Perché gli altri ci danno per scontati (e come cambiare le cose)

Gli esseri umani sono animali abitudinari, anche nelle relazioni affettive. Se gli altri ci danno per scontati forse dovremmo rivalutare le premesse del nostro modo di vivere alcune relazioni.

Dare per scontato l'altro

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Gli altri ci danno per scontati o siamo noi a non far presenti le nostre esigenze? Come mai una relazione di coppia iniziata con un travolgente innamoramento si spegne lentamente in una stanca routine? E che dire di colleghi o capi di lavoro che pretendono ormai in automatico la nostra disponibilità mentre altri accanto a noi richiedono ferie e permessi? 

 

Le relazioni non sono mai “fatte” una volta per tutte, per mantenersi eque e vitali richiedono una costante manutenzione, darle troppo per scontate rischia di farci perdere di vista l’altro o le nostre stesse esigenze.
 

Se gli altri ci danno per scontati è un male?

In realtà darsi per scontati in una relazione affettiva non è necessariamente un male, dipende cosa intendiamo con questa terminologia. In quanto esseri umani siamo naturalmente portati ad abituarci, entro le relazioni intime, a determinate modalità di interazione che vanno a ripetersi col tempo e a creare delle aspettative condivise sul modo in cui due persone si sostengono a vicenda, su come passano il tempo libero, su quanto rispettano e incoraggiano l’autonomia reciproca, su come intendono reciprocarsi e manifestarsi affetto, sulle modalità con cui litigare (o tacere i conflitti) e molto altro… 

 

In altre parole: il fatto che una relazione affettiva acquisisca dei caratteri di familiarità e prevedibilità fa parte nel modo in cui funziona il nostro sistema di attaccamento fin dalla prima infanzia: impariamo a prendere a riferimento quelle persone che ci dimostrano, nel modo più coerente e stabile possibile, sostegno e supporto. 

 

Percepire le altre persone come prevedibili ci consente di ritenerle affidabili e quindi fonti di legami affettivi stabili. In tal senso, un bacio apparentemente abitudinario fra due partner non ha necessariamente meno valore affettivo di un bacio appassionato fra due neo-innamorati, ma può testimoniare quanto i due, condividendo una vita insieme, sentano di poter fare affidamento sulla presenza dell’altro e quel bacio può testimoniarlo: è il bacio di chi può salutarsi contando di rivedersi dopo. 

 

Ben altro è il precipitare in una stanca routine o percepire che, a fronte del nostro dare e prodigarci per loro, gli altri ci danno per scontati senza considerare né il valore del nostro contributo, né manifestare interesse per la nostra persona. Situazioni come queste sono solo in apparenza simili alla precedente, in realtà sono all’opposto perché a venire meno è proprio l’intimità emotiva e la fiducia reciproca.
 

Gli altri ci danno per scontati: e noi?

A volte se gli altri ci danno per scontati può darsi che senza accorgercene anche noi stiamo dando il nostro contributo nel mantenere una relazione disallineata. 

 

Il vittimismo è un fattore emozionale spesso presente in queste situazioni: se ci rendiamo conto di essere persone che danno più attenzione ai bisogni degli altri piuttosto che ai propri, se facilmente mettiamo da parte le nostre esigenze per adattarci alle richieste altrui (alcuni sono dotati di una spiccata sensibilità e riescono a farlo senza che l’altro debba neanche parlare) prima o pi arriverà il momento in cui riceveremo una forte delusione

 

L’altro non si dimostrerà pronto a ricambiare la nostra dedizione o ci deluderà in qualcosa, la nostra reazione potrebbe essere quella di sentirci vittime, danneggiate ingiustamente dalle mancanze dell’altro col rischio di sentirci impotenti e confusi su cosa in quella relazione non ha funzionato, sul perché quella persona si è dimostrata così diversa da come l’avevamo immaginata.

 

Quando si utilizza il sacrificio di sé e l’esclusiva dedizione ai desideri dell’altro per stabilire in legame affettivo può accadere facilmente che l’altro arrivi a darci per scontati, non solo per una sua evidente mancanza di interesse, ma anche perché, rinunciando a manifestare i nostri bisogni, abbiamo rinunciato a farci conoscere e a conoscere veramente chi avevamo di fronte (quanto l’altro sia compatibile con i propri desideri e modi di intendere una relazione potremo scoprirlo solo manifestando ciò che abbiamo in animo, non modellandoci sui suoi desideri).
 

Non darsi per scontati: avere cura delle relazioni

Umberta Telfener ha scritto qualche anno fa un libro molto illuminante sul tema dal titolo La manutenzione dell’amore. La premessa è proprio questa: le relazioni, e in particolar modo quelle affettivamente più importanti, non sono date una volta per tutte, neanche quando due persone si sposano o mettono su casa.  

 

Il mito della “stabilità” di una coppia, ad esempio, può essere fuorviante: nessuna relazione può mantenersi sana e vitale, continuare ad essere soddisfacente e appagante, se non è soggetta a mutamenti e se i due partner non mantengono attenzione al modo in cui funzionano insieme e si sentono dentro il rapporto. 

 

Uno dei peggiori nemici, tanto delle relazioni di coppia quando di quelle familiari (e perché no anche di quelle lavorative alle volte) è la paura del cambiamento. Eppure la vita irrinunciabilmente pone davanti a mutamenti esistenziali più o meno grandi che impongono comunque di modificare aspetti della propria identità. 

 

Chi condivide un percorso o una fase di vita con un’altra persona ha il vantaggio di poter contare sulla presenza dell’altro per cambiare insieme riadattandosi alle nuove esigenze che man mano la vita di ognuno propone.
 

"Il sentimento di gratitudine è una delle espressioni più evidenti della capacità di amare.
La gratitudine è un fattore essenziale per stabilire il rapporto con l'oggetto buono e per poter apprezzare la bontà degli altri e la propria"
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(M. Klein, Invidia e Gratitudine, 1957)