L'effetto gregge: cos'è?
Pecore o esseri umani? Entrambi risentono dell'effetto gregge, cioè la tendenza a seguire il branco soprattutto in situazioni di confusione. Eppure per qualcuno è un fenomeno positivo, se impariamo a usarlo con saggezza
La psicologia delle folla ha sempre cercato di studiare come si comporta un gran numero di persone e la risposta spesso ha dei risvolti negativi: la folla è impulsiva, non ragiona, si fa trascinare nei problemi e gli individui perdono l'autonomia e si comportano imitando la maggioranza.
L'effetto gregge è proprio questo: come le pecore non facciamo che imitare quello che fanno i consimili. Recenti studi hanno confermato la presenza di questo fenomeno, poco edificante per la specie umana a dir la verità, mettendone in luce le finalità e anche i possibili utilizzi positivi.
Il gregge per esigenze sociali
L'effetto gregge è una delle espressioni della natura sociale della specie umana che vede nel comportamento dei conspecifici un indizio su quanto stia accadendo nell'ambiente e una guida che possa favorire anche la sua sopravvivenza.
Tra gli esseri umani viene considerato spesso come un segnale di scarsa intelligenza o poca volontà di pensare con la propria stessa, eppure in realtà è una via alternativa di raccogliere delle informazioni; ovviamente il successo dipende molto da chi si intende seguire e dalle sue intenzioni.
Il fenomeno si presenta soprattutto in situazioni di forte incertezza: quando non conosciamo il contesto (fisico o immateriale) entro cui ci stiamo muovendo, indirizziamo il nostro comportamento scegliendo una guida e in genere la scelta cade su chi mostra un certa sicurezza o confidenza con quanto gli è intorno.
Ecco, è proprio in questa sicurezza che l'effetto gregge può presentarsi debole: se nel mondo animale una gazzella non finge l'assenza di un pericolo, tra gli esseri umani è possibile mostrarsi come un esperto anche quando non lo si è, e per fini tutt'altro che nobili.
Quale legame c'è tra il senso di appartenenza al gruppo e la propria identità?
Gregge ed emergenze
L'effetto gregge in situazioni di emergenza può sembrare un connubio controproducente, in quanto le persone seguono coloro che sono davanti senza pensare.
Un nuovo studio, che ha visto la collaborazione del CNR e della Technische Universität di Monaco di Baviera, individua un possibile utilizzo positivo di questo effetto: l'obiettivo è stato quello di creare dei modelli matematici che prevedessero il movimento delle folle, soprattutto modificando alcune condizioni. In questo modo, modificando opportunamente i segnali, sarebbe possibile gestire il flusso delle masse basandosi sulla natura sociale di questo fenomeno.
L'esperimento ha visto coinvolti due gruppi di circa 40 persone; nel primo gruppo solo una persona conosceva la meta da raggiungere, nel secondo erano in 5, ma in entrambi i casi solo a fine esperimento si è svelato chi fosse a conoscenza del percorso. I soggetti in un primo momento hanno cercato di direzionarsi verso la parte più nota del dipartimento, poi si sono lasciati guidare da chi sembrava più sicuro.
Secondo i ricercatori l'assenza di una guida che dall'alto dà direttive rende più docile il gregge che pensa di decidere in autonomia; ciò sarebbe particolarmente utile nelle situazioni in cui il rapporto tra folla e autorità è difficile o impossibile.
La soluzione migliore quindi in caso di emergenza sarebbe quella di avere dei leader nascosti che guidano piccoli gruppi verso più uscite di emergenza.
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