Il potere della menopausa
Che la vita di una donna non si esaurisca con la sua funzione riproduttiva potrà suonare ormai quasi scontato. Meno scontato forse è il pensiero diametralmente opposto e cioè che gli anni nella post menopausa rappresentino un’opportunità che conferisce alla donna nuove possibilità e, perché no, maggior potere.
Ha recentemente fatto un certo scalpore la nuova compagna di Keanu Reeves, Alexandra Grant, 46 anni, sua amica di lunga data e ora sua partner. Sì perché lui è ancora considerato uno dei sex symbol più rinomati di Hollywood e il “galateo” dei riflettori cinematografici vorrebbe che si accompagnasse – alla più che matura età di 55 anni – ad una modella o attrice di 20 o 30 anni più giovane di lui.
E invece i due hanno stupito tutti e Alexandra si è ritrovata per un momento a incarnare il simbolo di una rivolta femminile forse poco chiassosa ma non meno importante: dopo i 40 o i 50 non solo la vita di una donna continua, ma a volte anche in meglio, a volte anche grazie a qualità, esperienze e possibilità che la rendono preferibile ad una con la metà dei suoi anni e, ultimo ma non per importanza, si può invecchiare, si può darlo a vedere e fin anche non sentirsi obbligati a nascondere i propri capelli bianchi!
Il potere della menopausa: il femminile oltre la generatività
“Se le nonne non vengono assassinate forse è perché sono utili”… questo il ragionamento volutamente provocatorio che l'antropologa Kristen Hawkes propone a fronte dei suoi studi sulle donne anziane e in postmenopausa presso gli Hadza, un gruppo etnico della Tanzania. In questa tribù, le donne più anziane risultano essere coloro che più di ogni altro contribuiscono al foraggiamento raggiungendo il picco della propria produttività proprio dopo i 50.
Nello stesso articolo, Liza Mundy, riferisce quanto scrive la scrittrice Darcey Steinke a proposito di un’omologa esperienza osservata presso una comunità “non umana”: quella delle orche. Le femmine di questi animali infatti, una volta superata la soglia biologica del loro fertilità, acquisiscono autorevolezza come guide del loro branco in barba a quelle concezioni pseudo biologiste che pretendevano di esaurire il valore della femmina alla sola finzione riproduttiva!
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Il potere della menopausa: gli archetipi dell’inconscio collettivo
Tutto questo restituire potere e autorevolezza alle donne che abbiano superato il “giro di boa” della menopausa è nuovo e moderno solo in apparenza.
In senso più archetipico, riferendoci cioè alle immagini che popolano la psiche delle persone in ogni tempo e luogo (dai sogni individuali, ai miti collettivi e alle fiabe) ritroviamo in varie forme la donna anziana come elemento imprescindibile del femminile inteso non solo come compimento dell’arco di vita individuale di una donna, ma anche come elemento costitutivo di un ciclo vitale più ampio che riproduce l’alternanza giovane/vecchio, vita/morte in ogni ciclo della Natura.
Più specificatamente, nei miti la donna che ha appunto oltrepassato la soglia della generatività riproduttiva, appare come terzo polo di una triplice rappresentazione del femminile: la giovane, la madre, la madre della madre. Questi tre elementi rappresentano tanto le tre posizioni della psiche e della vita di una donna, quanto il riproporsi in senso simbolico e archetipico della ciclicità della vita in senso lato.
Tre erano ad esempio nel mito greco-romano le parche, o moire, che presiedevano al nascere, al dipanarsi e al finire della vita degli esseri umani. Tre sono le posizioni esistenziali che ogni donna attraversa nel corso della vita e con cui psicologicamente si confronta sia fuori che dentro di sé: ogni donna ha una madre, è o contempla la possibilità di essere madre a propria volta (sancendo psicologicamente il passaggio della propria madre verso la maturità) e diventerà a sua volta anziana e forse nonna. La donna nella fase matura della vita è dunque un puto di riferimento essenziale nella prospettiva ciclica del femminile e guida per le generazioni che la seguono:
“Nei miti appaiono costantemente tre generazioni di donne, oppure tre donne con funzioni diverse. Che abbia bambini o che non ne abbia, la donna si trova in questa sequenza senza fine; è al tempo stesso bambina, madre e nonna, o madre, fanciulla e bambina (…). Ella comincia da tre, mentre l’uomo comincia con l’urgenza di essere uno .” (Winnicott, 1961, p. 44) .
Il potere della menopausa: la “madre della madre”
Un esempio iconografico dell’importanza di questo “terzo polo” generazionale è rappresentato, come ricorda Neumann (1956), dal dipinto Sant'Anna Metterza (1424-1425) di Masaccio e Masolino da Panicale, esposto nella Galleria degli Uffizi di Firenze. La pala raffigura Sant’Anna alle spalle di Maria che tiene a sua volta in braccio il bambino. Ne consegue una rappresentazione piramidale dove Sant’Anna, madre di Maria, è posta al vertice a fare appunto “da terza” evidenziando così, con la sua preminenza fisica, la sua superiorità di rango, superiorità assunta proprio in virtù del suo ruolo generazionale.
Neumann sottolinea a questo proposito quanto già evidenziato da Jung in relazione a quest’opera dai connotati fortemente simbolici e archetipici: “Il motivo delle due madri allude all’idea della doppia nascita. Una delle madri è quella concreta, umana (personale); l’altra è la madre simbolica che porta i caratteri del divino, del soprannaturale o comunque dello straordinario” (Jung, 1912, p. 411) La donna matura dunque, che abbia superato la fase riproduttiva del suo ciclo biologico, si appresta a essere riconosciuta come polo più vicino al mondo spirituale, come guida per le generazioni seguenti, come punto di riferimento tanto esterno, quanto interno alla psiche di ognuna.
Il potere della menopausa: la ciclicità del femminile
La donna anziana, la madre della madre, è dunque una figura più che sovversiva, perché va a scardinare il più tradizionale “triangolo“ edipico: madre-padre-bambino per sostituirgli la più archetipicamente potente interconnessione bambina/o-madre-madre della madre.
Se il triangolo edipico prevede una vicenda lineare (il superamento di una posizione relazionale fusionale e esclusiva a favore di una dimensione di rapporto più matura), quello del femminile intergenerazionale apre a una dimensione circolare: colei che oggi è figlia, domani sarà madre e dopodomani anziana a sua volta.
La donna in età matura rappresenta, dunque, il compimento di un quadro ciclico non solo di rinnovamento della vita, ma di trasmissione intergenerazionale del femminile, è colei che archetipicamente con la propria esistenza consente la presenza di questa prospettiva ciclica della vita femminile e della vita in generale.
Il potere della menopausa: essere tre in una
Da Alexandra Grant a Sant’Anna il passo potrà sembrare azzardato. Eppure è così solo in parte. Al di là delle concretizzazioni esteriori, delle innumerevoli possibilità e opportunità affettive e produttive oggi esistenti per ogni donna dopo la soglia dei 50; quel che fa la differenza su quanto ognuna sia in condizione di cogliere quelle medesime opportunità è come si va ridefinendo, in questa fase, il senso di sé e della propria identità.
I miti ci indicano quelle dimensioni potenti e autentiche della nostra psiche oltre ogni tempo e luogo e l’autorevolezza della femminilità matura, post-generativa è uno di questi.
Bibliografia
Jung C.G. (1912). Simboli della trasformazione, Opere, Vol. 5, 1965.
Neumann E. (1956). La Grande Madre. Fenomenologia delle configurazioni femminili dell'inconscio, Roma, Astrolabio, 1981.
Winnicott D. (1961). Sviluppo affettivo e ambiente, Armando Editore, Roma 1970.
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