Consigli per stimolare la curiosità
La curiosità consente di non dare nulla per scontato, provare interesse e meraviglia per ciò che ci circonda e perseverare per comprendere e consolidare le conoscenze. Alimentiamola sempre.
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La curiosità è la prima dell’elenco delle emozioni positive che Martin Seligman individua come “ingredienti” fondamentali del benessere e della salute psicologica.
Si tratta di un elemento fondamentale della nostra cognizione, ma la sua funzione biologica, i meccanismi e le basi neurali rimangono poco conosciuti.
È comunque un elemento della motivazione allo studio, influente nel processo decisionale e cruciale per uno sviluppo sano. Un fattore che limita la nostra comprensione è la mancanza di una definizione ampiamente condivisa di ciò che è e non è curiosità.
Nonostante questo, negli ultimi anni si è assistito a una forte crescita dell'interesse per la curiosità in psicologia e nelle neuroscienze (Kidd & Hayden, 2015).
In particolare la curiosità è il carburante motivazionale per l’apprendimento e lo sviluppo cognitivo dei bambini, essere curiosi è la modalità che consente loro di aprirsi all’esperienza e sviluppare la conoscenza.
La curiosità nei bambini
La curiosità è un elemento importante per stimolare l’apprendimento e la motivazione allo studio nei bambini e ragazzi (e perché no anche negli adulti). È importante che venga stimolata dagli insegnanti durante i percorsi di apprendimento, ma prima ancora è un ingrediente fondamentale dello sviluppo della prima infanzia.
La premessa su cui poggia la curiosità e il desiderio di esplorare ciò che non si conosce è proprio il legame di attaccamento con le figure di riferimento. Questo aspetto venne messo in luce da John Bolwby (1969) e Mary Ainswort (1982) evidenziando le componenti innate e biologiche del comportamento di attaccamento e l’importanza del caregiver come “base sicura”.
Tutti i bambini sono naturalmente portati a ricercare sicurezza e conforto in un adulto di riferimento (quando questo non accade siamo in presenza di gravi disturbi dell’attaccamento che possono compromettere anche lo sviluppo cognitivo).
Ma un sano legame di attaccamento, sia nei bambini che negli adulti (si pensi ai legami d’amore), non è fatto solo di sicurezza e conforto, deve rappresentare anche uno stimolo ad avventurarsi all’ “esterno” e ad esplorare ciò che esiste fuori dalla diade.
Si può osservare questo nei bambini durante la prima infanzia: man mano prenderanno iniziative sempre più marcate nell’allontanarsi dalla madre ed esplorare l’ambiente ma, almeno per una prima fase, sarà fondamentale che questa rimanga “a portata di vista” e che il bambino senta che in caso di necessità può tornare da lei. Il bambino può prendere iniziative e mostrare curiosità verso il mondo tanto più quanto il genitore è in condizione di incoraggiarlo attivamente e genuinamente trasmettendogli fiducia nelle sue capacità, rispetto per le sue iniziative autonome e piacere per le sue scoperte.
Se, al contrario, il genitore sperimenta troppa ansia all’allontanamento del bambino, questa passerà, per “contagio emotivo” al bambino che potrà mostrarsi restio, preoccupato e scarsamente motivato a fare nuove esperienze (i pianti di molti bambini che si protraggono ben oltre il primo giorno di asilo ne sono spesso un comune esempio).
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Curiosità e gioco
Un secondo elemento molto importante per stimolare curiosità e piacere nell’apprendimento riguarda l’adeguata stimolazione cognitiva del bambino.
Il gioco è in questo senso un elemento fondamentale, non rappresenta semplicemente un’attività ricreativa, come per noi adulti, ma lo strumento mediante il quale il bambino impara a conoscere il mondo, costruire significati e rappresentazioni delle persone e delle situazioni.
È anche il canale privilegiato di comunicazione e rielaborazione di stati emotivi che non può ancora esprimere a parole. Il gioco, infine, rappresenta una fonte primaria di apprendimento: tutto ciò che viene presentato al bambino in questa forma attiverà la sua curiosità poiché egli impara per il semplice gusto di farlo. È importante quindi che il bambino sia stimolato opportunamente al gioco, che possa sia giocare da solo che in compagnia di coetanei e degli adulti.
La scelta dei giochi e il modo di proporli al bambino merita qualche attenzione: viviamo in un’epoca dove esiste una sovrabbondanza di stimoli, soprattutto digitali.
Se il bambino riceve troppi input contemporaneamente il rischio è di ottenere l’effetto contrario e di inibire invece che stimolare la sua curiosità e partecipazione. Non va mai dimenticato che curiosità e creatività sono stimolate non solo da quello che c’è, ma anche da quello che manca a che incoraggia a inventare soluzioni alternative e innovative.
Una nota importante riguarda i device come smartphone e tablet. Nei primi cinque anni il cervello infantile è estremamente plastico e forma forti connessioni che durano per tutta la vita. L’uso prolungato dello schermo è stato associato a un minore sviluppo di tratti di materia bianca nelle aree del cervello che supportano il linguaggio e altre abilità legate all’alfabetizzazione dei bambini in età prescolare. I bambini di quest’età non dovrebbero quindi essere esposti a questo tipo di stimolazioni (Hutton et al., 2019).
Curiosità e lettura
I bambini iniziano a comprendere il linguaggio ben prima di essere in grado di riprodurlo: dagli 8-10 mesi di età, infatti, possono capire già alcune parole.
Di questo gli adulti possono tenere conto per considerare l’importanza della lettura fin dalla più tenera età. Sfogliare un libro in compagnia di un adulto dà al bambino la possibilità di esercitare una forma di relazione basata sull’attenzione congiunta (bambino e genitore dirigono entrambi la propria attenzione su uno stesso stimolo), gli consente di apprendere le narrazioni per storie basate su una consequenzialità prima/dopo (inizialmente tramite figure nominate dall’adulto e poi via via mediante il linguaggio) e di sviluppare man mano la capacità di simbolizzazione (rappresentando i concetti prima mediante immagini e poi utilizzando il linguaggio).
Questo apprendimento favorirà sia lo sviluppo precoce della lettura, sia la curiosità rendendo i libri una fonte preziosa e stimolante di conoscenze specie se scelti in sintonia con le passioni e gli interessi del piccolo.
“Per un genitore è importante capire che suo figlio più ancora che un ingegnere o un medico, deve saper diventare un uomo. Questa costruzione comincia sin dall'inizio, stimolando nei piccoli la curiosità, l'interesse, il ragionamento, l'immaginazione. Non bisogna quindi confondere il bersaglio: non si tratta di insegnare al bambino delle cose, ma insegnare a imparare attraverso le cose.” (Piero Angela, 1977)
Bibliografia
Ainsworth M. (1982). Attachment: retrospect and prospect. In: Parkes, C. M., Stevenson-Hinde J., (Eds). The Place of Attachment in Human Behaviour. Tavistock, London.
Angela P. (1977). Da zero a tre anni, Feltrinelli.
Bowlby, J. (1969). L'attaccamento alla madre (vol. 1). Trad. it.,Boringhieri, 1972.
Hutton S.J. et al. (2019). Associations Between Screen-Based Media Use and Brain White Matter Integrity in Preschool-Aged Children. JAMA Pediatrics, 174(1) :e193869.
Kidd C. & Hayden B.Y. (2015). The Psychology and Neuroscience of Curiosity, Neuron, 88(3):449-60.