Le cause dell'attaccamento disorientato disorganizzato
L'attaccamento disorientato disorganizzato è un altro esempio di attaccamento insicuro, caratterizzato da una mancata fiducia nel proprio caregiver. Vediamo quali sono le caratteristiche di questo attaccamento e quali conseguenze comporta.
L'attaccamento disorientato disorganizzato è un altro caso di attaccamento insicuro. In questo caso il nome ne delinea immediatamente la caratteristica fondamentale, cioè la sua disorganizzazione. Il bambino in questione, infatti, è caratterizzato dalla mancanza di un comportamento definibile attraverso delle caratteristiche "fisse".
La disorganizzazione del bambino
I pattern comportamentali degli stili di attaccamento sono stati descritti attraverso l'osservazione dei bambini nella fase di distacco e ricongiungimento dal genitore nella tipica sequenza illustrata nel metodo della Strange Situation.
Il bambino disorganizzato-disorientato mostra una serie di risposte incoerenti che non offrono un'immediata comprensione della loro finalità. Una breve descrizione può offrire maggiore comprensione. Al momento della separazione il piccolo mostra un evidente disappunto manifestato dal pianto e dalla ricerca della madre. Quando il caregiver ricompare però non ci sono tentativi immediati di riavvicinarsi; questi bambini fanno finta di non vedere o si avvicinano con la testa girata dall'altra parte. Magari corre incontro alla madre e improvvisamente si blocca e si butta per terra.
Un'altra risposta tipica è l'interruzione del riavvicinamento per assumere uno sguardo fisso nel vuoto, come terrorizzato (freezing). La contraddizione comportamentale e l'evidente disorientamento sembrano un riflesso di un blocco interno, per cui il bambino non sa effettivamente cosa fare per ottenere l'effetto sperato.
La paura dell'abbandono da cosa deriva?
Il genitore del bambino disorganizzato
Come per tutti gli altri modelli di attaccamento, lo stile genitoriale influisce su queste risposte del bambino e su ciò che penserà in futuro di se stesso. Per quanto riguarda lo stile disorientato disorganizzato occorre precisare che alcune ricerche hanno sottolineato la compartecipazione di una componente genetica (allele del gene DRD4).
Per quanto riguarda ciò che possiamo modificare e migliorare, cioè lo stile educativo, questi bambini spesso hanno dei genitori che incutono paura inducendo quindi un grande dilemma interno nel bambino: "io vorrei avere vicino chi in realtà mi spaventa".
La confusione affettiva fa si che il bambino non riesca a dare un senso compiuto alla realtà, perché ciò che più è importante per lui è fonte di un conflitto: mi avvicino o mi allontano? Questa difficoltà primaria di interpretazione si diffonde all'interno ambiente per cui il comportamento non ha direzione: o ci si blocca senza sapere che fare o si comincia un'azione senza portarla a termine.
L'adulto disorganizzato
Le conseguenze dello stile disorganizzato nell'età adulta sono decisamente importanti; in modo particolare Giovanni Liotti ha sottolineato il legame con una possibile patologia dissociativa. Un genitore spaventoso (che fa paura) o spaventato (magari perchè portatore di un trauma irrisolto che lo porta a rifiutare il proprio ruolo e il proprio bambino) è alla base di un'immagine di Sè controversa nel bambino. La stessa diroganizzazione comportamentale porta a creare delle immagini molteplici e incomplete di Sè(Modelli Operativi Interni contradditori) che corrispondono alla confusione presente nel rapporto con il caregiver e alle rappresentazione dello stesso. GIà Bowlby sottolineava che non era infrequente trovare a livello conscio delle immagini positive del genitore che a livello inconscio non si adattavano con un'immagine negativa e rifiutante.
Secondo Liotti, genitore e bambino continuano a scambiarsi e ad assumere (nella testa del bambino) tre ruoli: vittima, persecutore e salvatore.
Se prevalgono i modelli di persecutore o salvatore il bambino assumerà un ruolo più attivo e spesso degli atteggiamenti controllanti o accudenti nei confronti del genitore. In questi casi è probabile l'insorgenza di disturbi emotivi quali depressione e ansia.
L'impersonificazione della vittima, impotente e inerme, invece inibisce qualunque forma di controllo su di sé e sul mondo e costituisce il primo passo verso il crollo delle funzioni integratrici e la conseguente insorgenza di problemi dissociativi.
Qual è il legame tra attaccamento e patologie nell'adulto