Non è ancora presente nel nostro vocabolario ma è in circolazione già da un po' e forse non tutti sanno che Simbiosofia deriva da Simbio+Sofia (Relazione+Sapienza) e indica la Saggezza Relazionale che può essere appresa, sviluppata e agita nel mondo del lavoro, nelle relazioni sentimentali, nelle scuole, nelle aziende e nella vita in genere con l’obiettivo di costruire e vivere relazioni empatiche e sane, lavori soddisfacenti, situazioni nutrienti in grado di realizzare un contatto pieno con noi stessi, con gli altri, con i nostri desideri, con la nostra salute, con il nostro benessere, con la nostra capacità di affermarci e auto-realizzarci.
Simbiosofia indica oggi un vero e proprio movimento culturale, una filosofia di vita, uno stile personale e collettivo, un'emozione condivisa, una strada da percorrere insieme con fiducia e determinazione.
Simbiosofia è il nome per ciò che non può essere detto: per la complessità che abitiamo, per la liquidità che viviamo, per la relazionalità Indivisibile che si unisce agli altri e al mondo ed è allo stesso tempo un progetto rivoluzionario, un salto paradigmatico, un programma operativo, un metodo consapevole, una strategia efficace da utilizzare:
1) nella vita per essere migliori;
2) nel lavoro per ottenere risultati;
3) nelle relazioni per viverle al meglio.
Simbiosofia è il luogo ed il progetto del migliore dei mondi possibili che potrà essere realizzato solo se tu stesso avrai il desiderio e il coraggio di diventare la migliore versione di te. Nel celebre mito che il filosofo Platone descrive ne La Repubblica vediamo uomini in catene, costretti a fissare le ombre sul muro di una caverna e incapaci (e timorosi) di rompere le catene per volgersi alla luce e liberarsi.
Platone ci mostra così la condizione umana (come siamo e come lo siamo diventati) ma, d’altra parte, ci fa vedere anche che per cambiare il nostro destino e per diventare pianamente noi stessi dobbiamo spezzare le catene e girare lo sguardo verso la Luce per esserne dapprima abbagliati ma poi, infine, completamente rigenerati. Allo stesso modo l’obiettivo della simbiosofia è quello di aiutare le persone a rivolgersi a se stesse, a diventare ciò che sono, a scegliere ciò che vogliono essere, a liberarsi dai condizionamenti, a orientarsi verso ciò che conta per davvero e agire per realizzarsi veramente sul piano personale, professionale, sociale.
Ed è per questo che simbiosofia indica innanzitutto una sfida metodologica per l’uomo del terzo millennio votata alla costruzione di un Umanesimo rinnovato e consapevole.
Come sostiene Edgar Morin, infatti, “la sfida è nel metodo” ed è per questo che abbiamo bisogno oggi di una metodologia innovativa per l’educazione e la formazione dell’uomo del terzo millennio. Tale metodologia si basa su un approccio di tipo olistico, fenomenologico, esistenziale e pragmatico orientato al pensiero ed alla pratica di un Nuovo umanesimo in grado di trasferire gli strumenti necessari per realizzare il migliore dei mondi possibili purchè ognuno abbia il desiderio e il coraggio di diventare la migliore versione di Sé (nella vita, nel lavoro, nelle relazioni).
Duemila anni di storia del pensiero ci hanno definitivamente portato a comprendere che la realtà è complessa e irrevocabilmente multidimensionale, che l’esistenza nei suoi molteplici aspetti (psicologici, sociali, culturali) è liquida e perennemente in evoluzione, che Esser-ci vuol dire sempre e allo stesso tempo essere legati gli uni agli altri, essere immersi nella terra, appartenere al mondo.
1) Complessità, 2) Liquidità, 3) Esserci come inter-soggettività e intra-mondanità sono pertanto i tratti costitutivi e distintivi che caratterizzano la nostra vita che per definizione è esposta alla precarietà, alla vulnerabilità, alla fragilità e allo spaesamento.
E’ per questo che come persone e come professionisti avvertiamo il bisogno urgente di metodi, strategie e strumenti pratici che ci rendano consapevoli e capaci di:
1. Pensare la complessità (evitando il dogmatismo e l’unilateralità);
2. Navigare efficacemente nella liquidità (padroneggiando al meglio le onde che essa genera);
3. Definirci e Progettarci nella relazionalità (resistendo alla tentazione sedativa della simbiosi per rischiare la nostra Unicità nel mondo).
L’obiettivo principale della Simbiosofia è quello di sperimentare e sviluppare percorsi utili a realizzare processi di
empowerment,
resilienza e progettualità per le persone, per le relazioni, per le professioni di oggi!
Una metodologia che permette di ottenere il meglio da Sé, dagli altri, dal lavoro per concretizzare il sogno e il progetto di una vita vissuta pienamente, con soddisfazione e benessere. Una metodologia in grado di trasformare la crisi in crescita, lo spaesamento in apertura di orizzonti, la precarietà in risorsa, la ferita in apprendimento, la Fragilità in Occasione.
Una metodologia che prende in considerazione il pensiero, il sentire, l’essere, il fare, il divenire e spinge a mettere in gioco diverse parti di sè (corporee, cognitive, fisiche, affettive, spirituali, emotive) puntando a generare quella competenza personale, professionale, esistenziale che Gregory Bateson chiamava il "savoir faire della complessità" presupposto indispensabile, oggi, per l’empowerment e la “salute” delle persone, dei professionisti e delle aziende
Si tratta, infine, di una metodologia “neurologicamente aggiornata” ed in linea con le recenti acquisizioni nel campo neuroscientifico in grado di rispondere alle sollecitazioni ed alle innovazioni provenienti dal mondo scientifico.
"La migliore preparazione per domani è fare il tuo meglio oggi"
[H. Jackson Brown Jr]
Articolo a cura di Cristian Flaiani
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