Psicologia del cambiamento
Come gestire gli aspetti psicologici del cambiamento
“E adesso come farò?”. Questa è la domanda che molti si pongono quando interviene un cambiamento improvviso ed inaspettato nella loro vita. Può trattarsi della perdita di una persona cara, della fine di uno status esistenziale e di un lavoro. In tutti i casi la reazione al cambiamento è sempre costellata dall’insorgere di domande e dubbi amletici: come fare ad andare avanti, come fare a vivere senza quella persona accanto, senza quel lavoro...
La reazione al cambiamento è quasi sempre emotiva e può dare reazioni diverse legate alla personalità dell’individuo ed al suo intimo vissuto. Solo una chiave di lettura saggia e serena dei sentimenti che stanno alla base del cambiamento può permettere di gestirlo senza traumi e con proficui risultati in termini di successi pratici e di benessere interiore.
Star male dopo aver raggiunto un cambiamento o averlo subìto è una reazione psicologica; sentirsi smarriti o a disagio è un’altra reazione psicologica, ma se l’emotività sfugge sempre di più al controllo razionale si rischiano anche le patologie da cambiamento.
Psicopatologia del cambiamento
Con questo termine si intende una sconfinata gamma di patologie e disagi psichici legati ad eventi traumatici per la mente di una persona, tra cui rientra anche il cambiamento. Una reazione emotiva esagerata e spropositata rispetto all’evento mutato può anche essere la spia di un disagio latente da anni che ha trovato nel cambiamento la scusa per emergere o per esplodere.
Una delle patologie maggiormente legate al cambiamento è la depressione. Definita la malattia del secolo per via dell’elevato numero di persone che ne sono affette, la depressione si manifesta con uno stato d’animo di negatività e di malinconia. Anche i recenti casi di cronaca che raccontano di reazioni avverse e tragiche legate al cambiamento dello status coniugale rivelano l’ampia diffusione della psicopatologia legata al cambiamento. Uomini e donne lasciati dal coniuge reagiscono suicidandosi o uccidendo i propri figli a scopo di vendetta.
In queste tragiche vicende la psicologia del cambiamento è caratterizzata, anzi, dominata, dalla malattia mentale. Ma la fragilità psichica è sempre il frutto di una debolissima struttura di personalità che non è capace di trovare dentro di sé le risorse per andare avanti, per vivere il cambiamento come una sfida positiva dove ci si può migliorare, sempre e comunque.
Se si impara a spostare l’asse della propria visione del mondo dagli schemi che falsamente la sorreggono, si potranno gestire meglio le reazioni psicologiche al cambiamento. Il percorso sarà duro, ma alla fine avremo salvato la cosa più preziosa che la vita ci ha dato: noi stessi.
Gestione del cambiamento: il modello transteorico