Disturbi fittizi
I disturbi fittizi consistono nella effettiva produzione o finzione intenzionale di sintomi fisici o psichici, che l'individuo attua perché spinto dal bisogno psicologico inconscio di incarnare il ruolo di malato.
Disturbi fittizi
Supervisione a cura del dott. Alessio Fagioli, psicoterapeuta
Disturbi fittizi: definizione
I disturbi fittizi consistono nella produzione o finzione intenzionale di sintomi fisici o psichici, che la persona mette in atto perché spinta dal bisogno psicologico inconscio di assumere il ruolo di malato. Tale comportamento non è controllabile e non è determinato dalla ricerca di vantaggi esterni: fosse così si tratterebbe di semplice simulazione. Solitamente si verifica in concomitanza di uno stress psicosociale importante.
Secondo una ricerca sui disturbi fittizi condotta un decennio fa, più del 5% dei contatti tra medico e paziente avverrebbero in questa modalità.
Disturbi fittizi: varianti
Sindrome di Münchausen – quando la persona finge costantemente e arriva al punto di sottoporsi a continue visite ospedaliere e diagnostiche e persino a interventi chirurgici.
Sindrome di Münchausen per procura (o sindrome di Polle) – quando un genitore, generalmente la madre, simula o provoca malattie anche gravi nel figlio allo scopo di attrarre su di sé l’attenzione degli altri.
Disturbi fittizi: sintomi
Si distinguono due tipologie di sintomo:
- il disturbo fittizio con segni e sintomi fisici predominanti, che è il più frequente;
- il disturbo fittizio con segni e sintomi psicologici predominanti o sindrome di Ganser.
I sintomi possono essere molteplici, essendo volontariamente indotti o finti.
Caratteristiche comuni delle persone affette da questi disturbi sono lo scarso senso della realtà, atteggiamenti manipolativi, l’aggressività, l’arroganza e l’isolamento sociale.
Disturbi fittizi: cause e sviluppo del disturbo
I disturbi fittizi sono molto rari e, nella maggior parte dei casi, colpiscono individui – spesso di sesso femminile – che hanno lavorato come personale paramedico o i loro familiari.
Probabili fattori predisponenti sono storie di abbandono o violenza fisica o psichica subite nell’infanzia. L’assunzione del ruolo di malato sembra soddisfare il bisogno di dipendenza; esisterebbe poi il vantaggio secondario di ricevere attenzioni o di essere sollevati da ogni responsabilità, sia pure con modalità autodistruttive.
L’esordio del disturbo avviene in genere nella prima età adulta, spesso dopo una malattia, una separazione, un rifiuto o un abbandono. La malattia si aggrava progressivamente, in parallelo con l’incremento delle conoscenze in ambito medico. Il decorso è cronico e usualmente molto invalidante, a causa dell’interferenza che i continui ricoveri hanno sul piano socio-lavorativo. Sono inoltre spesso presenti complicanze correlate alla produzione dei sintomi o al trattamento degli stessi.
Disturbi fittizi: al cinema
Münchausen è il nome di un barone realmente esistito (1720-1797), che combatté a fianco dei Russi contro i Turchi e che, una volta ritiratosi nel suo castello, si rese protagonista di racconti completamente inventati e surreali sulle sue gesta. Sulle sue incredibili Avventure, trasformate in libro nel 1785 da Rudolf E. Raspe, il visionario regista Terry Gilliam ha realizzato un film nel 1988. Dal trailer del film Le avventure del barone di Münchausen (in inglese) si può già capire che l’unica cosa che della finzione a Gilliam interessa è la possibilità di sognarla reale.