Il legame tra attaccamento e patologie nell'adulto

L'attaccamento agisce sull'adulto attraverso i Modelli Operativi Interni che forniscono indicazioni su come comportarsi in una relazione. Relazioni insicure con il caregiver diventa punto di partenza per future patologie. Vediamo come agiscono nei disturbi di personalità.

Il legame tra attaccamento e patologie nell'adulto

La teoria dell'attaccamento è molto nota per il suo contributo nella comprensione dei bambini e del loro comportamento. L'attaccamento può dirci molto anche per quanto riguarda gli adulti.

Con l'Adult Attachment Interview è possibile ricostruire il rapporto che le persone avevano con i loro caregiver e definire il loro stile di attaccamento. L'influenza sui rapporti futuri è talmente forte che l'attaccamento ha un ruolo anche in alcune patologie dell'adulto.

 

Attaccamento e modelli operativi interni

L'anello che congiunge l'attaccamento in età infantile con l'adulto ed eventuali sue patologie riguarda i Modelli Operativi Interni (MOI). I MOI sono delle rappresentazioni che il bambino costruisce, sulla base della sua esperienza, su di sé, sull'altro e su come si gestisce una relazione.

Diventa chiaro quindi che ciò che viene sperimentato da bambini costituisce il punto di partenza per comportamenti futuri e per creare le proprie aspettative.

I MOI, attraverso processi di attenzione, percezione e memoria selettiva, influenzano sia la raccolta che l'elaborazione delle informazioni e quindi il significato stesso che diamo alle esperienze. Chi è sicuro, chiederà conforto e modulerà la propria vicinanza all'altro in un rapporto sano. Coloro che hanno un attaccamento insicuro o ambivalente è possibile che evitino rapporti profondi per paura di essere delusi o di soffrire.

 

Il contatto: resistere o no alle relazioni?

Ogni bambino vuole essere amato, ma non tutte le relazioni hanno un esito positivo; il grado con cui l'adulto riesce a gestire i rapporti dipende da come il caregiver si è comportato con lui. Un caregiver non responsivo avrà costretto il bambino a non esporsi per non provare dolore e nell'adulto si può riversare in un comportamento rigido e stereotipato che rifugge il contatto.

La variabilità nei comportamenti relazionali è una ricchezza, mentre la rigidità è da considerarsi un indicatore di patologie nell'adulto.

In che modo la persona resiste al contatto? Vediamo alcuni meccanismi:

  • per paura di essere rifiutato l'individuo non agisce verso l'esterno, ma ritorce il comportamento contro di sé, convinto di essere poco interessante;
  • proietta all'esterno le proprie paure ed insicurezze non riconoscendole come proprie e quindi allontana ciò che arriva da fuori;
  • non riconosce limiti tra il dentro e il fuori.

 

Patologie dell'adulto e attaccamento

Nel DSM IV i disturbi di personalità sono ordinati in tre gruppi ciascuno caratterizzato da specifiche caratteristiche sull'attaccamento.

  1. Il primo gruppo è quello "bizzarro/eccentrico", tipico di adulti che hanno avuto una madre incapace di cogliere i bisogni; ciò ha influito sulla capacità di apprendere a rispondere in modo appropriato all'ambiente. L'adulto è spesso concentrato sui propri pensieri e preferisce isolarsi.
  2. Coloro che fanno riferimento al gruppo "drammatico" sono caratterizzati da uno scarso controllo dei propri impulsi e dell'emotività. Da bambini nessuno ha insegnato loro come controllare gli impulsi nati da una rapporto ambivalente.
  3. L'ultimo gruppo è quello degli "ansiosi/paurosi" ed è formato da coloro che, avendo vissuto un attaccamento ansioso o evitante, sono costantemente preoccupati per sé della cui amorevolezza dubitano. Spesso l'inadeguatezza percepita nasce da un'inversione di ruoli con i genitori per cui l'adulto investito dall'ansia reagisce cercando ferree regole esterne (ossessione) o manifestando una costante insicurezza.

 

Scopri di più sul disturbo di personalità evitante