Esiste ancora uno spazio personale sul web?
Il web annulla le distanze spaziali e temporali consentendo una simultaneità di interazioni senza limiti. Che ne è del nostro spazio personale? Il web lo tutela o lo invade?
Lo spazio personale è quella distanza fisica che siamo abituati a mantenere automaticamente dal nostro interlocutore.
La prossemica lo ha studiato da tempo: l’ampiezza del nostro spazio personale aumenta o si riduce a seconda delle relazioni, più formali o più confidenziali, che intratteniamo.
A questo si accorda anche il linguaggio non verbale e tutta una serie di parametri paraverbali che sostanziano le nostre comunicazioni, almeno quelle vis-à-vis.
Ma che succede quando intratteniamo le nostre relazioni attraverso il web? Io nostro spazio personale ne risulta ancora tutelato o no?
Lo spazio personale sul web
Le comunicazioni via web, dalle email alle chat messenger ai social network hanno indubbiamente rivoluzionato il nostro modo di comunicare con gli altri.
Le nuove tecnologie ci consentono da un lato di essere informati e partecipi di una miriade di informazioni pressoché in tempo reale abolendo barriere fisiche e temporali.
Un vantaggio indiscusso sicuramente. Da dire poi che, allo stesso tempo, il web funziona spesso da schermo, da filtro che interponiamo fra noi e gli altri, consentendoci di tenere un certo anonimato, di implicarci di meno nell’interazione, di assumerci minori responsabilità delle conseguenze dei nostri comportamenti interattivi.
Tutto questo, se da un lato rischia di impoverire e distorcere le comunicazioni, dall’altro rappresenta una maggior tutela della nostra privacy e del nostro spazio personale.
Possiamo infatti intraprendere una conversazione esonerandoci dalla presenza fisica dell’interlocutore e dal “calibrare” l’ampiezza di quello spazio personale che tanto importa negli scambi in presenza. Sarebbe però riduttivo fermarci qui…
Il web invade il nostro spazio personale?
Fino ad ora abbiamo, per così dire, messo l’accento solo su un lato della medaglia. C’è un altro aspetto della questione, quella del web e delle possibilità comunicative che esso offre, che merita di essere considerata.
Pensateci un attimo: a che ora accendete il cellulare al mattino (sempre ammesso che lo abbiate mai spento, pare che moltissime persone controllino lo smartphone anche di notte)…?
Quante volte, durante la giornata, mentre state lavorando o conversando con una persona, vi interrompete per rispondere/scrivere un messaggio al cellulare?
Ogni quanto tempo controllate le email? Quante notizie ricevete simultaneamente su tablet e pc? Possono sembrare banalità, semplici abitudini quotidiane che, in fondo, siamo noi stessi a mettere in atto.
Il risultato però è, forse, alquanto bizzarro: praticamente in qualunque momento del giorno e della notte, sia che stiamo lavorando o siamo in compagnia, tendiamo ad essere raggiunti e interrotti da un messaggio, una chiamata, una notifica di qualsiasi tipo che attira la nostra attenzione.
Sembra che non sia così scontato calibrare le distanze, quando si parla di interazioni online, siamo soggetti a farci raggiungere a prescindere dalla situazione che stiamo vivendo.
Qualunque richiesta, qualunque informazione del web, sembra possa invadere il nostro spazio personale: che stiamo dormendo, mangiando o lavorando non sembra fare differenza.
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Riscoprire il valore dello spazio personale
Il web invade il nostro spazio personale dunque? Dipende, certo per alcuni i vantaggi sembreranno, a conti fatti, superiori agli svantaggi; per altri forse no.
Certo è che sembriamo mancare, a volte, di una sorta di “galateo” verso noi stessi: con la scusa dell’incorporeo lasciamo che qualunque protrusione digitale irrompa nelle nostre vite materiali per riconnetterci a quella rete del virtuale che, forse, non avevamo mai abbandonato del tutto…
C’è chi ha già pensato ai Ristoranti senza smartphone e chi promette un revival degli antichi telefonini senza connessione a internet… Che il futuro sia racchiuso in un’ondata di vintage?
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