Maestre e genitori: un’alleanza è possibile?
Si sente spesso dire che genitori e insegnanti dovrebbero essere dalla stessa parte per il bene del bambino, ma allora perché è così difficile? Partiamo da un presupposto: il rispetto di un punto di vista differente dal nostro.
Maestre e genitori sono due figure fondamentali nella vita di un bambino che, a volte anche molto presto, si ritrova affidato alle cure di un non-familiare.
Che ci sia il dialogo e la fiducia tra queste due figure è quindi auspicabile ed è sulla bocca di tutti la necessità di una collaborazione, ma allora perché sembra tanto difficile stabilire un’alleanza?
Questa riflessione si è fatta strada nella mia mente al termine di un fruttuoso percorso formativo con le maestre di una scuola dell’infanzia di Corsico che mi ha permesso di confrontarmi sia con il loro punto di vista, sia con il mio privato vissuto di madre. Ma sarà che l’ostacolo sia la difficoltà di accettare punti di vista tanto differenti? Proviamo a capirlo insieme.
Uno fra tanti non significa "nessuno"
Uno dei tanti punti di scontro riguarda il rispetto dell’unicità del bambino. I genitori vedono, giustamente, nel figlio una punta di diamante, un miracolo ricco di potenzialità.
Oggi questo grande rispetto per il bambino si scontra con la scarsa conoscenza dei bambini in generale e ciò rende difficile comprendere come un’insegnante con tanti bambini in aula possa comprendere appieno l’unicità del piccolo e aiutarla ad esprimersi.
Ma può darsi che a casa il bambino abbia tempo per conoscere se stesso ed esprimersi in libertà e a scuola impari, come lo fecero i nostri nonni tra i loro numerosi figli, che essere uno tra tanti non significa per forza essere nessuno, ma riconoscere la propria specificità. Stare con gli altri, a qualunque età, porta non al sacrificio dei propri desideri, ma al compromesso e in un ambiente con soli adulti è difficile apprenderlo.
Ed ecco che l’insegnante è quell’adulto che pur amando i piccoli deve dare loro un assaggio della cruda realtà: gli altri non cambiano per te, ma tutti devono fare degli sforzi per stare insieme! O sarebbe preferibile sceglierne uno per sacrificare gli altri?
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La vita di gruppo
Stare con gli altri bambini innesca una serie di dinamiche a volte spiacevoli. In casa i genitori hanno a che fare con capricci e scontri contro di loro, ma in una relazione adulto – bambino il piccolo è sempre un bravo bambino. Le insegnanti non vedono angeli o demoni, ma bambini che a volte le danno e a volte le prendono.
Uno schiaffo, una spinta data non sono una specie di "marchio" da attribuire a un bambino; certo, ci sono bambini che sono più propensi alla fisicità, ma entro certi limiti è giusto lasciarli nel litigio perché apprendano modi per difendersi. Un genitore difficilmente resta ai margini, per evitare lo scontro fisico, danni al proprio bambino o taciti rimproveri da parte dell’altro genitore.
L’aula è un luogo in cui siamo tutti alla pari e non ci sono adulti a confronto perché la linea educativa è unica. L’insegnante, grazie alla sua esperienza e alla sua posizione super partes ha una maggiore resistenza allo scontro tra pari.
Una questione di fiducia
I punti di vista sono davvero differenti, e questi sono solo un paio di spunti emersi durante il percorso. Ma come potrebbe funzionare un’alleanza tra genitori e maestre?
La risposta possibile è la fiducia: un sentimento che ti permette di superare le differenze e la lontananza dal figlio partendo dal presupposto che l’azione della maestra abbia un valore educativo.
Non lo vediamo da soli, è troppo lontano dal nostro punto di vista? Vale la pena chiedere e accettare che un ruolo differente dal genitore abbia strumenti, conoscenze e pratiche diverse, ma con un unico fine: la crescita di tuo figlio.
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