Le donne e il multitasking
Nei giornali, nelle notizie e anche nel cinema sono sempre più frequentemente rappresentate le donne multitasking, costrette da un’impari ripartizione del lavoro ad occuparsi di più impegni contemporaneamente. Una grande capacità organizzativa caratterizza queste donne che però sono sempre più stanche e frustrate
Da quando le donne sono entrate nel mondo del lavoro è emersa una questione spinosa: come adeguare la tradizionale ripartizione del lavoro. Se le donne sono in ufficio, chi si occupa del lavoro a casa e della cura dei bambini?
Le ricerche indicano tutte che mediamente le donne lavorano di più questo perché il lavoro casalingo non è evaporato, né è stato ripartito. Le donne multitasking sono appunto coloro che, in mancanza di alternative, devono gestire più lavori nelle solite 24 ore.
I dati sulle donne multitasking
I dati Istat sulla ‘divisione dei ruoli nelle coppie’ sono una pesante conferma dell’esistenza delle donne multitasking che hanno una giornata lavorativa fatta di 27 ore durante le quali gestiscono in parallelo: computer, telefono, casa, cucina e cura dei figli, senza contare il tempo speso per gli spostamenti.
Il multitasking viene sostenuto e alimentato da una divisione asimmetrica del lavoro familiare che è presente trasversalmente in tutto il Paese e che peggiora quando sono presenti dei figli. Anche la cura dei bambini non è gestita in modo paritario, dato che ad oggi, i papà mediamente passano meno tempo con i propri figli.
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Solo le donne sono multitasking?
Cos’è il multitasking? I multitasker sono coloro che riescono ad eseguire molti compiti contemporaneamente. Il fenomeno è stato portato alla ribalta anche dai nuovi ausili tecnologici che vengono studiati per facilitare questa abilità.
Non è ancora ben chiaro se ci siano delle doti sottese a questa capacità oppure si tratta solo di una necessità che porta a svolgere i propri compiti nel peggiore dei modi.
Dai dati sociologici emerge che le donne sono multitasker per eccellenza, ma più per cause culturali che di tipo genetico o legate alla comunque alla biologia, ma non sono le uniche.
Spiegare le donne e il multitasking
Oltre ai dati sociologici le ricerche cercano di spiegare come le donne affrontino la sfida del multitasking. AstraRicerche ha messo in luce che le donne sarebbero dotate di una maggiore ‘sensibilità temporale’ che le aiuta a scandire in modo più consapevole il ritmo delle proprie attività rispetto agli uomini.
L’Università di Stanford mette in guardia, invece, sulle conseguenze di questo tipo di attività. Nel tempo il cervello risente del lavoro in parallelo e fatica a distinguere tra ciò che è importante e ciò che non lo è, impedendo un’organizzazione ordinata delle attività. Anche la concentrazione con il tempo si affievolisce con conseguenze su tutte le attività cognitive in cui è coinvolta.
Il quadro che ne emerge vede le donne come grandi organizzatrici (anche se queste doti non sono considerate, né valorizzate socialmente o in ambito lavorativo) frustrate che vivono ogni giorno alla rincorsa delle attività.
L’altro volto delle donne multitasking è la valutazione negativa che loro stesse danno di questa frenesia che le obbliga a non fermarsi mai, né per godersi ogni singolo momento, né per fermarsi a pensare.
Essere multitasking: risorsa o limite?
Immagine | lindacq