in un vero e proprio disturbo post-traumatico da stress.
In questi casi il malessere fisico, l’irritabilità e la depressione psicoemotiva si associano, a vari livelli, a manifestazioni di distacco dalla realtà circostante mediante spersonalizzazione e oggettivazione di altri o, nel disturbo post-traumatico, mediante difese dissociative che danno luogo a fenomeni di depersonalizzazione e derealizzazione.
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Esaurimento nervoso e salute psicologica
In ultimo, non dobbiamo dimenticare, come spesso si faccia ricorso a un presunto esaurimento nervoso in maniera piuttosto semplicistica per indicare piuttosto condizioni che non si identificano propriamente con un disturbo psicologico.
Troppo spesso ci dimentichiamo che l’essere stanchi, emotivamente affaticati o tristi o non riuscire subito a calmare il nervoso non rappresentano di per sé delle malattie, né dei sintomi psichiatrici: sono le normali reazioni, del nostro corpo e della nostra psiche, alle inevitabili contrarietà della vita.
Il benessere e la salute psicologica non implicano affatto il non provare queste reazioni, quanto poterle tollerare e attraversare gestendo in una modalità, per noi efficace, i problemi che le hanno causate. Prevenire un esaurimento nervoso, in tal senso, significa imparare a prendersi cura di sé.
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Per approfondire:
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