Gli sprechi alimentari e i paradossi dell’economia capitalista

La modernità ci ha abituato a ritenere scontati e illusoriamente illimitati i beni di cui disponiamo, eppure la sovrapproduzione sta paradossalmente impoverendo e mettendo a rischio la salute e le risorse del pianeta. Gli sprechi alimentari raggiungono ormai ogni anno proporzioni allarmanti mentre fasce sempre più ampie della popolazione mondiale soffrono la fame o sono a rischio povertà. Un cortocircuito che ci chiede di fermarci a riflettere per cambiare marcia…

Gli sprechi alimentari e i paradossi dell’economia capitalista

L’Unione Europea ha stabilito che il 2013 sarà l’anno contro lo spreco alimentare; fra gli obiettivi quello di dimezzare gli sprechi di prodotti e generi alimentari che sfiorerebbero il 40% circa della produzione dei paesi occidentali; un problema sempre più urgente che evidenzia la necessità di un cambiamento a livello economico e culturale (Tristram Stuart, Sprechi, 2009).

 

Sprechi alimentari: se il kiwi è troppo piccolo o la mela troppo storta

Frutta e verdura scartati perché non rispondenti agli “standard estetici” richiesti nei supermercati, confezioni in scadenza rimaste invendute perché regolarmente eccedenti la domanda dei consumatori, alimenti crudi o deperibili condannati ad essere dimenticati infondo al frigo da stili di vita troppo frenetici per considerare ancora come un valore il tempo del cucinare. Dalla grande distribuzione al piccolo consumatore impera da decenni la cultura dello spreco alimentare e non solo... Sarebbe questo uno dei paradossi dell’economia capitalistica attenta a massimizzare i profitti dei singoli invece che a soddisfare i bisogni di tutti (Di Marla R. et al., La violenza psicologica contro bambini e adolescenti, 1993; Eugenio Zacchetti, La disoccupazione: letture, percorsi, politiche, 2005).

 

Sprechi alimentari e atteggiamenti dei consumatori

Ma quali sono atteggiamenti e comportamenti più frequentemente associati agli sprechi alimentari nei consumatori? Secono Emma Marsh, promotrice nel Regno Unito della campagna Love Food Hate Waste, si è spesso non solo male informati, ma anche poco consapevoli sia dell’entità degli sprechi alimentari prodotti che di quanto questi incidano nell’economia familiare. Segnali positivi giungono proprio dall’attuale situazione di crisi economica che vedrebbe fra i suoi effetti quello di una riduzione degli sprechi alimentari avendo spinto evidentemente ad una maggiore oculatezza nei consumi.

 

Iniziative contro gli sprechi alimentari

Notevoli alcune iniziative proposte a carattere locale come quella di Last Minute market, creata dal prof. Andrea Sagrè della facoltà di Agraria dell’Università di Bologna volta al recupero dei prodotti alimentari invenduti o non commercializzabili a favore di enti caritativi. Altre interessanti iniziative riguardano l’educazione alimentare per ridurre gli sprechi nelle mense scolastiche, come quella del progetto “Missione piatto pulito” attivato nel 2008 nelle scuole primarie di Colle Val d’Elsa e volto a sensibilizzare i bambini al tema degli sprechi alimentari attraverso il gioco di squadra.
Forse si ha davvero bisogno di reimparare insieme alle nuove generazioni il valore del cibo e delle risorse a nostra disposizione, risorse tutt’altro che illimitate che andrebbero valorizzate, ponderate e impiegate a vantaggio di tutti .
Diceva Carl Gustav Jung: “la sola cosa che dobbiamo temere sul pianeta è l'uomo”.



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